Mondo
Migranti: è ancora tragedia
Naufragio al largo di Lampedusa. La barca di legno era partita da Sabratha, in Libia. Il bilancio è di sette sopravvissuti e 21 i morti. Tra loro anche minori. La rotta del Mediterraneo Centrale è una delle più letali al mondo. Sono oltre 30.200, secondo dati Onu, i morti e dispersi nel Mediterraneo dal 2014. E mentre questo mare si riempie di corpi, le navi delle ong che soccorrono i migranti continuano ad essere oggetto di fermi amministrativi
di Anna Spena
La Guardia Costiera Italiana mercoledì pomeriggio ha soccorso, al largo delle coste di Lampedusa, sette migranti siriani. Sull’imbarcazione si trovavano 28 persone: le altre 21, di nazionalità sudanese e siriana, risultano disperse. Tra loro ci sono anche minori. «Il Mar Mediterraneo», ricorda Save the Children, «si conferma ancora una volta una delle rotte più letali al mondo. Sono oltre 30.200, secondo dati Onu, i morti e dispersi in mare nel Mediterraneo dal 2014, molti dei quali minori. Chi scappa da guerra, povertà estrema, crisi umanitarie, troppo spesso trova la morte nel tentativo di raggiungere un futuro possibile in Europa. Save the Children rinnova l’invito alle istituzioni italiane ed europee a un’assunzione di responsabilità affinché mettano al primo posto la vita delle persone in ogni decisione sulle politiche migratorie, attivando un sistema di ricerca e soccorso in mare e garantendo vie regolari di accesso».
La barca di legno, partita quattro giorni fa da Sabratha, in Libia, si è capovolta più volte, lasciando le persone aggrappate al lato della barca mentre i loro familiari annegavano intorno a loro. L’Unicef «esorta i Governi a osservare il quadro fornito dal Patto sulla Migrazione e l’Asilo per rafforzare il loro impegno nella protezione dei e delle minorenni, in conformità con la legge dell’Ue e internazionale. Questo include garantire vie sicure, legali e accessibili per bambine, bambini e adolescenti che cercano protezione e per ricongiungersi con i familiari. Allo stesso tempo, operazioni di ricerca e soccorso coordinate in mare, sbarco sicuro, accoglienza basata sulla comunità e accesso ai servizi di asilo sono essenziali per prevenire morti e proteggere i minorenni».
«Siamo attoniti», dice il presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro, «davanti all’ennesima tragedia consumata a largo di Lampedusa. I sette sopravvissuti sono stati accolti all’hotspot di Contrada Imbriacola. Troppo spesso il viaggio di speranza che porta molte persone, donne, uomini, bambine, bambini, a compiere una traversata alla ricerca di una vita dignitosa si interrompe tragicamente. Vite spezzate che ci riportano alla mente i rischi che in tanti sono disposti a correre pur di poter stringere tra le proprie mani la speranza un domani migliore».
Intanto dopo aver portato in salvo a Civitavecchia 289 persone, la nave dell’ong Sea Watch è stata bloccata dalle autorità italiane e dovrà rimanere ferma in porto. Il motivo del fermo? La nave Sea Watch 5 non aveva aspettato il via libera delle autorità libiche prima di soccorrere un’imbarcazione carica di migranti.
L’immagine di apertura è tratta da un video fornito dalla Guardia costiera italiana e mostra una motovedetta che salva i migranti da della nave che sta affondando al largo di Lampedusa. (Guardia costiera italiana via AP)
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