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Torino: Nono Rapporto sulla condizione giovanile

Pubblicato ieri, fotografa una città che risente della crisi della natalità e diventa cartina di tornasole dell'Italia

di Benedetta Verrini

Novecentomila abitanti totali: 200.000 anziani contro 144.000 giovani. Dieci anni fa la situazione era esattamente l’opposto: è la “fotografia” della condizione giovanile a Torino, scattata nel 9no Rapporto che raccoglie i principali dati e informazioni sulle tematiche che riguardano i giovani e viene, di norma, pubblicato con cadenza biennale. A metterlo insieme è l’Osservatorio del Mondo Giovanile, istituito nel 1987 dal Comune di Torino come strumento per la programmazione delle politiche giovanili. L’attività prioritaria dell’Osservatorio è quella di raccogliere ed elaborare dati e informazioni sui principali temi inerenti alla condizione giovanile, allo scopo di “costruire una conoscenza” sistematica ed organizzata della realtà giovanile e di fornire uno sfondo di dati, informazioni e riflessioni utili per orientare la progettazione di iniziative e servizi per i giovani. Nell’edizione 2002-2003 del Rapporto, pubblicato ieri, sono emersi questi aspetti: Dati demografici La popolazione di Torino tende a stabilizzarsi intorno ai 900.000 abitanti (anzi, è in leggero aumento) si registra ancora un, sia pur lieve, afflusso di giovani dal Sud Italia; la popolazione continua ad invecchiare sensibilmente: ci sono 200.000 anziani (22% del totale) contro 144.000 giovani (16%); dieci anni fa la situazione era opposta. Continua il calo dei matrimoni tra giovani sul totale matrimoni (29%, contro il 54% di dieci anni fa), cresce il numero dei nuovi nati, ma il tasso di fecondità resta bassissimo: 1,1 figli per donna in età fertile (per mantenere stabile la popolazione dovrebbe essere. Gli stranieri residenti a Torino: a fine 2002 sono 46.000 (erano 14.000 nel 1993), ossia il 5,2% della popolazione; percentuale, comunque, molto più bassa rispetto alle principali città europee aumentano fortemente gli stranieri provenienti dall’Europa non-UE (soprattutto rumeni) ripartizione poco omogenea nelle Circoscrizioni: la 7 (Vanchiglia) e la 8 (S.Salvario) hanno quasi il 9% di stranieri; la 2 (Santa Rita) poco più del 2%. Scuole superiori e Università: diminuisce il numero di studenti nelle scuole superiori (a causa del calo demografico) mentre aumentano quelli stranieri: il liceo scientifico è il tipo di scuola più “gettonato”(23% degli iscritti totali); maggiore complessità dell’istruzione secondaria (sperimentazioni, offerte sempre più variegate) e competizione tra le scuole; ci vorrebbe un forte lavoro di orientamento e accompagnamento; crescente “femminilizzazione” dell’Università (tra gli studenti il 61% sono ragazze), mentre il Politecnico resta fortemente declinato al maschile (75% di ragazzi); problemi di efficienza negli atenei: abbandoni e tempi lunghi per laurearsi (a Torino 7 anni, media peraltro migliore di quella nazionale). Formazione professionale: gli iscritti ai corsi aumentano del 23% rispetto al 2000; l’aumento è più forte nei corsi di formazione brevi (che danno un semplice attestato di frequenza); aumentano anche gli abbandoni, soprattutto nella fascia d?età 25-29 anni; si sono avviate alcune significative sperimentazioni, ma permangono difficoltà nell’interazione tra scuola superiore e sistema della formazione Lavoro Disoccupazione: anno 2002 negativo: si interrompe la tendenza al calo della disoccupazione riscontrata negli anni precedenti (persone in cerca di lavoro = 87.600 nel 1993; 60.800 nel 2001 e 60.300 nel 2002); tra gli uomini la percentuale più alta di disoccupati è nella fascia 15-29 anni; tra le donne nella fascia 30-49 anni (novità degli ultimi anni), soprattutto quelle a bassa scolarità. Occupazione: aumento congiunturale nelle costruzioni (dovuto a Olimpiadi, metropolitana e passante ferroviario); crescita strutturale nell?informatica e telecomunicazioni; calo strutturale nell?industria (soprattutto l?auto); migliora l?occupazione femminile: donne = 42% degli occupati nel 2002 (38% dieci anni fa) Nuove forme di lavoro: ulteriore aumento delle forme “atipiche” di occupazione per i giovani; lavoro interinale: nella maggioranza dei casi (58%) il rapporto di lavoro dura meno di 15 giorni; calo demografico: la carenza di offerta di lavoro giovanile potrà causare problemi nel futuro; occorre investire nell?orientamento e formazione dei giovani che abbandonano presto il percorso formativo Disagio e devianza A dispetto di messaggi mediatici che a volte ingrandiscono i problemi, i dati sulla delinquenza minorile delineano un quadro articolato e, soprattutto, non allarmante; numero di denunce: 3.600 nel 2002 (erano 3.300 nel 1997). IPM Ferrante Aporti: aumentano i reati contro il patrimonio e calano quelli contro la persona e quelli contro la legge sugli stupefacenti. I Ser.T. (Servizi Tossicodipendenza): aumento degli utenti in Piemonte: 14.600 del 2002 contro 10.300 dieci anni fa; cambia l’età dei nuovi utenti: in dieci anni la fascia 20-24 anni cala dal 35% al 24%; la fascia 35-39 anni sale dal 6% al 15%; solo 351 i casi di anfetamina e ecstasy in carico ai Ser.T., pochissimi rispetto al reale consumo di tali sostanze (da una ricerca risulta che su 190 giovani frequentatori di locali notturni, 119 dicono di consumare “nuove droghe”). Aggregazione giovanile Indagine sui gruppi amicali: il 40% dei giovani dichiara di avere più di 20 amici (decisamente al di sopra della media nazionale), il 46% dei giovani risulta far parte di almeno una associazione (di nuovo, più della media nazionale); nel 2003 nascono 13 “Centri del protagonismo giovanile” con valenza aggregativa, di produzione culturale e di qualificazione del territorio; è stabile il numero di strutture pubbliche per i giovani, mentre aumenta il numero di locali nelle tipologie frequentate dai giovani (in totale circa 800 nel 2002); oltre che nel centro storico, i locali tendono a concentrarsi maggiormente in una fascia semi-centrale comprendente le Circoscrizioni 8, 7 e 3.

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