Formazione

Servizio civile. Gli enti reagiscono. No al congedo di massa

Cnesc e Forum: non ci sono fondi per far partire tutti i volontari. "Giovanardi dica quanto investirà davvero".

di Benedetta Verrini

Se in questi ultimi anni qualcuno aveva immaginato che non fosse più necessario mobilitarsi per difendere il servizio civile, quel qualcuno si è sbagliato”. Così Cristina Nespoli, presidente della Con-ferenza nazionale enti servizio civile, ed Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del TerzoSettore, hanno lanciato l?allarme sul futuro del servizio civile. Nell?ambito di una conferenzastampa a Roma, giovedì 13 maggio i due grandi coordinamenti hanno messo sul tavolo un malessere che ribolle ormai da mesi: i fondi in esaurimento compromettono la possibilità di programmare un 2005 a pieno regime. Riguardo a questo il ministro Giovanardi, dalle pagine di Vita (vedi Dimezzate le speranze o voi che partite), ha rinfocolato il dibattito, confermando che oltre le 30mila unità non sarà possibile andare. E gli enti fanno i conti: “Per il 2004 erano stati stanziati dalla Finanziaria 120 milioni di euro che, aggiunti a 150 milioni residui di gestione degli anni precedenti, oggi esauriti, hanno permesso a circa 38mila volontarie di andare in servizio quest?anno”, spiega la Nespoli. “È ovvio che se per il 2005 dovessero essere stanziati di nuovo 120 milioni, le partenze sarebbero largamente inferiori a quella cifra, la stessa ipotizzata dal ministro. E sarebbe compromessa un?esperienza po-sitiva”. Cnesc e Forum hanno perciò chiesto al governo, nel momento in cui si appresta a presentare il Dpef, di dare un chiaro segnale sull?investimento per il servizio civile. Le preoccupazioni, oltre che finanziarie, sono legate anche all?ultima circolare per la presentazione dei progetti, che ha contingentato il numero dei posti da mettere a bando e ha messo in difficoltà gli enti. “Tutto questo mentre non c?è alcuna difficoltà a sostenere il rilancio delle Forze armate”, commenta Massimo Paolicelli, presidente di Aon – Associazione obiettori nonviolenti. “Si è innescato un meccanismo perverso: per le Forze Armate si individua il contingente di uomini necessari e si chiede la copertura necessaria per stipendiarlo; per il servizio civile si indica la quota di fondi disponibili. E con quello, si calcola cosa ci si può fare”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA