Welfare

Giustizia. Scandalo cooperazione: tutti assolti

Si conclude una assoluzione generale il processo sui finanziamenti alla cooperazione italiana allo sviluppo che aveva inquisito il Gotha del Psi (Craxi, De Michelis)

di Ettore Colombo

Una sentenza di generale assoluzione, con alcuni reati prescritti, al termine del processo sui finanziamenti della “Cooperazione italiana allo sviluppo”. Così la prima sezione del Tribunale ha risolto dopo quasi 11 anni uno dei più intricati casi di tangenti e distrazioni di fondi che c’erano stati in Italia. Sono state rifiutate le richieste dei pm Alberto Caperna e Nicola Maiorano, che nelle loro requisitorie avevano chiesto sei anni di reclusione per il finanziere Ferdinando Mach di Palmestein, 5 anni per il suo collaboratore Marino Cirbellini e per l’ex ambasciatore Claudio Moreno e 4 anni per l’ex sottosegretario Andrea Borroso. E’ stato assolto, per non aver commesso il fato il fatto anche Francesco Pacini Battaglia. L’inchiesta fu aperta nel 1993 e riguardava i progetti di realizzazione di numerose opere nei Paesi del terzo mondo, finanziati per centinaia di miliardi dalla Cooperazione. Tra questi, una centrale idroelettrica in Perù, un progetto di sviluppo per l’allevamento del pesce in Uganda, alcune centrali elettriche in India. Secondo l’accusa parte dei fondi era finito nelle casse del Psi attraverso alcuni imprenditori coinvolti nella vicenda. I magistrati indagarono tra gli altri anche Bettino Craxi e l’ex ministro degli Esteri Gianni De Michelis. Per quest’ultimo i reati contestati sono stati dichiarati prescritti, mentre per l’ex Premier il decesso mise la parola fine alla parte delle indagini che lo riguardava direttamente. Dopo tre giorni di Camera di consiglio i giudici, quindi, mettono la parola fine ad un procedimento che è andato avanti per oltre 110 udienze, in cui gli imputati da 46 sono passati a 24, perché alcuni hanno patteggiato la pena, o per altri il reato è caduto in prescrizione. Claudio Moreno, presente in Aula insieme con Cervellini, alla lettura della sentenza esulta: “E’ la fine di un incubo, questa storia sarebbe dovuta finire molto tempo fa. Oggi viene confermata la buona fede di tutte le persone coinvolte”.


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