Immigrazione

Ventimiglia invisibile

Fino all’ 8 settembre a Ventimiglia, presso il Chiostro della Chiesa di Sant’Agostino è possibile visitare la mostra fotografica “(you) LEAVE ME ALONE, un racconto fotografico della Ventimiglia invisibile”, ad opera di Davide Primerano, fotografo ligure che da metà febbraio a settembre 2023 ha collezionato oltre 5mila scatti a testimonianza della realtà del Comune frontaliero

di Redazione

L’esposizione fotografica “(you) LEAVE ME ALONE: un racconto fotografico della Ventimiglia Invisibile” rappresenta il primo evento pubblico del progetto “Mosaico di Frontiera”, implementato da Caritas Intemelia, Comune di Ventimiglia, Diaconia Valdese, Janua Forum, Popoli in Arte e WeWorld, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando Territori Inclusivi.
Un evento fortemente voluto da tutte le organizzazioni della Rete perché va ad affrontare i temi delle vulnerabilità e delle marginalità presenti nella popolazione migrante (cuore degli interventi e delle attività portate avanti dal progetto).

L’esposizione nasce dall’esigenza di costruire un nuovo racconto “dall’interno” e “a km 0” della realtà della frontiera franco-italiana e delle migliaia di persone migranti che la attraversano ogni anno, creando l’opportunità di narrare una storia diversa, che parta dalla raffigurazione dell’intricata attualità e del recente passato ma sappia al tempo stesso aprire spazi di inclusione, di ascolto reciproco, di trasformazione territoriale.


«Gli scatti di Davide Primerano  costituiscono, infatti, il frutto di una sua esperienza di più di 6 mesi vissuti spalla a spalla con i migranti e le loro aspirazioni quotidiane di sopravvivenza negli insediamenti informali, con i residenti ventimigliesi e le preoccupazioni continue in una difficile convivenza con un fenomeno più grande di loro, con noi stessi operatori umanitari impegnati costantemente a fornire risposte a bisogni umani fondamentali non solo delle persone in viaggio, appena giunte in Europa e cariche di speranza e desideri, ma anche di una nuova categoria sociologica che abbiamo imparato a riconoscere in questi anni: i migranti che “hanno smesso di migrare” e sono ormai divenuti stanziali  e al tempo stesso senza una fissa dimora, spesso pluri-traumatizzati e in preda a dipendenze». Sono queste le parole di Jacopo Colomba, responsabile del progetto di WeWorld a Ventimiglia.

Ciò che ne deriva è un affresco collettivo denso di realismo e umanità, senza esagerazioni o abbellimenti, riportando al centro dell’obbiettivo la vita, la dignità, i sogni e le afflizioni delle migliaia di donne e uomini che, per scelta o per costrizione, si trovano a vivere in questo angolo di Europa, per qualche giorno, settimana, mese o addirittura anno. Una schietta e nitida fotografia di un esistente eccezionalmente complesso, a cui guardare per poter creare spazi di dialogo, confronto e cambiamento. La scelta di organizzare l’esposizione proprio durante il periodo in cui Ventimiglia celebra il suo Patrono, San Secondo, milite romano nato e cresciuto nel Continente Africano, nasce infatti dalla volontà della Rete di creare nuovi ponti fra passato e presente, fra il progetto e la comunità ventimigliese.

«Questo progetto è cominciato ad inizio febbraio e l’ultima fotografia è stata scattata a fine settembre 2023. Probabilmente questo lavoro potrebbe non avere mai fine, ogni giorno qualcosa cambia, ogni giorno nuove persone raggiungono Ventimiglia», dice il fotografo Davide Primerano.

L’esposizione sarà visitabile da sabato 24 agosto a domenica 8 settembre, presso il Chiostro della Chiesa di Sant’Agostino, in Via Cavour 55 a Ventimiglia. Ingresso libero e gratuito.

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