Famiglia

Roma: inaugurato primo centro per vittime di tortura

Nel 2002 in Italia sono stati riconosciuti 1.270 rifugiati a fronte di una richiesta di circa 17mila domande d'asilo (0,02% della popolazione), vs una media Ue 5 volte più alta

di Paolo Manzo

E’ stato inaugurato questa mattina dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Raffaela Milano il Centro per la cura delle Vittime di tortura. Presenti all’inaugurazione, tra gli altri, la Presidente della IV Commissione Consiliare alle Politiche Sociali Luisa Laurelli e il direttore del CIR (Centro Italiano per i rifugiati) Cristopher Hein, e rappresentanti delle Associazioni coinvolte all’interno del Progetto. I rifugiati riconosciuti e residenti in Italia sono circa 14.000 (0,022 per cento della popola-zione totale). Nel 2002 in Italia sono stati riconosciute rifugiate 1.270 persone a fronte di una richiesta di circa 17.000 domande di asilo – una persona ogni 45.000 abitanti – ovvero lo 0,02 per cento, a fronte di una media europea cinque volte piu’ elevata (0,1%). Tra queste vi sono i ‘rifugiati vittime di tortura’. Si tratta di un progetto specifico, uno spazio aperto alla comunita’, dedicato ad una fascia di persone estremamente vulnerabile che si inserisce nella rete di accoglienza del Comune di Roma che e’ arrivata quest’anno ad offrire oltre 2600 posti, di cui circa 550 sono specificatamente dedicati all’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. La struttura dispone di 4 micro-appartamenti (16 posti complessivi) cucina, lavanderia e spazi comuni. Inoltre per favorire un intervento integrato tra Ente locale, istituzioni e terzo settore, all’interno dell’edificio ci sono spazi per lo studio, la formazione e la sensibilizzazione della comunita’ sul tema delle torture. ”A Roma ogni anno passano circa 12.000 rifugiati -ha dichiarato l’assessore Raffaela Milano- Il Centro, realizzato anche con l’aiuto del terzo settore e con il contributo del Tavolo Cittadino per richiedenti asilo e rifugiati, e’ uno spazio dove sentirsi accolti e al sicuro e da dove, anche con l’aiuto di medici, psicologi e operatori specializzati, ripartire per ricostruire la propria vita”.


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