Volontariato

Libertà di informazione, appello per giornalista siriano

Il Premio Alpi, una rivista cattolica e una radio riminese chiedono la liberazione di Nizar Nayyouf. L'appello è stato inviato al Papa

di Giampaolo Cerri

Nella giornata in cui Reporters sans frontières ricorda i giornalisti perseguitati e incarcerati, arriva dall’Italia un appello per la liberazione di un cronica siriano Nizar Nayyouf. A lanciarlo il Premio Ilaria Alpi, il settimanale cattolico IL PONTE e da Radio Icaro di Rimini, che hanno inviato una lettera al Papa. Preoccupati per le drammatiche condizioni di salute del giornalista siriano, i promotori dell’appello che da mesi sono impegnati in una raccolta di firme in suo favore e per questo hanno contattato più volte il Ministro Dini e l’ambasciatore italiano in Siria, lanciano un appello al Papa considerato il suo imminente viaggio in Siria. E’ infatti dei giorni scorsi un nuovo appello lanciato dall’IPI (l’Istituto della Stampa Internazionale) al Presidente siriano Bashar al-Assad. Nizar Nayyouf, giornalista ed attivista per i diritti civili si trova ora vicino alla morte in una prigione militare di Damasco, dopo aver cominciato un nuovo sciopero della fame. Secondo le informazioni ricevute, Nayyouf ha iniziato uno sciopero della fame il 24 Aprile, dopo il mancato rispetto, da parte delle autorità, di una promessa di rilascio incondizionato, fatta all’inizio del mese. Nayyouf, che soffre del morbo di Hodgkin, una rara forma di cancro, e di altri problemi di salute giunti dopo anni di torture e continue privazioni di adeguate cure mediche, aveva portato a termine uno sciopero della fame di 16 giorni a Febbraio dopo che le autorità carcerarie avevano imposto il divieto di qualunque visita dei suoi familiari. Si teme che Nayyouf non riuscirà a sopravvivere ad un nuovo sciopero della fame. Nayyouf, uno dei principali membri del Comitato Indipendente per la difesa delle Libertà Democratiche e dei Diritti Civili in Siria e direttore capo della newsletter mensile “Sawt-al-Democratiyya” (“La Voce della Democrazia”), fu arrestato il 10 Gennaio 1992 e condannato a 10 anni di carcere per la presunta divulgazione di falsa informazione e per l’appartenenza ad una organizzazione non autorizzata. Durante la prigionia è stato torturato e picchiato così duramente da essere ora parzialmente paralizzato dalla cintola in giù e parzialmente cieco. Oltre al morbo di Hodgkin, egli soffre di affezioni epatiche, dermatiti ed ulcere. E’ confinato in una angusta cella d’isolamento e le autorità hanno chiarito che riceverà cure e trattamenti adeguati solo se si impegnerà alla totale astensione da attività politiche e firmerà una ammissione in cui dichiara di aver fatto false dichiarazioni sulla situazione dei diritti civili in Siria.


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