L'evento

Dialoghi sulla meraviglia, a Piacenza 4 giorni per leggere il presente

«Uno strumento per aiutare le persone a capire in che mondo viviamo», in cui convivono «profondità di analisi, ma anche leggerezza». Così Alessandro Fusacchia, curatore per il secondo anno della kermesse, racconta il "Festival del pensare contemporaneo", in programma dal 19 al 23 settembre nella città emiliana

di Alessio Nisi

Piacenza

Uno strumento per aiutare le persone a capire in che mondo viviamo, concretamente delle giornate con lezioni e incontri su diversi temi che hanno un tratto comune: provare a leggere il quotidiano. La premessa? «Ci sono delle connessioni sempre più forti tra quello che succede nel locale e quello che succede a livello internazionale», queste le parole che Alessandro Fusacchia, curatore per il secondo anno del Festival del pensare contemporaneo, in programma a Piacenza, dal 19 settembre. L’evento, promosso dal Comune di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, conta tra i suoi partner scientifici la Fondazione Golinelli.

Oltre 150 relatori (fra gli ospiti anche Samantha Cristoforetti, la scrittrice Donatella Di Pietrantonio, il premio Nobel per la pace 2022 Oleksandra Matviychuk, la sociologa di fama internazionale Judy Wajcman, ma anche l’economista Stefano Zamagni, fino alla cantante Amii Stewart), per più di 70 incontri e lezioni pratiche di pensiero e concerti filosofici diffusi in 14 location della città, fino al 23 settembre si confronteranno su come reimparare a pensare e portare la meraviglia dentro di noi. Che poi è il tema di quest’anno, precisamente “Vivere la meraviglia. Tra stupore e spavento”.

Il 23 settembre, poi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà in visita a Piacenza in occasione dei 220 anni del Teatro municipale.

Ai e apprendimento

A sostenere il festival, si diceva, anche la Fondazione Golinelli, in particolare sul tema dell’istruzione e delle tecnologie emergenti e in relazione al panel in programma il 21 settembre (QUI le info). L’incontro vuole esplorare le ultime tendenze e ricerche sull’intelligenza artificiale, applicata all’apprendimento, approfondire l’impatto dell’educazione e la formazione professionale e identificare opportunità e sfide nell’integrazione dell’IA nei processi educativi.

Ne discuteranno Giulia Lorenzoni, Ph.d. in anglo-irish literature, docente e autrice, Daniele Bruzzone, ordinario di pedagogia generale e sociale presso la facoltà di scienze della formazione dell’Università cattolica del sacro cuore ed esperto di filosofia dell’educazione e Adriano Fabris, ordinario di filosofia morale presso il Dipartimento di civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa ed esperto di etica delle nuove tecnologie.

Carceri, scuola, ai calamità naturali e lavoro

«Parleremo di carceri ma anche della fragilità umana, di corpi mostruosi, ma anche di calamità naturali. Tutti gli ospiti sono legati da un filo rosso: la meraviglia, lo stupore, come lo spaventoso. Poi, rivolgendoci in particolare alle giovani generazioni, affronteremo temi come il diritto alla disconnessione e i cambiamenti del mercato del lavoro». E come il rapporto tra scuola e nuove tecnologie. Il riferimento è al panel organizzato in collaborazione con Fondazione Golinelli, «uno dei riferimenti in Italia sul tema».

Le nuove tecnologie cambiano il modo in cui viviamo le emozioni a scuola, quelle emozioni poi che sono fondamentali per capire come gestiamo l’apprendimento

Alessandro Fusacchia – curatore del Festival del pensare contemporaneo

La meraviglia come opportunità

Un’esplorazione «nella bellezza e nelle opportunità», ma anche nella preoccupazione di accadimenti spesso, appunto, non compresi, spiega sempre Fusacchia. «La meraviglia in tutte le sue articolazioni e complessità. Ci sta a cuore», sottolinea, «che questa meraviglia non venga vissuta passivamente, come sopraffazione. La conoscenza in questo quadro aiuta a rimettere in prospettiva le cose positive ma anche a darci coraggio di fronte alle cose negative».

