Volontariato
Iraq. Arci: L’opposizione unita chieda il ritiro immediato
Lo chiede in un comunicato il presidente nazionale Tom Benetollo
Quanto sta emergendo sulla pratica delle torture in Iraq è sconvolgente.
Nonostante i tentativi di ridimensionarne la portata, attribuendola
all’iniziative di pochi, è ormai chiaro che si tratta di una pratica
sistematica, esercitata non solo ad Abu Graib e non solo in Iraq, contro
tutti i Trattati internazionali, a cominciare dalla Convenzione di Ginevra.
L’Italia, che è parte integrante della Coalition Provisional Autorithy, né è
a tutti gli effetti corresponsabile e a nulla valgono i tentativi del
governo di chiamarsene fuori. Tanto più che le nostre forze armate sono
ormai sempre più spesso coinvolte direttamente in veri e propri
combattimenti, come quelli avvenuti nei giorni scorsi a Nassirija per il
controllo dei ponti, provocando vittime civili. Gravissima è inoltre la
procedura di consegna alle altre forze armate della Coalizione dei fermati
da parte italiana, che sarebbe prevista da non meglio precisate regole di
ingaggio e che espone i prigionieri – come è stato dimostrato – a un
trattamento disumano. Il governo italiano va richiamato ancora una volta al
rispetto della nostra Costituzione – violata con la scelta di partecipare
alla guerra – e al rispetto dei Trattati internazionali in materia di
diritti umani che il l’Italia ha ratificato. D’altra parte, in queste
drammatiche circostanze, tanto più preoccupante appare l’approvazione alla
Camera dell’emendamento presentato dalla Lega che afferma che di tortura si
può parlare solo se “reiterata” (cioè ripetuta per tre volte).
La pratica della tortura è l’estrema barbarie, l’estremo portato di una
guerra che deve immediatamente finire.
Il Parlamento deve tornare a prendere la parola e assumere l’unica
determinazione che può fermare la guerra: ritiro immediato del nostro
contingente dall’Iraq.
Ci sono le condizioni perché oggi tutta l’opposizione si ritrovi unita su
questa richiesta, finalmente in sintonia con la maggioranza dell’opinione
pubblica del nostro paese che è contro la guerra e che chiede il ritiro dei
nostri militari, adesso.
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