Anniversari

I 90 anni di Fulco che ci ha insegnato l’ambientalismo

Per il fondatore del Wwf, Fulco Pratesi, un compleanno importante. Abbiamo chiesto alla collega Barbara Marini, che lo ha conosciuto bene, di ricordare il valore del capostipite dell'ecologismo italiano

di Barbara Marini

Ho conosciuto Fulco Pratesi – che venerdì scorso ha compiuto 90 anni, auguri! – nel 2014, in occasione di un convegno presentato da Giuseppe Frangi, allora direttore di VITA, che organizzai al Museo della Specola di Firenze, dal titolo “Animali da città. Animali da solitudine”. La parola “antropocentrismo” andava meno di moda. Ne raccontai proprio qui.

Fu un vero avvenimento anche perché la caratura di Pratesi, fondatore e allora presidente del Wwf Italia, rimase in me come un dono prezioso, un vero esempio.

Pratesi, fondatore e allora presidente del Wwf Italia, oltre che per la sua innata eleganza, mi colpì per la gratitudine con cui si muoveva, la percezione di avere avuto molto dalla vita, di aver fatto molto, ma di essere solo all’inizio. Mi regalò un foglio, che conservo con cura, su cui, mentre si chiacchierava al ristorante, disegnava animali con una biro, con un tratto esperto, preciso e gentile. Ma più di tutto mi rimase in mente il perché avesse iniziato quello che diventerà un colosso dell’ecologismo, il Wwf, e cosa l’aveva mosso.

Mi raccontò la storia che ormai è famosa, ma che noi non conoscevamo, che andando a caccia in Turchia con il padre e alcuni amici, arrivò davanti a lui il momento di puntare il fucile dritto in testa a un’orsa che col suo cucciolo lo fissava. Era il momento più atteso, quello per cui da anni aveva imparato a cacciare e la sua prova di emancipazione definitiva. Ma guardando l’orsa negli occhi, mi raccontò, che vide la bellezza, l’impetuosa sacralità della natura, la maternità e la follia di quanto stava per fare. Da lì la sua vita prese una direzione opposta e iniziò una avventura prima culturale poi ecologica e infine certamente politica (nel senso nobile e reale del termine) per diffondere questa necessità di tornare ad essere compagni degli animali, nel mondo che ci è stato donato. Quelle sue parole non dovettero convincermi, ma mi convinse la fermezza di un uomo che si sente vocato per una missione. E così è stato.

La festa col Wwf

Oggi il suo fare è consegnato nelle mani di altri, come un padre lascia ai figli ciò che ha di più caro. Il Wwf, lo ha celebrato con un avvenimento, nella sede di Roma:  «Tutta l’organizzazione oggi abbraccia idealmente il proprio “padre fondatore” che ha fatto quello che solo i grandi sanno fare: trasformare, 58 anni fa, un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata, fondando il Wwf Italia (era il 1966) in uno stanzino del suo studio di architetto, professione presto abbandonata. Con un vero e proprio atto di follia, con pochi soldi in cassa, la prima azione del neonato Wwf Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi e del “modello Oasi”» Oggi le oasi del Wwf sono oltre 100 e proteggono circa 27mila ettari di natura.

Pratesi col Principe di Edimburgo in visita in Italia

Attraverso Pratesi e il suo fondamentale intuito è stato anche il suo contributo alla nascita del sistema dei Parchi nazionali, attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. «Caro Fulco», questa è la dedica del Wwf e dei suoi storici amici e collaboratori insieme ai  suoi familiari, la moglie Fabrizia, i 4 figli, che lo hanno festeggiato nella sede del WWF Italia a Roma, «oggi il nostro Paese sarebbe meno bello senza le tue intuizioni, la tua determinazione, senza la tua passione per tutte le creature della natura che in oltre cinquant’anni ci hai insegnato a conoscere, amare e proteggere, senza il tuo entusiasmo contagioso, senza la tua incessante azione di innato comunicatore».

«Ha fatto crescere la coscienza ambientale
del Paese»

Luciano Di Tizio, attuale presidente del Wwf Italia di lui dice: «A Fulco Pratesi tutti noi, non solo la comunità del Wwf, dobbiamo moltissimo. Grazie alle sue intuizioni, alla sua caparbia determinazione, al suo lavoro, oggi, nel nostro Paese la coscienza ambientale ha fatto grandi passi avanti e il nostro capitale naturale è più protetto. Fulco, con la sua vita, è stato protagonista di una vera e propria rivoluzione culturale che non si è fermata solo alla teoria ma che centimetro dopo centimetro, metro dopo metro, ettaro dopo ettaro ha creato una rete di protezione per il nostro patrimonio naturale. Un patrimonio che difenderemo e cercheremo di far crescere il più possibile». 

Fulco Pratesi ricevuto dal capo dello Stato. Sergio Mattarella

Il ruolo culturale di Pratesi, che fu anche direttore della rivista del Wwf, è notevole, perché è un uomo che anche attraverso l’amore per la pittura e la scrittura, ha creduto nella comunicazione. Andate a cercare i suoi libri (il primo fu “I cavalieri della grande laguna” dedicato al Cavaliere d’Italia simbolo dell’Oasi di Orbetello), e poi il primo manuale di ecologia dedicato ai ragazzi, il “Salva Natura”, che negli anni Settanta affrontava temi ancora oggi di grandissima attualità.  Proprio perché i più piccoli sono da sempre una sua grande passione, Pratesi ha diretto per diversi anni L’Orsa il primo mensile dedicato a far conoscere e amare la natura a tutti i bambini.  I suoi inconfondibili disegni hanno diffuso a intere generazioni di bambini l’amore per la natura e gli animali. Per non parlare dei suoi articoli e reportage su quotidiani (Corriere della Sera) e periodici (l’Espresso).

Fulco, con la sua vita, è stato protagonista di una vera e propria rivoluzione culturale che non si è fermata solo alla teoria ma che centimetro dopo centimetro, metro dopo metro, ettaro dopo ettaro ha creato una rete di protezione per il nostro patrimonio naturale

Luciano Di Tizio, presidente Wwf Italia

Un uomo che sa ascoltare, un uomo raro

Ma il momento più delicato di quel giorno a Firenze fu quando dovetti accompagnarlo a riposare dopo pranzo. «Ci vediamo tra 45 minuti» mi disse. Io aspettai fuori dalla porta della sua camera in silenzio, perché avevo timore che avrebbe potuto aver bisogno… Nel cammino tra quella stanza d’albergo e La Specola, mi chiese tutto di me e mi accorsi che davvero ascoltava. Veramente un uomo raro.

Ascolta il podcast con l’intervista di Luca Cereda a Fulco Pratesi

Bisogna celebrare queste persone, grandi, autorevoli perché hanno davvero speso la vita per un amore che oggi è in pericolo, non solo per lo scempio che facciamo tutti della natura, ma e soprattutto, per lo scetticismo e la distanza che sentiamo da certi “temi” spesso modaioli o politicizzati, come lui ci avvertì quel giorno. Alienati dalla valanga di falsificazione del reale in cui viviamo, ci sentiamo i padroni del mondo. A Pratesi fu dedicata perfino una orchidea, la Ophrys pratesii, un ibrido scoperto nel Salento. Fosse per me gli intitolerei la foresta amazzonica. Intanto, auguri Maestro!

Agli auguri di Barbara, si associa tutta la redazione di VITA

La foto in apertura è di Francesco Mirabile per Wwf Italia.

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