La complessità del mondo contemporaneo è molto elevata e c’è bisogno di sviluppare profondità di analisi, mantenendo però la leggerezza di un festival

Alessandro Fusacchia

Attraversando varie discipline e forme di espressione, il Festival invita i partecipanti a trovare gli strumenti, grazie a voci stimolanti e innovative del panorama culturale e scientifico contemporaneo, per ritrovare, provare ed elaborare la meraviglia, tornando finalmente a sentirci noi stessi.

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Alessandro Fusacchia, curatore del Festival del pensare contemporaneo

Le forme dell’innovazione a Piacenza

Un festival che si propone come innovativo, non solo nei contenuti. «Proponiamo», spiega sempre Fusacchia, «un dialogo tra persone che vengono da mondi diversi. Alla base di questa scelta, l’idea che sul palco non si parla di un tema, «ma si discute delle sfide del contemporaneo». Con questo approccio, l’orizzonte emerge dalle «competenze, dalle storie e dalle esperienze che si mettono a confronto e che magari non avevano mai dialogato prima. Uscire dalla nostra bolla produce risultati molto interessanti».

Il concerto di apertura

Ad aprire la kermesse un connubio di musica e poesia per stimolare il pensiero e la meraviglia. Andrea Colamedici, direttore filosofico del festival, in occasione dell’inaugurazione sarà in dialogo con musicisti e artisti capaci di veicolare le proprie visioni del contemporaneo attraverso diverse forme espressive. Tra loro, ci saranno gli scrittori Chiara Valerio e Paolo Di Paolo, la cantante Arisa, il rapper, cantautore e produttore Dargen D’Amico e il rapper che si ispira alla letteratura, Murubutu.

La preghiera sociale

Il cuore del festival è lo sguardo sul mondo che la filosofia sa offrire, per conoscere e indagare la realtà che ci circonda attraverso il pensiero e le idee di alcuni tra i più rilevanti filosofi internazionali. Tra gli ospiti, ci sarà la filosofa Giorgia Serughetti, in dialogo con l’antropologo Franco La Cecla, che si addentreranno all’interno del dibattito sul risvolto sociale della preghiera.

Il mostruoso femminile. Sarà presente anche Jude Ellison Doyle, autrice del saggio Il mostruoso femminile (Tlon) e insieme a Francesca Romana Recchia Luciani, esperta di filosofie del corpo e queer studies, descriveranno il modo in cui i corpi sono stati resi docili dalla cultura patriarcale e di come oggi si possa rivendicare la propria identità, infrangendo le catene millenarie che hanno oppresso chi è stato considerato “non conforme”. A dialogare e riflettere insieme agli ospiti anche la filosofa Maura Gancitano


L’età fragile e un faro sulle carceri italiane

Protagonista del festival sarà anche il mondo editoriale in tutte le sue declinazioni, dal giornalismo alla letteratura, passando per le novità editoriali. Ad animare i palazzi e i teatri piacentini ci saranno diverse lectio: il traduttore e scrittore Paolo Nori, con la sua lectio Complicità, parlerà di scrittura e censura, la scrittrice Lidia Ravera e la lectio Age pride si addentrerà inoltre nei pregiudizi sull’età.

Saranno presenti anche la scrittrice Donatella Di Pietrantonio, che al festival presenterà il suo libro vincitore del Premio Strega 2024, L’età fragile (Einaudi), la scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva Daria Bignardi, che in dialogo con la direttrice carceraria Lucia Castellano, parlerà del suo libro Ogni prigione è un’isola (Mondadori), per gettare luce sulla situazione delle carceri italiane.

Musica, le implicazioni etiche dell’ai

Anche l’universo dell’intrattenimento è un canale utile per riflettere appieno sul mondo e sulle nostre vite. Spazio al mondo dell’intelligenza artificiale generativa (quella capace di generare immagini, suoni, testi e filmati, oggi tema sempre più rilevante e complesso): ne esploreranno le implicazioni etiche, estetiche e sociali l’artista visivo Francesco D’Isa e l’illustratore Lorenzo Ceccotti.

Il festival ospiterà anche il concerto degli studenti del Conservatorio Nicolini e a seguire ci sarà il dialogo su industria musicale e tecnologia tra il musicista sperimentale Alex Braga, il ceo di Soundreef Davide d’Atri e Alessandra Carbonaro, che da tempo si occupa di diritti d’autore e degli artisti.  

