Fisco
Meno ricerca sul cancro con il tetto al 5 per mille
Alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro dal 5 per mille arriveranno quasi 650mila euro in meno, per effetto del ricalcolo fatto dall’Agenzia delle Entrate per tenere la cifra complessiva entro il tetto previsto. «Una cifra importante, che va a discapito dell’intera comunità perché delle scoperte fatte a Candiolo ovviamente beneficiano tutti» spiega Gianmarco Sala, direttore generale della Fondazione
Il 5 per mille 2023 ha fatto registrare un record di firme, con 17,2 milioni di italiani che hanno scelto di destinare una parte della loro Irpef per sostenere realtà impegnate in attività sociali. Con queste firme hanno destinato quasi 553 milioni di euro, sforando di quasi 28 milioni il tetto fissato dal Governo per il 5 per mille. Il ricalcolo dell’importo assegnato ha generato alcune situazioni paradossali, con enti che vedono crescere le firme ma diminuire gli importi assegnati. Mai come quest’anno il meccanismo del tetto comporta un tradimento del patto fra lo Stato e i cittadini. Che cosa significa, concretamente, quel ricalcolo? Che cosa si potrebbe fare con quelle risorse che gli italiani hanno destinato ma che in realtà non arriveranno? Un’inchiesta che mostra quanto sia ormai necessario alzare il tetto del 5 per mille, anzi toglierlo del tutto.
Il numero contribuenti che nel 2023 ha destinato il 5 per mille alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro – Fprc è aumentato tanto che le firme hanno segnato un +2% rispetto all’anno precedente. Anche la Fondazione però riceverà una cifra inferiore rispetto a quella teoricamente destinata dagli italiani. Infatti a causa del ricalcolo proporzionale fatto dall’Agenzia delle Entrate per riportare la cifra complessiva entro il tetto di 525 milioni messo dal Governo per il 5 per mille, Fprc riceverà 12.119.391 euro contro i 12.849.291 euro che avrebbe dovuto ricevere se le scelte degli italiani venissero integralmente rispettate.
«Il tetto ci toglie, o meglio non permette di erogarci, quasi 650mila euro», spiega Gianmarco Sala, direttore Fprc. «È una cifra importante che va a discapito dell’intera comunità perché i benefici delle scoperte fatte al nostro Istituto di Candiolo sono da sempre a disposizione di tutti. Come dimostra l’ultimo studio Xenturion, sulla biobanca dei tumori al colon retto più grande del mondo, che è stato pubblicato su Nature communications. La collezione Xenturion si compone di 128 modelli 3d di tumore del colon-retto metastatici creata dai ricercatori dell’Istituto di Candiolo guidati dal prof. Livio Trusolino e dal dottor Andrea Bertotti. Una risorsa unica che consentirà lo studio dei meccanismi di resistenza del tumore, l’individuazione di nuovi bersagli terapeutici e lo sviluppo di nuovi trattamenti personalizzati».
La Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro è nata nel 1986 per dare un contributo significativo alla cura e alla ricerca sul cancro attraverso l’Istituto di Candiolo, il primo in Piemonte a ricevere il riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs): un polo oncologico all’avanguardia che continua a crescere grazie ai suoi sostenitori.
Meno progetti di ricerca, borse di studio e macchinari innovativi
«Per far capire meglio l’incidenza del “tetto” all’importo destinato, possiamo fare degli esempi concreti», prosegue Sala. «Con quelle risorse la nostra Fondazione avrebbe potuto finanziare un progetto di ricerca annuale, svolto da un team composto da due ricercatori senior, un tecnico di laboratorio, diversi ricercatori junior oltre a materiali di consumo e altre esigenze. Ancora, avremmo potuto erogare due borse di studio per giovani ricercatori, e acquistare innovativi macchinari come, ad esempio, un microscopio per la ricerca o una colonna endoscopica per la sala operatoria. Insomma, gli interventi che avremmo potuto fare con quei fondi sono davvero molteplici e di grande rilevanza».
In questi ultimi anni, grazie ai fondi 5 per mille, l’Istituto di Candiolo ha potuto attivare nove progetti di ricerca: studi che comprendono le principali patologie tumorali, da quello alla mammella a quello al colon, dalla prostata ai tumori ematologici, con particolare attenzione alla prevenzione e alle nuove soluzioni farmacologiche, che rappresentano un futuro sempre più attuale.
«Da sempre all’Irccs di Candiolo ricerca e cura viaggiano insieme, rendendo l’Istituto un’eccellenza a livello internazionale», sottolineare Sala, «solo grazie al lavoro di squadra, Candiolo sta raggiungendo importanti risultati nell’ambito delle terapie personalizzate».
Come spiega il direttore della Fondazione, «la storia di Candiolo si basa su un forte legame con i suoi sostenitori, fatto di trasparenza e fiducia, ed è per questo che è corretto che chi ha deciso di destinare a un ente come il nostro il proprio 5 per mille sappia con certezza che quella cifra verrà integralmente destinata alla finalità scelta. È un tema di chiarezza e di responsabilità. Tra l’altro, il 2023 è stato l’anno record del 5 per mille per numero di firme a conferma del ruolo strategico riconosciuto ormai al Terzo settore. Ma è stato anche l’anno record di importi erogati e tagliati dal tetto imposto. Vedere depotenziato questo importantissimo strumento non solo non rispetta le scelte dei contribuenti, ma rende anche vani gli investimenti economici delle organizzazioni».
Il 5 per mille una bella intuizione italiana
Infine, conclude Gianmarco Sala, «il 5 per mille è una bella intuizione tutta italiana. Un modello vincente, uno dei “motori” italiani. Ogni anno, però, si ripropone il tema del tetto, quest’anno ancora più impattante. Oggi abbiamo una grande opportunità: trovare una soluzione condivisa, in un contesto in cui è fondamentale che le Istituzioni siano ancora più vicine ai cittadini, grazie anche al prezioso supporto fornito dal non profit, per far sì che questo strumento possa esprimere a pieno le sue potenzialità. Fatto questo passo, un ulteriore supporto dal Governo potrebbe essere un impegno per la sensibilizzazione e la consapevolezza dell’importanza del 5 per mille. Oggi sappiamo che circa un italiano su due non destina il proprio 5 per mille. Sarebbe importante far conoscere sempre di più l’impatto che il 5 per mille può avere sulla vita e sul futuro di tutti».
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Nella foto di apertura i ricercatori dell’ Istituto Candiolo (foto: Fprc)
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