Volontariato

Allargamento Ue: ai nuovi membri il 52% dei fondi

E' una proposta della Commissione sulla ripartizione delle risorse

di Benedetta Verrini

Nell’ Europa allargata i dieci nuovi paesi faranno la parte del leone nella ripartizione dei fondi europei: secondo la proposta della Commissione sara’ loro riservato il 52% degli stanziamenti. Ma molto dipendera’ dalla quantita’ reale delle risorse Ue a disposizione, a seconda che prevalgano le indicazioni di Bruxelles di destinare l’1,24% del Pil al bilancio comunitario oppure la richiesta di sei stati membri di abbassare questo tetto all’1%. E dalla capacita’ dei nuovi paesi di utilizzare i finanziamenti loro destinati nei tempi e nei modi previsti dall’Ue: il rischio, in questo caso, e’ che molti dei soldi inviati da Bruxelles finiscano per tornare alla fine nelle tasche degli stati. Un quadro, quest’ultimo, accreditato da piu’ di un esperto. Dei quindici attuali stati membri, l’Italia appare quella meno penalizzata dall’arrivo dei nuovi paesi: una sola regione, la Basilicata, si troverebbe esclusa dai finanziamenti per le aree in ritardo di sviluppo a causa del cosiddetto effetto statistico, l’artificiale incremento della percentuale del Pil regionale, rispetto a quello europeo, provocato dall’arrivo dei paesi piu’ poveri. I fondi vengono infatti concessi alle regioni che non arrivano al 75% del Pil dell’Unione. Piu’ penalizzati dell’Italia saranno la Germania, con tutti e quattro gli ex lander dell’est, la Spagna, anch’essa con quattro regioni e il Regno Unito con cinque. Anche in questi casi, pero’, l’esecutivo europeo ha previsto la concessione di un contributo decrescente per accompagnare la progressiva uscita di queste regioni dal beneficio dei fondi. Questo nuovo scenario, destinato ad entrare in vigore dal primo gennaio 2007 – fino ad allora i nuovi paesi continueranno ad usufruire di fondi ad hoc -, avvantaggerebbe l’Italia che si troverebbe ad avere il maggior numero di aree ammesse a beneficiare dei finanziamenti.


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