Anteprima magazine

Che senso ha Milano?

È in distribuzione il numero di settembre di VITA magazine. Un numero che nel servizio di copertina riscrive la narrazione sulla città più “europea d’Italia”. Un viaggio, sotto il titolo “Milano double-face” nella città sempre più esclusiva, ma anche sempre più escludente d’Italia. Ma anche un viaggio per scrivere la mappa dei cento luoghi dell’attivismo civico. Con le interviste al sindaco Giuseppe Sala, all’arcivescovo Mario Delpini, al presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Azzone e al banchiere Corrado Passera

di Stefano Arduini

Perché abbiamo dedicato a Milano il servizio di copertina del numero del magazine di settembre (titolo “Milano, double-face”, illustrazione di Alberto Lot, per abbonarti clicca qui)? Perché ormai da tempo Milano è la città copertina dell’Italia nel mondo. E in Italia è la città a cui guardano tutte le altre città del nostro Paese. È la città dei grandi investimenti immobiliari, della finanza, della moda e delle weeks. È la “città premium”, come la definisce Dario Di Vico, uno dei tanti contributor del numero. 

Ma Milano ha anche un’altra faccia: quella degli affitti impossibili, delle giovani coppie con figli che se ne devono andare, dei tanti anziani soli, delle povertà e dei migranti. Nel nostro racconto di una città divisa (con le interviste al sindaco Giuseppe Sala, all’arcivescovo Mario Delpini, al presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Azzone e al banchiere Corrado Passera), abbiamo riservato uno spazio importante per tutti quegli attori sociali che cercano di ricomporre le fratture. Nella nostra mappa dell’attivismo civico tracciamo cento luoghi della partecipazione sociale. Luoghi da cui far ripartire un nuovo racconto per una Milano più unita e giusta. 

L’approfondimento si sviluppa lungo 75 pagine ed è organizzato in tre capitoli. 

Il primo a cura di Lidia Baratta è intitolato “I dolori della città premium” ed è un lungo viaggio nell’area urbana più innovativa e globale d’Italia. Dove, però, crescono i redditi dei più ricchi, ma si abbassano quelli delle fasce medio basse. Risultato? Lavoratori, studenti e giovani coppie non riescono più a far fronte ai costi della metropoli del boom dei turisti e degli investitori stranieri. Con i contributi di Francesco Armillei, Tomaso Greco, Massimo Bricocoli, Gianni Biondillo, Dario Di Vico, Stefano Granata, don Paolo Steffano, Alberto Sinigallia, Luca Doninelli e Franco Guidi

“Cento luoghi per partecipare” è il titolo del secondo capitolo curato da Sara De Carli grazie anche alla “consulenza” di Rossella Sacco, vivacissima portavoce del Terzo settore cittadino. Con la mappa della Milano sociale di Matteo Riva: cento nodi dell’attivismo civico dove i cittadini sono i protagonisti della vita del territorio. Millimetri di città partecipata da cui Milano può e deve ripartire. Con gli interventi del presidente di Labsus Pasquale Bonasora (“Patti di collaborazione: Milano non si limiti a fare il “compitino”) e dell’innovation manager del Consorzio Cgm, Flaviano Zandonai (“Cari imprenditori sociali milanesi, andate a dare un occhio altrove”). 

Sette interventi di sette milanesi under fifty che hanno scelto di scommettere su una nuova idea di città animano, infine, il terzo capitolo. Ogni intervento si ancora a una parola chiave: “Narrazione” con Francesco Costa, “Lentezza” con Noemi Mariani, “Partecipazione” con Bertram Niessen, “Relazioni” con Davide Agazzi, “Solidarietà” con Valeria Verdolini, “Libertà” con Simone Zambelli, “Cibo” con Giulia Ubaldi

L’appuntamento

Il numero di VITA “Milano, double-face” sarà presentato in un evento pubblico giovedì 12 settembre h. 19  presso mosso, via Angelo Mosso 3, Milano. Dibattito aperto. Non mancate. Seguiranno aperitivo e DJ set.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.