Salute e competitività

Draghi: Pfas necessari per l’energia pulita

Non esistono alternative ai Pfas, sono indispensabili per la transizione energetica. A dirlo è il rapporto sul futuro dell’economia europea di Mario Draghi. La reazione degli ambientalisti non si è fatta attendere: la competitività non può essere un obiettivo fine a sé stesso, ma deve servire per il benessere delle persone. «Le autorità proteggano la salute dei cittadini. Bisogna sostenere la proposta di restrizione dei Pfas in Ue e fissare limiti di tempo chiari per le deroghe», è l’invito dell’Associazione Medici per l’Ambiente - Isde

di Elisa Cozzarini

Parla anche di Pfas il rapporto sulla competitività dell’Unione europea firmato dall’ex primo ministro italiano ed ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. Il documento che guiderà le decisioni della futura Commissione guidata da Ursula von der Leyen sostiene che una possibile messa al bando delle sostanze per- e polifluoroalchiliche nell’Ue avrebbe un impatto negativo sullo sviluppo e produzione di tecnologie fondamentali per la transizione energetica. Draghi sottolinea che al momento non esistono alternative ai Pfas in questo settore: uno stop europeo, dunque, favorirebbe i concorrenti cinesi e statunitensi nella corsa alle energie pulite.

La reazione degli ambientalisti

Circa un terzo delle 328 pagine del rapporto è dedicato alla decarbonizzazione e al ruolo centrale del settore energetico per la competitività europea. «Siamo d’accordo con Draghi sulla necessità di investimenti pubblici e innovazione per accelerare la transizione ecologia, che farà diminuire il costo dell’energia e renderà le nostre economie più resilienti», afferma l’European environmental bureau, la principale rete di associazioni ambientaliste europee. «Ma l’obiettivo di superare la Cina e gli Stati Uniti non è solo economicamente insostenibile, ma aumenterà anche le tensioni geopolitiche. Il vero margine europeo di competitività sta nel guidare una trasformazione globale, che comprende l’eliminazione di sostanze tossiche e dell’inquinamento, e il ripristino della natura». In sintesi, per gli ambientalisti una vera transizione ecologica non si raggiunge rendendo le cose più facili all’industria con la deregolamentazione. «L’obiettivo finale non è essere competitivi in sé ma per proteggere il pianeta e le persone».


L’Associazione medici per l’ambiente – Isde Italia e la rete europea Health and environment alliance – Heal hanno reagito alla pubblicazione del rapporto Draghi ricordando che i Pfas sono una grave minaccia per la salute umana e l’ambiente. Sono collegati a tumori, malattie della tiroide, disfunzione immunitaria e interruzione ormonale. «Invitiamo i decisori europei a proteggere la salute delle persone sostenendo la proposta di restrizione dei Pfas a livello dell’Ue e fissando limiti di tempo chiari per eventuali deroghe», affermano Isde e Heal. «Le preoccupazioni espresse nel rapporto Draghi sulla mancanza di tecnologie alternative per alcune industrie sono fuorvianti, poiché la restrizione proposta consente deroghe per determinati settori e usi».

L’Agenzia europea per le sostanze chimiche – Echa sta valutando la possibile limitazione di diecimila Pfas in Ue, proposta a febbraio 2023 da Danimarca, Germania, Paesi bassi, Norvegia e Svezia. L’obiettivo è ridurre l’immissione di queste sostanze nell’ambiente e rendere i prodotti e i processi produttivi più sani. Si legge nella proposta iniziale che, se non saranno introdotte restrizioni, circa 4,4 milioni di tonnellate di Pfas finiranno nell’ambiente nei prossimi trent’anni, con i relativi rischi per la salute delle persone e per la natura.

La foto ai apertura è di Riccardo Antimiani/POOL Ansa/LaPresse

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