Formazione

Politica. D’Antoni trasmigra dall’Udc all’Ulivo.

"E' primavera, è tempo di migrare" deve essersi detto l'ex segretario della Cisl. Caustica Rosy Bindi: "Tutti sono benvenuti. Finché restano..."

di Ettore Colombo

Un addio annunciato quello di Sergio D’Antoni che, fin dal suo ingresso nell’Udc, aveva dato segni di insofferenza che è letteralmente esplosa durante la fase della verifica di governo dalla quale si aspettava un esito diverso, invocando per l’Udc e per i suoi uomini un ruolo piu’ pesante nella compagine governativa per dare all’agenda di politica economica del governo una impronta piu’ centrista e moderata in direzione della collegialita’ e della concertazione. Fallito, ai suoi occhi, quel progetto, in D’Antoni e’ cresciuto il disagio man mano che, come ha sostenuto lui stesso, il governo si spingeva piu’ a destra, trascurando le invocate ”scelte collegiali” per favorire il rilancio economico. Cosi’ stamattina durante la direzione del partito e’ giunta, per niente inaspettata, la lettera d’addio di D’Antoni che Follini ha letto ai presenti, i quali hanno reagito con molto sarcasmo, quello stesso espresso dagli ex colleghi di partito Volonte’ e Giovanardi, ma anche da esterni come il leghista Calderoli: se n’e andato perche’ non e’ riuscito a ottenere un incarico ministeriale, per cui smaniava. Per contro, il centrosinistra ha letteralmente esultato (a cominciare da Prodi, Fassino, Rutelli) spalancando le braccia a quello che ha considerato un ”figlio prodigo”, anche perche’, come hanno sostenuto in molti nell’opposizione, il gesto di D’Antoni avra’ un ”effetto domino” e segna l’inizio della fine elettorale per la Cdl. Accanto alle battute un po’ acide, nell’Udc si e’ registrato un certo rammarico per l’abbandono anche se – come si sottolinea nel partito – quel dispiacere e’ stato ampiamente compensato dall”’isolamento” di D’Antoni, al quale non si sono uniti molti dei suoi che hanno deciso di rimanere con Follini (a cominciare dai senatori Ruvolo e Salzano, eletti nel 2001 con la lista di Democrazia europea). In ambienti Udc si sottolinea come l’addio dell’ex sindacalista non abbia prodotto alcuna emorragia a dimostrazione che il partito ormai e’ forte e monolitico. Tra l’altro – si osserva – tutti i candidati alle europee di provenienza De hanno tutti confermato la loro scelta. Quindi il bilancio della giornata, per l’Udc – come dicono nel partito – e’ stato ”positivo”, anche perche’ oggi si e’ registrato un ”importante” ingresso, quello del senatore Sebastiano Sanzarello, che ha lasciato il gruppo di Forza Italia per i centristi. Un personaggio – si sottolinea – che contrariamente a D’Antoni sicuramente portera’ un forte contributo per rafforzare il partito. Ma il transfuga ha risposto per le rime ai suoi ex amici: non cantate vittoria anzitempo perche’ dalla Sicilia mi seguira’ la ”grandissima maggioranza” e ”ci saranno notevoli sorprese”. Una decisione, quella di D’Antoni, maturata anche grazie al fattivo contributo di Luigi Cocilovo, eurodeputato della Margherita, e dell’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Di vecchia data l’amicizia fra i ‘tre moschettieri’ siciliani che tra domenica e ieri sono stati in contatto 24 ore su 24. Si racconta che a tirare i fili siano stati proprio Orlando e Cocilovo, che hanno fatto la spola telefonica tra D’Antoni e Prodi-Rutelli-Parisi. Domenica scorsa Orlando avrebbe sondato il terreno con Prodi che avrebbe accolto di buon grado l’idea di accogliere in casa D’Antoni. Il dado era tratto e ieri nel pomeriggio i tre hanno contattato Prodi a Bruxelles che ha dato a d’Antoni la sua benedizione via cavo. Poi, oggi, a cose fatte il presidente della commissione Ue ha dato il benvenuto all’ex sindacalista che, ha detto, ”ritorna nel suo schieramento naturale”. Come si diceva, nel centrosinistra l’arrivo di D’Antoni e’ stato salutato con grande gioia, anche se e’ circolato qualche commento un po’ freddino, come ad esempio quello di Rosy Bindi: ”Sono tutti benvenuti… fin quando restano”. Francesco Rutelli gli ha dato il suo benvenuto e si e’ detto pronto a ”dialogare con amicizia e a costruire un percorso comune con Democrazia europea”. Grande interesse per la scelta di D’Antoni lo ha manifestato anche Piero Fassino il quale ha parlato di decisione ”coraggiosa e lucida” che ”testimonia la crisi profonda della maggioranza”. Sulla stessa linea anche Franco Marini e Enrico Letta che ha notato come, dopo l’abbandono anche di Latteri, in Sicilia sia in atto un fuggi-fuggi dal centrodestra. Anche Castagnetti ha voluto sottolineare il ”disfacimento della gioiosa macchina da guerra che il centrodestra pensava di essere riuscito ad allestire”. Stessa analisi da Clemente Mastella, che non ha mancato di lanciare stoccate in direzione dei ”teorici dell’etica della politica”. Sarcasmo a piene mani da Enzo Bianco per il quale il vento in Sicilia e’ cambiato: ”Il tempo del 61 a zero e’ passato”.

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