Mondo

Bush in Italia: il dibattito tra i pacifisti

C'è chi ipotizza l'attacco alla zona rossa e chi pensa a svuotare le città. Il dobattito è aperto

di Ettore Colombo

L?unica cosa certa è che George Dabliù arriva in Italia non tanto per celebrare lo sbarco di Anzio e festeggiare il contributo americano alla liberazione dal nazifascismo ma anche per incassare qualche consenso importante anche se improbabile (ad esempio incontrando il Papa) e dispensare favori (all?alleato Berlusconi). Quanto l?iniziativa giovi a entrambi, Bush e Berlusconi, è tutto da dimostrare, visto che l?efficacia e il gradimento della politica estera Usa, tra una nuova foto di torturati, dimissioni che non arrivano e l?ennesima sconfitta tattica sul terreno iracheno, è ai suoi minimi storici. Ma il problema ce l?hanno anche i pacifisti visto che le ? sicure ? contestazioni alla visita di Bush rischiano di trasformarsi in un enorme ?trappolone?: già molti sono pronti a soffiare sul fuoco cercando di dimostrare il loro antiamericanismo ideologico e preconcetto e a inchiodarli nel girone dei violenti al primo incidente. Le notizie si rincorrono di giorno in giorno e ? mentre scriviamo ? non si sono ancora riunite per prendere una decisione formale né il Comitato contro la guerra né la Tavola della Pace, che lo faranno nel corso della settimana. Qualche anticipazione l?abbiamo avuta, ma in corso d?opera. Innanzitutto, il problema è cosa farà esattamente il presidente degli Usa, una volta sbarcato in Italia. Gli ottimisti parlano di una visita lampo ad Anzio, trasbordi in elicottero e una toccata e fuga nella Capitale. I pessimisti di vere e proprie provocazioni: visite istituzionali, Altare della Patria e Fosse Ardeatine comprese, e provocazioni ritenute inaccettabili, come lo shopping in centro, in nome del ?made in Italy?. Ne consegue una città blindata e la nascita dell?ennesima ?zona rossa?. All?idea c?è chi non sta nella pelle: non solo gli antimperialisti alla Pasquinelli e gli antagonisti del cartello dei duri (?Europposizione?) ma anche Disobbedienti veneti e parte dei centri sociali romani sarebbero pronti all?ennesimo, demenziale, attacco. Rete Lilliput ha, ovviamente, tutt?altro in testa: l?idea, mutuata dagli africani quando vedono arrivare i signori della guerra, è ?far morire la città?, magari mettendosi d?accordo con i commercianti, o di farla ?vivere?, ma in tante piazze tematiche e sotto i colori arcobaleno della pace (ai balconi e per strada), rendendola ?inospitale?a Bush e soci. L?idea del corteo vecchio stile, però, tenta molti, e non solo Verdi, Pdci e lista Di Pietro-Occhetto che hanno già annunciato che in piazza andranno ?a prescindere?, ma anche Cobas e altri centri sociali, che non vedono loro di farla sfilare, la loro indignazione. Ma la forma corteo, oltre a essere abusata, è anche pericolosa, nella fattispecie, e a rischio infiltrazioni e provocazioni. E dunque? La Cgil, che fa parte del comitato come l?Arci e altre organizzazioni (Acli e Cisl si sono invece da tempo sfilate), preferisce attendere l?evolversi degli eventi come pure si mostra prudentissima Rifondazione, ancora ?scottata? dal corteo anti-Fao, quando pagò prezzi pesanti per scontri che non aveva voluto. Flavio Lotti della Tavola chiede che si trovino le forme per esprimere la generale indignazione ?contro una visita strumentale e inopportuna?, ma è altrettanto scettico di Riccardo Troisi di Lilliput sulla forma corteo, anche se teme ?passeggiate propagandistiche nel centro di Roma che rischiano di far salire la tensione e provocare incidenti?. ?E? un operazione fatta per dividere gli italiani, in grande maggioranza contro la guerra?, dice. Per ora rischia di dividere di nuovo il fronte pacifista dal centrosinistra anche se questo forse ha trovato un escamotage in extremis grazie a Veltroni, che ha deciso di spostare i festeggiamenti per la liberazione di Roma dal 4 al 6 giugno, a Bush partito. La lista unitaria probabilmente andrà in un teatro a manifestare contro la politica di Bush ma senza accenti anti-americani (da D?Alema a Parisi, da Fassino a Rutelli non vogliono regalare argomenti al Polo a una settimana dal voto per le Europee) mentre i pacifisti potrebbero ritrovarsi tutti uniti, con un corteo o in una o più piazze (non solo a Roma, peraltro) oppure dividersi. E fare pasticci.


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