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Festival del pensare contemporaneo, un’immagine dalla prima edizione

Spazio, città del futuro e neurodivergenze

Non può esistere un pensare contemporaneo senza un dialogo con il mondo della scienza. Per conoscere e comprendere le urgenze del nostro tempo, sono stati invitati scienziati e divulgatori come l’astronauta Samantha Cristoforetti, che porterà il pubblico alla scoperta dello spazio e delle sue meraviglie in un’ottica europea, insieme con Marcello Spagnulo, ingegnere aeronautico e consigliere scientifico di Limes.

La glaciologa Heïdi Sevestre poi porterà la riflessione urgente sullo scioglimento dei ghiacciai. Lo scienziato e divulgatore Stefano Mancuso parlerà delle città del futuro, le fitopolis, luoghi in cui il rapporto fra piante e animali si riavvicini al che troviamo in natura;

Al festival ci sarà anche un laboratorio sulle neuro divergenze con la psicolinguista e scienziata cognitiva Eleonora Marocchini, per capire e coltivare la diversità dei cervelli umani.

La situazione italiana tra debito pubblico ed economia civile

La riflessione sul presente anticipa il futuro che verrà. Per questo è importante chiamare in causa e mettersi in ascolto di chi conosce e fa parte del dibattito politico ed economico. Sono attesi al Festival del pensare contemporaneo il vice premier sloveno Luka Mesec, in dialogo con il Premio Nobel per la pace 2022 Oleksandra Matviychuk (da remoto), il politologo Charles Sabel e il diplomatico Piero Benassi per parlare delle democrazie sospese sui due lati dell’Atlantico.

L’economista Stefano Zamagni, invece, dialogherà sulla situazione italiana tra debito pubblico ed economia civile insieme con Veronica De Romanis, autrice e docente di Economia Europea alla Luiss Guido Carli di Roma e alla Stanford University a Firenze.

L’arte di vivere, sport e paralimpiadi, genitori di oggi

Ci si chiederà inoltre che fine ha fatto il fine vita. Dell’arte di vivere e morire bene ne parleranno Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, e il chirurgo Giorgio Macellari. A riflettere invece sul lavoro e sull’impatto che ha nelle nostre vite, ci saranno gli attori e registi Niccolò Fettarappa e Lorenzo Marangoni con lo spettacolo Solo quando lavoro sono felice.

Nell’anno delle Olimpiadi, si continua a parlare di sport, con il focus sulla motivazione e crescita nello sport italiano con l’allenatore e pallavolista Ferdinando De Giorgi e il presidente di Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli.

Si parlerà anche di genitori contemporanei, con Francesca Fiore, la fondatrice di fondatrice di @Mammadimerda, e l’economista Tommaso Nannicini. La “meraviglia” poi come chiave per cambiare il senso comune, ma con l’attenzione di non lasciar fuori “i margini”: discuteranno di come occorre tenerne conto oggi per capire la realtà con gli attivisti Claudia Bernabucci, Danilo De Luise e Valentina Sacchetto, a introdurre il dialogo ci sarà Andrea Morniroli, del Forum diseguaglianze e diversità.

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Festival del pensare contemporaneo 2023

Il digitale

L’universo dietro agli schermi è ormai una parte integrante delle nostre vite. Sono strumenti carichi di possibilità, ma anche di rischi. Di tecno femminismo e battaglie sociali dal microonde all’intelligenza artificiale ne parlerà la sociologa di fama internazionale Judy Wajcman, in dialogo con Diletta Huyskes, co-founder e co-ceo di Immanence. Cosa resterà di umano in un mondo artificiale? Risponderanno il giurista Luca Bolognini e la filosofa Teresa Numerico. Ma il digitale è anche reale, come il dolore che può causare: di violenza virtuale se ne parlerà con il filosofo Francesco Striano.

Chi controlla l’infrastruttura digitale globale? Per trovare la risposta, dialogheranno il Capo della Comunicazione del G7 a guida italiana Antonio Deruda e il giornalista televisivo Frediano Finucci, mentre il saggista Cesare Alemanni e il co-fondatore di Arduino Massimo Banzi discuteranno di cittadini, aziende e Stati alle prese con lo sconfinato potere dei microchip, per capire se la tecnologia sia di pochi o per tanti.

In apertura e nel testo foto dell’ufficio stampa Festival del pensare contemporaneo

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