Famiglia

Famiglie e territorio. Le banche ci ripensano

Gli approcci sono diversi. Ma tutti i grandi istituti si stanno muovendo per superare la spersonalizzazione e la distanza dalla realtà locale.

di Ida Cappiello

Alle prese con un tasso di fiducia (oltre che di rendimento dei conti correnti) pericolosamente vicino allo zero, le banche italiane si interrogano sulla via da seguire per recuperare un rapporto con la clientela che non è solo questione di immagine, ma anche di business. Se si restringe l?erogazione del credito, ad esempio, ci perdono i clienti ma ci perde anche la banca. E alla fine anche la collettività, fa notare il direttore generale di Unicredit Banca, Edoardo Massaglia: “Dare credito vuol dire soprattutto aiutare chi ha delle buone idee a realizzarle, se non è ricco di suo. è una funzione sociale che non dobbiamo mai dimenticare”. Il cliente retail al centro E’ anche per dimostrare questo che il gruppo bancario ha detto no alla centralizzazione e si è riorganizzato in base al tipo di clientela. Unicredit Banca presidia l?area delle famiglie e delle piccole imprese, nella sede autonoma di Bologna. “Quando gestivamo nella stessa struttura le grandi società e i privati, spesso diventava inevitabile trascurare i soggetti meno abbienti e meno organizzati. Adesso possiamo dedicare a loro tutta la nostra attenzione: è proprio dall?autonomia della filiale che nascono le soluzioni personalizzate”. Una strada già percorsa dalle banche di credito cooperativo, forti della lunga tradizione di orientamento ai piccoli risparmiatori, che hanno al loro attivo un?ampia offerta di prodotti per la famiglia. Conti correnti e mutui a condizioni agevolate per famiglie con particolari oneri: bambini in adozione, badante per i genitori anziani, disabili a carico. Anche i nuclei familiari stranieri sono in target, con uno speciale mutuo casa per il ricongiungimento familiare. Necessariamente individualizzato è invece l?approccio di Banca etica, che preferisce costruire soluzioni studiate caso per caso. Quella di non offrire prodotti finalizzati a un target di clienti predefinito è una scelta precisa, che ha lo scopo di avere un rapporto diretto con il cliente. Sostenibilità in banca Per gli istituti bancari più grandi è importante partecipare al processo culturale che negli ultimi anni ha messo la responsabilità al centro della comunicazione d?impresa. Mps, uno dei primi gruppi nazionali, vuole essere tra i protagonisti, con il progetto europeo Ethics & market. “Siamo la banca italiana partner del progetto internazionale, sostenuto dall?Unione europea e coordinato da Adiconsum”, spiega il responsabile delle politiche socioambientali di Mps, Luciano Pivetta. “Il progetto è articolato in tre linee di azione: finanza etica, sensibilizzazione dei consumatori, promozione della responsabilità sociale di impresa. Si svolge contemporaneamente in Italia, Francia, Germania e Spagna, con la partecipazione di associazioni di consumatori e istituti di ricerca”. In Italia, gli altri partner sono Coop Centro Italia e Fiba, il sindacato bancario della Cisl. Il rapporto col territorio Localismo è la parola d?ordine che in questo momento ispira le strategie di tanti istituti di credito, come antidoto agli effetti spersonalizzanti della concentrazione. Non si tratta solo del rapporto di conoscenza diretta con la clientela: quando si parla di responsabilità sociale, la banca locale riesce a modellare le proprie iniziative in base alle esigenze di sviluppo dell?area in cui opera. è illuminante il caso della Banca Popolare di Intra, sul lago Maggiore. “Le nostre iniziative sono prevalentemente sponsorizzazioni culturali e ambientali”, spiega il responsabile marketing della banca, Maurizio Molinari, “ma non è una scelta riduttiva: il turismo qui da noi è la chiave dello sviluppo e dell?occupazione”.

(ha collaborato Selena Delfino)


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