Volontariato

Parma: trend positivo per il non profit

Lo afferma la Gazzetta di Parma: "5.254 addetti con un'incidenza sul totale imprese del 3,6%, ben superiori sia al dato regionale (2,6%) che nazionale (3,1%)"

di Giulio Leben

In occasione della seconda giornata nazionale dell’economia, si sono riuniti a Parma la Camera di Commercio, esperti dell’Istituto Tagliacarne, professori, imprenditori, associazioni e politici, per discutere della salute dell’economia parmense. I problemi “Poca capacità di innovare, l’export arranca, i collegamenti tra istruzione e imprese sono ampiamente migliorabili, i costi di produzione elevatissimi, le infrastrutture carenti” scrive la Gazzetta. Ma quali sono le novità? A Parma la terziarizzazione galoppa: vale il 61,5% del valore aggiunto per settori (relegando l’agricoltura al 3,3 e l’industria al 35,3%) e anche se resta lontana dai valori medi regionali (64,2) e nazionali (70,1) ha una dinamica sempre crescente. E se l’occupazione tiene (il tasso di disoccupazione del 3,1% è fisiologico) fatica invece l’export. Il saldo resta positivo (301 milioni di euro nel 2003 contro gli appena 36 dell’annus horribilis 2002) ma le esportazioni hanno smesso di lievitare. Le previsioni per il triennio 2004-2006 si riassumono in un tasso di crescita del 4,2% per l’export e del 2,5% per il valore aggiunto con una lieve flessione (-0,7%) per l’occupazione in un mercato saturo. Sebbene questi scenari sono stati dipinti prima della crisi Parmalat e dell’arrivo dell’Authority. Le novità Vivace il tasso di natalità delle imprese, con un saldo attivo di 451 lo scorso anno (il totale è intorno a quota 46mila) ma l’aspetto positivo è che c’è un’evoluzione delle nature giuridiche più complesse, con le società di capitale che pesano per il 19,2% e quelle individuali che si fermano al 56,2% contro il 70% nazionale. A Parma sono 686 e controllano 1772 aziende sfiorando i 52mila occupati. Segno che c’è anche un’imprenditoria che riesce a lavorare in rete e ad allargare dimensioni e contatti. Una peculiarità, infine, è il non profit: 5.254 addetti (circa la metà in cooperative sociali) con un’incidenza sul totale imprese del 3,6%, ben superiori sia al dato regionale (2,6%) che nazionale (3,1%).


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