Non profit

Caro Report, sul Pavarotti&Friends hai detto solo il male…

Così Donatella Ceralli, del Ciai, ha preso carta e penna e scritto alla Gabanelli. Perché doveva raccontare anche i progetti andati a buon fine

di Benedetta Verrini

“Gentile Redazione di Report, credo sia giusto esternarvi le mie perplessita rispetto al servizio sull’edizione 1998 del Pavarotti & Friends”. Esordisce così una lettera che Donatella Ceralli, responsabile delle relazioni esterne del Centro Italiano Aiuti all’Infanzia-Ciai, ha inviato oggi alla redazione di Report. La trasmissione di Milena Gabanelli, andata in onda ieri e intitolata “Come è andata a finire”, si è occupata del Pavarotti&Friends, che nel 1998 ha raccolto fondi per i bambini in Liberia. L’intero servizio è giunto a dimostrare che il ricavato della serata (circa 4 miliardi e mezzo delle vecchie lire) non è mai stato speso per progetti di cooperazione. Anzi, sarebbe andato perso tra mille spese di progettazione, cambi di gestori del progetto stesso e, alla fine, nell’infelice consegna della parte restante della somma nelle mani del governo Taylor (ora rovesciato), il quale l’avrebbe utilizzata per comprare armi. “Non discuto quanto da voi raccontato rispetto all’esito di quell’edizione e al fallimento del progetto di solidarieta proposto” commenta la Ceralli. “Quello che non avete nemmeno tentato di fare” prosegue, “è raccontare cosa è successo le volte precedenti e quelle successive, dove “sono andati a finire” i soldi raccolti nelle tante altre edizioni della rassegna modenese”. Cioé Report ha completamente omesso di riportare, oltre all’episodio negativo, anche le occasioni in cui il Pavarotti&Friends ha invece permesso di realizzare importanti progetti di cooperazione: “Voglio parlare solo di cio che conosco molto, molto direttamente” prosegue la Ceralli nella sua lettera, “nel 2000 il concerto Pavarotti & Friends fu dedicato a progetti a favore dei bambini di Tibet e Cambogia. Tali Progetti sarebbero stati realizzati, rispettivamente, da due associazioni: la Tibetan Children Village (che fa capo al Dalai Lama) e il CIAI, Centro Italiano Aiuti al’Infanzia, la Ong di cui mio onoro di far parte e che, in questo momento, mi sento di rappresentare”. “Per quanto ci riguarda, cioé per i progetti dedicati ai bambini cambogiani, tutto cio che era stato promesso nel concerto del giugno 2000 e stato da tempo realizzato, le strutture sono perfettamente funzionanti e piu che mai attive. Si trattava, in quel caso, di cinque interventi: 1) Realizzazione di due nuove strutture di accoglienza per i bambini portatori di handicap, sieropositivi e con problemi di malnutrizione all’interno del Centro Nutrizionale di Phom Penh. 2) Costruzione di un ambulatoro medico all’interno del Villaggio dei Bambini di Battambang. 3) Costruzione di 3 nuove casette nel Villaggio dei bambini di Battambang 4) Costruzione di una Scuola nel villaggio di Paillin; 5) Costruzione di una struttura per ospitare i bambini che frequentano la Scuola d’Arte (danza e musica khmer) di Siem Reap”. “Scusate l’aridita dell’elencazione, ma vorrei che la vostra riflessione partisse proprio da qui, dai fatti concreti”, e conclude: “Per l’onestà intellettuale che vi ha sempre contraddistinto dovreste informare gli spettatori anche su cio che di buono e stato fatto. Il rischio grosso, infatti, e che il pubblico perda completamente la fiducia nelle iniziative di raccolta fondi e le associazioni che proprio attraverso di esse riescono a realizzare i loro progetti (e non ad arricchirsi) non siano piu in grado di farlo”. “Proposta: venite a visitare con noi tutto quello che, con i duetti di Pavarotti e dei suoi amici e con la generosita del pubblico che li ha seguiti, siamo riusciti a fare in Cambogia. Vedrete tante belle costruzioni ma, soprattutto, tanti bambini che ne usufruiscono. Vi assicuro che la loro vita, da quel maggio 2000, e decisamente cambiata. Perche non raccontare anche questo?”

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