Sviluppo sostenibile

Sostenibilità, niente sconti per le aziende italiane

Il Governo ha recepito la direttiva europea Csrd. Introdotto senza altri ritardi l'obbligo per le imprese di grandi e medie dimensioni di rendicontare gli impatti socioambientali insieme al bilancio economico. Stella Gubelli, Altis Advisory: "Non è solo un passaggio tecnico, ma la conferma del cambiamento in atto"

di Nicola Varcasia

La sostenibilità per le aziende in Italia ha una nuova legge. Lo scorso 30 agosto il Consiglio dei ministri ha ratificato la Csrd – Corporate sustainability reporting directive, inserendola a pieno titolo nella legislazione italiana, con un decreto legislativo di recepimento. VITA ne ha parlato con Stella Gubelli, ad di Altis Advisory, società benefit nata in seno all’Università Cattolica che lavora con aziende e organizzazioni proprio nel segno dello sviluppo sostenibile.

Si tratta solo di un passaggio tecnico o ci sono delle nuove implicazioni per le imprese italiane?

È un passaggio tecnico, certo, perché non c’erano dubbi sul fatto che l’Italia recepisse la direttiva. Ma è pur vero che, fin quando la materia non fosse diventata legge, uscendo dall’aleatorietà, molte aziende ritenevano di non doversene occupare direttamente.

E ora che cosa succede?

Nell’immediato, bisogna attendere la pubblicazione del testo sulla Gazzetta ufficiale. Però è importante sottolineare che, a questo punto, i tasselli sono tutti al loro posto e la normativa italiana in fatto di rendicontazione della sostenibilità è diventata una realtà con cui è fondamentale confrontarsi per coglierne le opportunità.

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