Volontariato
La mia corsa a fianco dei bambini dei Villaggi Sos non si è fermata
Chiara Zoppi è una giovane volontaria di Sos Villaggi dei Bambini. Neo laureata all’Università di Pavia ha conosciuto l’organizzazione durante una stage e dopo aver letto il libro “In questo mondo storto” - che raccoglie le storie dei minori accolti - ha deciso di «darsi da fare». Dopo la Unicredit Relay Marathon ora vuol diventare “ambasciatrice Sos” tra i coetanei
Darsi da fare. È stato questo il primo pensiero di Chiara Zoppi, 26 anni, originaria di Chiavari (Ge), che si è da poco laureata in Scrittura e progetti per le Arti visive e performative a Pavia. In occasione dell’Unicredit Relay Marathon nell’aprile scorso a Milano ha deciso di correre 14 km idealmente a fianco dei minori che sono ospiti dei Villaggi Sos nel nostro Paese. Dopo questo primo passo ha scelto di divenire un’attivista, «un’ambasciatrice», come si definisce, dell’organizzazione e dei suoi ideali.
Cosa l’ha spinta a partecipare alla staffetta non competitiva che ogni anno sostiene diverse onlus e diventare un’attivista volontaria per Sos Villaggi dei Bambini? Glielo abbiamo chiesto.
Come è nata questa tua esperienza?
Ho conosciuto Sos Villaggi dei Bambini tramite una collega di stage che ho fatto nella sede milanese dell’organizzazione nel settore comunicazione. Ma le cose sono cambiate quando ho avuto la possibilità di visitare il Villaggio Sos di Saronno. Ho incontrato i ragazzi ospitati e da lì è partita la voglia di darmi da fare per loro. Proprio in quel periodo era in programma la Milano Marathon e ho deciso di unire le due cose.
Concretamente cosa hai fatto?
Sono entrata nella rete degli attivisti di Sos Villaggi dei Bambini, siamo dei volontari anche se non agiamo direttamente a contatto con i beneficiari della nostra attività, cioè i ragazzi accolti, ma facciamo il nostro volontariato impegnandoci a far conoscere l’organizzazione, le sue finalità. E uno dei modi è stato quello di partecipare alla staffetta coinvolgendo anche tanti amici dell’Università che si sono dati da fare per la mission dell’associazione cercando di sostenerla.
Quindi hai corso per pochi chilometri?
In realtà ho corso per 14 km quasi senza accorgermi. Nella mia testa stavo correndo per quei bambini, sono loro ad avermi dato tanta energia che non credevo di avere. Mi sono sentita appagata e travolta da un’emozione nuova che è quella che si prova quando si fa del bene senza il bisogno di ricevere nulla in cambio. Soprattutto dopo aver letto il libro In questo mondo storto (ne avevamo scritto qui e qui ) il mio desiderio era di portare a termine il percorso e di condividere con quanti più amici possibile e che non conoscevano Sos Villaggi dei Bambini. La cosa bella è che oggi anche loro si stanno impegnando.
Un impegno che continua dunque?
Certo. Ora poi che abito a Milano sto prendendo parte a un programma per giovani tra i 18 e i 30 anni che vogliono diventare attivisti. Un modo per far conoscere quello che fa Sos Villaggi dei Bambini. Mi piacerebbe diventare un’ambasciatrice dell’organizzazione, una realtà che fa davvero tanto per i bambini ma sono ancora pochi a conoscerla.
Cosa ti ha colpito delle attività che hai conosciuto?
L’idea di creare una famiglia tra piccoli che non si conoscono, che partono da contesti diversi. È fantastica la capacità di creare legami che hanno gli operatori dei Villaggi Sos. È una realtà da far conoscere ed è per questo che mi sto impegnando a seguire la formazione e gli incontri per diventare attivisti
Tutte le foto da ufficio stampa
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