Politica

Lavoro: Oil, ogni giorno nel mondo 6000 persone muoiono sul lavoro

Per l'OIL, ogni anno nel mondo circa 2,2 milioni di persone - in media 6000 ogni giorno - muoiono a causa di incidenti o malattie connesse al lavoro

di Redazione

Secondo le stime dell?Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), Agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ogni anno nel mondo circa 2,2 milioni di persone – in media 6000 ogni giorno – muoiono a causa di incidenti o malattie connesse al lavoro. Gli incidenti sul lavoro coinvolgono complessivamente 270 milioni di persone ogni anno e i casi di malattie professionali sono stimati intorno ai 160 milioni. Quest?anno, in occasione della IX Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, celebrata oggi durante una conferenza stampa organizzata congiuntamente dall?OIL e dall? INAIL, l?OIL ha presentato un rapporto che richiama l?attenzione su tre questioni fondamentali: il grave pericolo costituito dai danni causati dalle sostanze tossiche che provocano circa 440.000 morti ogni anno in tutto il mondo, di cui 100.000 imputabili all?amianto; la violenza (fisica o psicologica) sul luogo di lavoro che ha interessato nel 2002, solo negli Stati Uniti, circa 2 milioni di persone; le patologie polmonari, circa il 15-30% del totale delle malattie professionali, causate dall?inalazione di polveri e di sostanze pericolose. Per quanto riguarda più specificamente l?Italia, secondo i dati diffusi dall?Inail, nel 2003 sono stati denunciati circa 952.000 infortuni sul lavoro, con 1311 casi mortali. Questi dati rappresentano comunque una conferma, anche in termini assoluti, del trend positivo che già nel 2002 aveva portato ad una riduzione del 3,5% degli incidenti sul lavoro, confermata dai dati dell?anno scorso (-1,8%). In particolare le statistiche dell?Inail, sottolineando il crescente contributo dei lavoratori extracomunitari alla produzione, evidenziano come ? rapportando gli infortuni alla forza lavoro ? il tasso di incidentalità dei lavoratori extracomunitari è decisamente più elevato rispetto a quello medio nazionale (55,6 contro 43,2 per 1000 occupati). Questo anche perché i lavoratori immigrati sono in genere impiegati nelle attività a maggior rischio, come le Costruzioni, la Metalmeccanica e l?Agricoltura. ?Promuovere, a tutti i livelli, una forte cultura della sicurezza basata sulla prevenzione costituisce il metodo più efficace per ridurre il numero degli incidenti e delle malattie legate al lavoro?, ha dichiarato Claudio Lenoci, Direttore dell?Ufficio OIL di Roma. ?Per questa ragione, ha spiegato Lenoci, l?OIL ha adottato nel 2003 una Strategia Globale che mette a disposizione di governi, datori di lavoro e lavoratori un insieme di strumenti concreti di prevenzione intesi a rafforzare i sistemi nazionali di salute e sicurezza sul lavoro?. La parola chiave è prevenzione, e per questo l?OIL lavora con governi, imprenditori e organizzazioni sindacali per favorire il dialogo sociale e per garantire a tutti i lavoratori del mondo il diritto a lavorare in un ambiente sano e sicuro. ?Anche se l?Italia ? ha affermato il Direttore Generale dell?Inail Maurizio Castro ? oggi si posiziona sotto la media europea per gli infortuni sul lavoro, l?impegno dell?Istituto, come quello di tutti gli attori sociali coinvolti, non può subire rallentamenti. Quattro morti al giorno è un prezzo che il Sistema Paese non può continuare a pagare. Agiamo e agiremo sul fronte della consulenza e supporto alle imprese (incentivi finanziari, corsi di formazione ,iniziative di prevenzione) ma non trascureremo le azioni di repressione, laddove si annidano zone di radicata illegalità e comportamenti che compromettono la sicurezza sul posto di lavoro. E? una sfida di civiltà contro l?inciviltà del morire di lavoro?.


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