Non profit

Caro manager, oggi lavori per S. Francesco

Un’azienda invita i dipendenti a fare volontariato, per otto ore, a favore di enti non profit. AI quali vengono devoluti i costi della giornata.

di Carmen Morrone

Gianfranca Malgarini, responsabile finanza e amministrazione, una manager che ogni giorno ha a che fare con grandi numeri e importanti decisioni, per un giorno ha lavorato il cartone. Giuseppe Rosa, dirigente del settore risorse umane, per un giorno ha fatto il custode in una casa popolare. Sono gli effetti del community day, da anni una realtà consolidata nei Paesi anglosassoni, che si sta però affermando anche nel nostro Paese. È un nuovo modo di fare solidarietà da parte delle imprese, che oltre alla donazione coinvolgono i loro dipendenti in attività di volontariato. Uno degli esempi più autorevoli è il community partnership day del gruppo Novartis (per cui lavorano Gianfranca Malgarini e Giuseppe Rosa) che si svolge ogni anno, in contemporanea, in 50 Paesi del mondo. I dipendenti della società farmaceutica sono invitati a dedicare una giornata lavorativa al volontariato per organizzazioni del territorio; l?azienda la considera una giornata lavorativa a tutti gli effetti, sostenendone i relativi costi, e destina alle associazioni una donazione di importo corrispondente (per quest?anno, oltre 30mila euro). Giunta all?ottava edizione, la manifestazione mondiale ha coinvolto 14mila dipendenti; l?edizione italiana, svoltasi il 27 aprile, ha riguardato le sedi di Origgio (Varese), Torre Annunziata (Napoli) e Rovereto (Trento) e ha visto la partecipazione di 200 persone. Gianfranca Malgarini racconta: “Con alcuni colleghi ho realizzato delle confezioni regalo per le attività di fund raising dell?associazione Una mano alla vita, ma ai volontari ho chiesto di raccontare le loro esperienze con malati terminali. Ho conosciuto un mondo fatto di competenza e umanità, e problemi che però noi tutti anche con piccoli gesti possiamo aiutare. La gente conosce solo le grandi associazioni che possono fare pubblicità, ma non sa che ce ne sono centinaia di piccole che lavorano al servizio della collettività, in maniera silenziosa, ma efficace”. Giuseppe Rosa ha aderito al progetto della Fondazione fratelli di san Francesco, che con i ?custodi sociali? ha creato delle figure di facilitatori di relazioni tra anziani e territorio in quartieri degradati. “Ho voluto avvicinarmi a una realtà conosciuta solo sui giornali. E ho constatato quanto gli anziani nelle città abbiano bisogno di ascolto e di aiuto quotidiano”, dice Rosa, che ripercorre la giornata trascorsa affiancando la custode sociale ?titolare? nel fare la spesa per una anziana nonnina del quartiere milanese Stadera, e nello sbrigare commissioni in uffici troppo lontani da raggiungere per chi cammina con il bastone. “La custode si è rivelata una persona appassionata del suo lavoro, che svolge con professionalità”, conclude il manager, e qui si sente che per mestiere valuta le prestazioni altrui. “Sono esperienze che invogliano a diventare volontari”. I dipendenti di Novartis Italia hanno fatto volontariato all?Atlha, attiva nel settore della disabilità; ai Villaggi Sos, impegnati in programmi di sostegno al disagio giovanile; alla Fondazione fratelli di san Francesco d?Assisi e all?associazione Una mano alla vita, che si occupa di assistenza ai malati terminali di cancro. “L?attenzione ai bisogni della collettività, la solidarietà, il rispetto dei diritti e delle esigenze altrui”, afferma Giacomo Di Nepi, amministratore delegato di Novartis Italia, “sono indispensabili per contribuire alla salute e al benessere delle persone”.


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