Welfare

Guatemala: un accordo pone fine ai linciaggi

In una parte del paese la gente si fa giustizia da sé. Un accordo tra 30 comuni sospende le esecuzioni sommarie. Negli ultimi 5 anni giustiziate quasi 500 persone

di Gabriella Meroni

Le esecuzioni sommarie – leggi linciaggi – che sconvolgono, almeno dal 1996, una parte dell’altopiano guatemalteco (in particolare i dipartimenti di Izabal, Alta Verpaz e Petén) potrebbero cessare grazie a un accordo stipulato tra una trentina di Comuni. L?ultima vittima di questa pratica barbra fu Alvaro Hugo Martínez, non un criminale, ma un giudice che forse con troppa fretta aveva rimesso il libertá un automobilista che, due giorni prima, aveva accidentalmente ucciso una bambina lungo le strade del villaggio di Senahú. Ed è stata proprio l?abnormità di questo episodio, presumibilmente, a spingere i dirigenti di El Estor ? ed in particolare il sindaco Miguel Choc, del partito Alianza Nueva Nación  ? a porre, finalmente, un freno ad una pratica ormai divenuta tristemente ?normale?. Quindi a cercare di convincere le popolazioni locali a farsi giustizia in modi meno barbari e sbrigativi. Il risultato è stato, tre  giorni fa, l?accordo che – siglato da 30 delle 130 comunità del municipio, tutte appartenenti alla etnia q?eqchi ? sancisce la ?temporanea? sospensione delle esecuzioni a furor di popolo, a vantaggio di più meditate procedure. D?ora in poi ogni ?delinquente arrestato? verrà ?consegnato in buona salute al giudice locale, con una dettagliata descrizione della ragione per le quali è stato detenuto?. Il tutto nell?ambito d?una campagna di ?educazione alla Giustizia? fortemente sostenuta dalla chiesa cattolica e da molte organizzazioni politiche progressiste. Ovvia domanda: quali sono le dimensioni e le cause del fenomeno? I dirigenti del Minugua (la missione delle Nazioni Unite chiamata a verificare la attuazione degli accordi di pace del ?96) ha contato 447 casi accertati, ma ritiene che il numero reale sia stato ? negli ultimi cinque anni ? almeno quattro volte superiore.


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