Volontariato
USA: Dopo Abu Ghraib, dimettere Rumsfeld?
Le torture nel carcere di Abu Ghraib sono solo la punta dell'iceberg. Questo lo scenario, drammatico e inatteso, che va dipanandosi in queste ore davanti al pubblico statunitense
SANTA FE (Usa) – Dopo dinieghi e silenzi su precedenti casi analoghi, oggi il Dipartimento della Difesa è nudo. Costretto ad ammettendo, ad esempio, che finora 25 prigionieri custoditi da militari USA sono morti in Iraq e Afganistan.
Sempre in attesa dei risultati dell’inchiesta aperta dal Pentagono sulla morte, nel dicembre 2002, di due prigionieri afgani definita ‘omicidio’ dagli stessi medici locali. Inchiesta, va aggiunto, avviata soltanto dopo che la vicenda era finita sulle pagine del New York Times.
Mentre stavolta è il Washington Post a sbattere in prima pagina il Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, chiedendone seccamente le dimissioni in un editoriale pubblicato ieri. E l’intero affaire fa da filo conduttore alla programmazione quotidiana della National Public Radio, inclusa intervista appena passata con il giornalista del Washington Post: “Qualcuno deve pagare per quest’orrifica situazione… Donald Rumsfeld è il responsabile principale, appena al di sotto del Presidente, e ha fatto un pessimo lavoro.”
Ieri le dimissioni sono state chieste a gran voce anche da Nancy Pelosi, capo-gruppo democratico alla Camera, mentre sta per iniziare l’audizione dello stesso Rumsfeld davanti all’apposita commissione Senatoriale (verrà trasmessa dal vivo dalla National Public Radio).
In nottata, MoveOn ha avviato online la campagna popolare verso lo stesso obiettivo, tramite il tipico attivismo fatto di telefonate, fax, email alla Casa Bianca e ai Parlamentari. Messaggio semplice e puntuale: “È ora che il Presidente Bush mandi via Donald Rumsfeld dal posto di Segretario della Difesa. Ora i segnali sono ovunque.” Stavolta la faccenda è davvero bollente, e non è affatto detto che l’Amministrazione Bush riesca a farla franca.
La petizione su MoveOn.org: http://www.moveon.org/news/fire-rumsfeld.html
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