Politica

Russo (Forza Italia): «No, sullo Ius Scholae non scherziamo»

Dopo che Forza Italia, ieri, ha votato no all'emendamento di Azione sullo Ius Scholae, l'onorevole Paolo Emilio Russo conferma: «Stiamo lavorando già ad una proposta di legge che intendiamo presentare entro poche settimane. Le ragioni? Praticamente le stesse che leggo nel Manifesto di VITA».

di Sara De Carli

«Stiamo lavorando con il gruppo, con i colleghi al Senato, a un testo con il quale intendiamo riformare le norme che regolano la concessione della cittadinanza italiana. Vogliamo semplificare e velocizzare le procedure andando incontro alle mutate esigenze dei nuovi italiani, che poi sono i compagni di scuola dei nostri figli. Questo, però, è un tema di democrazia e diritti, non certo di sicurezza nazionale. Una riforma complessiva che merita più considerazione di un emendamento inserito all’ultimo in un disegno di legge che, come si evince già dal nome, si occupa d’altro»: Paolo Emilio Russo, deputato di Forza Italia, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali, comasco, 47 anni, ieri è intervenuto così in nell’Aula della Camera dopo il voto degli emendamenti al decreto Sicurezza. La Camera dei Deputati ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni riguardanti la modifica della legge sulla cittadinanza, incluso quello proposto da Azione che introduceva lo Ius Scholae e agganciava la cittadinanza al completamento di un ciclo scolastico di dieci anni. Forza Italia – che ha riportato nel dibattito estivo lo Ius Scholae – ieri ha votato “no” all’emendamento presentato da Azione. 

Mi permetta di iniziare con una domanda diretta, dopo il voto negativo di Forza Italia all’emendamento di Azione: stavate scherzando allora quando più volte durante l’estate avete rilanciato sullo Ius Scholae?

Affatto. Stava scherzando, forse, chi ha proposto una riforma così importante e decisiva come emendamento di fine estate  ad un disegno di legge che abbiamo discusso per mesi e che si occupa di tutt’altro, di anziani raggirati o vittime di usura, al punto che si chiama “Ddl Sicurezza”. La cittadinanza, per come la vediamo noi, è un tema che non ha nulla a che vedere con la sicurezza e sbaglia chi lo dice:  è invece una questione di diritti che merita una discussione vera, seria. 

Su questa “riforma complessiva che merita più considerazione di un emendamento inserito all’ultimo”: quindi come intende procedere Forza Italia? Riesce a indicare anche qualche tempistica?

Stiamo lavorando già dall’inizio del mese i settembre ad una proposta di legge che intendiamo presentare entro poche settimane, per poi cominciare a confrontarci con gli altri partiti della maggioranza e, ovviamente, anche con quelli dell’opposizione. Stiamo lavorando a una riforma che velocizzi e semplifichi la concessione della cittadinanza alle bambine e ai bambini che seguono il percorso di studi obbligatorio insieme ai nostri figli e che intervenga allo stesso tempo sui meccanismi che oggi regolano la concessione della cittadinanza a chi è nato e cresciuto all’estero ma aveva bisnonni vissuti in Italia, i cosiddetti oriundi. 

La cittadinanza, per come la vediamo noi, è un tema che non ha nulla a che vedere con la sicurezza. Sbaglia chi lo dice. È invece una questione di diritti che merita una discussione vera, seria

Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Costituzionali

Due anni fa, quando la proposta dello Ius Scholae è apparsa sulla scena politica, come proposta realistica di mediazione, la cosa poi è stata affossata sono centinaia e centinaia di emendamenti della Lega. Diversi e ripetuti “stop” da quel fronte sono già arrivati. Come pensate di costruire quel consenso che oggi non pare esserci?

Facendo esattamente quello che stiamo facendo: lavorandoci con serietà. Passo dopo passo andiamo a cercare il consenso su una proposta di buonsenso, che prende atto di una realtà che già esiste e che, ovviamente, niente ha a che vedere con l’immigrazione illegale. È sufficiente frequentare una scuola, conoscere i compagni di classe dei nostri figli o dei nostri nipoti. Prima o poi ci si dovrà arrivare per forza: ecco, noi lavoriamo perché  sia subito. 


In un’intervista recente ha detto che “esistono leggi urgenti e poi ce ne sono altre che sono – più semplicemente – giuste”. VITA ha redatto un “Manifesto del Terzo settore e della società civile per lo Ius Scholae”, con le nostre 5 buone ragioni per farlo. Quali sono quelle di Forza Italia? E le sue?

Le stesse che leggo nel Manifesto di VITA, praticamente. La Repubblica ha il compito di ridurre le disparità, offrire a tutti le stesse opportunità: è giusto riconoscere a chi ha sempre vissuto in Italia e  superato la scuola dell’obbligo gli stessi diritti e le stesse possibilità dei coetanei nati da cittadini italiani. È bene farlo per quando molti di loro si affacciano nel mondo del lavoro. 

Noi siamo molto convinti del significato profondo che ha il legare la cittadinanza ai percorsi formativi, che è ben di più del fatto che lo Ius Scholae sia un “compromesso” rispetto allo Ius Soli: a scuola non si imparano soltanto grammatica e formule, ma si trova la radice della polis. Uno dei nodi che però bisognerà affrontare è quello di capire se basterà la frequenza o meno, che “paletti” mettere… C’è il rischio che si finisca per ridurre il valore del percorso formativo al successo scolastico e quindi a voti/promozioni? Così però la cittadinanza sarebbe una sorta di premio per gli studenti  più bravi, cosa che non può e non deve essere. Che cosa avete in mente?

Qualunque decisione che migliori la legge attuale è benvenuta: procedere per piccoli passi è sempre meglio che stare fermi. La scuola, come dite, è la principale agenzia formativa ma anche il luogo dell’integrazione, del coinvolgimento. Cominciamo da lì e io credo che su questo potrebbero essere tutti d’accordo, cosa che, nel quadro politico attuale, non può capitare con le proposte di Ius Soli.

La scuola è la principale agenzia formativa ma anche il luogo dell’integrazione, del coinvolgimento. Cominciamo da lì e io credo che su questo potrebbero essere tutti d’accordo, cosa che, nel quadro politico attuale, non può capitare con le proposte di Ius Soli

Gli insegnanti spesso lamentano il fatto che sulle loro teste passano continuamente riforme e decisioni, ma che non vengono mai interpellati: pensate di coinvolgere le scuole nel disegnare questa proposta di legge? Come? Dire scuola peraltro vuol dire – specie su questi temi – dire comunità educanti e Terzo settore, perché è proprio in questa sinergia e mix di competenze che i percorsi dei ragazzi sono percorsi in cui prende forma la loro persona e la loro cittadinanza. Come valorizzarlo?

La scuola è stato il luogo sul quale, per troppi anni, si è scaricato il compito complicatissimo di promuovere l’integrazione. Gli insegnanti hanno fatto, gratuitamente, per pura generosità, un lavoro straordinario. Per questa ragione, come segno di attenzione, ho proposto pochi mesi fa un ordine del giorno, che è stato accolto dal Governo, che lo impegna a investire di più e meglio sui mediatori culturali nelle scuole dell’infanzia ed elementari, dove spesso si iscrivono bambine e bambini che non parlano l’italiano. 

Foto Camera dei Deputati

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