Mondo

Parla la cooperante. Le cose stan cambiando

Per la prima volta Kim Jong II ha richiesto l’invio di aiuti da paesi e ong estere. Intervista a Francesca Petrecca.

di Paolo Manzo

Il Cesvi è stata la prima organizzazione non governativa italiana a operare con proprio personale in Corea del Nord. Oggi chi coordina l?attività della ong bergamasca è Francesca Petrecca e Vita l?ha intervistata, poche ore dopo il suo ritorno dal luogo del disastro ferroviario. Vita: Lei è stata sul luogo dell?esplosione del treno. Com?è adesso la situazione? Francesca Petrecca: Il governo coreano si è mosso per ?ripulire? la zona del disastro mobilitando migliaia di persone. Il cratere è stato coperto, mentre alcune delle macerie sono state rimosse. Tuttavia le conseguenze dell?esplosione sono ben visibili: un?area di 500 metri attorno al luogo dell?esplosione è stata molto danneggiata e l?ondata esplosiva ha colpito case a 4 chilometri di distanza. Vita: Dove vivono gli sfollati? Petrecca: Alcune famiglie sono alloggiate in tende donate dal governo cinese, ma le autorità coreane hanno garantito che, in breve, tutti i senzatetto verranno trasferiti in abitazioni di parenti e in istituzioni pubbliche. Vita: Come ha reagito il governo coreano? Petrecca: Bene. Quando ancora non era stato ammesso ufficialmente l?accaduto, 390 volontari della Croce Rossa locale erano già sul posto per prestare aiuto ai feriti: 370 sono stati trasportati all?ospedale di Sinuju, dove sono stati curati da medici arrivati da Pyongyang. Ma deve considerare questa risposta nel contesto coreano: strutture sanitarie degradate, scarsità di medicine e poche conoscenze aggiornate. Vita: Che emergenze il Cesvi sta aiutando a fronteggiare? Petrecca: Le più impellenti sono cibo e ricostruzione. Il Cesvi sta supportando con fondi propri la distribuzione di cibo ai senza tetto, in collaborazione con German Agro Action (Gaa) e Concern, nell?ambito di Alliance 2015 (un network di ong). Nel medio-lungo periodo il bisogno più grande è la ricostruzione delle abitazioni. Il Cesvi sta valutando la necessità d?intervenire nella ricostruzione e, per questo, ho visitato più volte il luogo del disastro con Carlo Pasinetti, architetto ed esperto di progetti di ricostruzione del Cesvi. Vita: Per la prima volta la Corea del Nord apre alle ong straniere. Quali le conseguenze di questa ?apertura?? Petrecca: Sicuramente il fatto che la Corea del Nord abbia non solo ammesso l?incidente ma anche la dinamica (non solo casualità ma anche errore umano), invitando le agenzie internazionali a visitare il luogo del disastro, è un fattore senza precedenti. Credo che il governo abbia imparato a mettere da parte una serie di principi e regole per trarre beneficio dalla presenza nel Paese di organizzazioni internazionali, pronte a intervenire in caso di emergenze come questa. Al contempo il governo coreano ha un interesse a intrattenere rapporti con alcuni Paesi, quali ad esempio quelli dell?Unione Europea, e questo disastro potrebbe fornire un?occasione in più. Vita: Quindi solo opportunismo dietro quest??apertura?? Petrecca: No, personalmente non lo credo: la novità più importante è che il telegiornale nazionale, seppur in fondo ai titoli e seppur tra una parata e un canto nazionale, abbia comunicato oggettivamente la notizia, menzionando la richiesta di aiuti da parte del governo coreano, la visita delle agenzie umanitarie sul posto e l?intervento delle stesse per fronteggiare l?emergenza. Considerando la cultura del governo coreano, volta a non dare mai notizie negative per non deprimere il popolo e farlo vivere in uno stato di ?beata? incoscienza, questo è il vero segnale di novità che potrebbe significare una lenta ma significativa apertura del regime. E’ ciò che tutti speriamo.


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