Cibo e salute

Svizzera, stop alla carne con Pfas

Le autorità elvetiche hanno bloccato la vendita di carne contaminata da Pfas, tra San Gallo e il Lago di Costanza. Nei terreni dove pascolavano gli animali è stata trovata una concentrazione cento volte superiore alla media di sostanze per- e polifluoroalchiliche, pericolose per la salute umana. Potrebbe essere solo il primo caso, dopo l'introduzione, quest'anno, di limiti massimi nei cibi di origine animale nella Confederazione

di Elisa Cozzarini

La carne bovina prodotta da cinque allevatori del canton San Gallo, in Svizzera, non può essere messa in commercio e deve essere distrutta perché contaminata da Pfas. Nei prati in cui pascolavano gli animali, tra il capoluogo cantonale e il lago di Costanza, è stata trovata una concentrazione cento volte superiore alla media di sostanze per- e polifluoroalchiliche, interferenti endocrini pericolosi per la salute. Valori anomali, di conseguenza, sono stati trovati anche nella carne. I danni economici per gli allevatori sono enormi, anche perché i pascoli non potranno più essere utilizzati senza una bonifica, che però, secondo le autorità, potrebbe risultare troppo costosa e complicata. L’origine della contaminazione viene legata allo spargimento sui terreni dei fanghi di depurazione, usati come fertilizzanti fino al 2006, oggi trattati invece come rifiuti tossici.

Nuovi limiti di legge per gli alimenti

Da quest’anno, la Confederazione elvetica, riconoscendo la pericolosità dei Pfas, ha adottato una strategia nazionale per la diminuzione dell’assunzione attraverso il cibo. Da inizio agosto sono in vigore limiti massimi alla presenza di Pfas nei cibi di origine animale: uova, carne, alcune specie di pesce, crostacei e molluschi bivalvi. Quello dei pascoli del canton San Gallo, che ha fatto per primo i controlli, quindi, potrebbe non rimanere un caso isolato in Svizzera.

In Ticino, il Laboratorio cantonale non ha, per ora, rilevato livelli critici. A fine anno si avranno i risultati della campagna di monitoraggio che riguarda in particolare il pesce, il cui metabolismo potrebbe favorire l’accumulo di Pfas. L’attenzione delle autorità ticinesi è alta perché, da uno studio pilota dell’Ufficio federale dell’ambiente pubblicato lo scorso ottobre, sono stati trovati valori elevati in particolare nella falda che alimenta il Pozzo Pra Tiro a Chiasso e sono stati installati filtri per garantire acqua sicura. Sono stati effettuati prelievi in oltre 500 stazioni di misurazione in tutto il Paese, per ricercare 26 tipi di Pfas. Ne sono stati trovati 13, in poco meno della metà dei punti di campionamento, ma raramente oltre i limiti di legge. Le concentrazioni più alte sono state quelle di Pfos, vietati dal 2011 e dichiarati cancerogeni dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro – Iarc.

Foto Photoshot/Sintesi

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