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Civitas. “Uso della forza, ragioni della politica”
IL Forum del Terzo settore, l'associazione delle ong ed esponenti di Udc (Volonté) e Ds (Sereni) a convegno sulle poltiiche di pace e sull'Europa
Da Civitas – Padova
Si è tenuto oggi pomeriggio nell’ambito di Civitas il convegno ?Politiche di Pace: uso della forza, uso della politica ? cui hanno preso parte Giampiero Rasimelli Portavoce del Forum del Terzo Settore, Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle ONG italiane, Marina Sereni, responsabile Esteri dei DS e Luca Volonté, capogruppo alla Camera dell’UDC.
?Quando scoppia un conflitto internazionale ? spiega Giampiero Rasimelli portavoce del Forum del Terzo Settore ? nasce l?onta del pacifismo. Indicare una strategia di pace sembra un’alternativa agli interessi nazionali, quasi un voler accettare che non giochi alcun ruolo all?interno degli equilibri internazionali. Ma questa è la mentalità di chi crede nella violenza come mezzo per risolvere un conflitto?.
?Continuare a sostenere un conflitto, come quello in Iraq, che somiglia più ad un?occupazione militare armata non garantisce “posti d’onore” in ambito internazionale.- ha proseguito Rasimelli ? per giocare un ruolo importante a livello internazionale ,è necesario individuare politiche alternative alla guerra, rafforzando il diritto internazionale e le politiche di sicurezza comune?.
Luca Volontè ha sottolineato come quella della pace sia ??una grande missione della politica ??, con l?obiettivo di ??creare sviluppo, ampliamento del benessere e soprattutto un progetto in cui dalla comunita? locale a quella nazionale, a quella dell?intera europa possa guardare con una prospettiva per i prossimi 15 anni, creare le condizioni per cui dal piccolo imprenditore ai nostri figli possono guardare al futuro con una prospettiva un po? piu? ampia??. ??Speriamo ? ha concluso ? che anche in Italia una parte del paese, della politica, che abbia chiaro cosa fare della politica estera. Noi l?abbiamo chiaro: cercare di salvare nella contingenza, evidentemente gli italiani presi dai terroristi, non essere sotto il ricatto di quattro banditi che li hanno sequestrati, ma nello stesso tempo dare un respiro ampio alla politica di sviluppo, quindi della politica estera italiana??.
“Il terrorismo ? sostiene Marina Sereni responsabile esteri DS ? è una minaccia reale, un nemico senza territorio da non sottovalutare e da combattere insieme agli altri elementi di tensione che caratterizzano la situazione internazionale?. Per estirpare il terrorismo, ed alimentare la pace, bisogna agire sul sociale, sulla cultura, riequilibrare le forze economiche, che per effetto della globalizzazione sono nelle mani di pochi. ?Le proposte concrete che avanzeremo a livello politico ? conclude Marina Sereni ? saranno indirizzate ad un nuovo dialogo per il disarmo, alla riforma delle Nazioni Unite e all?utilizzo della forza come estrema ratio, solo se tutte le strategie di pace siano risultate infruttuose?. Portare la pace attraverso la non violenza è la strategia politica da perseguire.
Per Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle ONG italiane, ?La forza non porta risultati?. Lo dicono i fatti: ?Sono bastati quattro terroristi in Iraq per mettere in scacco l’intera comunità internazionale. Questa ma non solo, è la logica della forza. La questione è ben più ampia e subdola. Usare la forza non significa solo ricorrere alle armi, ma significa annientare le culture, imporre la concorrenza, i condizionamenti economici, alzare un muro di fronte al fenomeno migratorio. Per costruire una cultura e una realtà di pace non si può prescindere dal dialogo con la politica, da un confronto di idee preventivo rispetto al verificarsi degli eventi?.
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