Sostenibilità

Diecimila email di protesta contro il massacro delle foche

Lo ha rilevato l'Enpa, che ha anche incontrato l'ambasciatore canadese in Italia. La Commissione Esteri della Camera ha approvato una risoluzione

di Benedetta Verrini

Sono oltre diecimila le mail di protesta inviate dagli italiani all’ambasciatore del Canada in Italia e al Primo ministro di Ottawa contro la strage delle foche autorizzata dell’Esecutivo canadese. L’Ente nazionale protezione animali ha invitato gli animalisti a protestare contro il “massacro legalizzato” delle foche e il 19 febbraio scorso ha protestato davanti all’Ambasciata canadese di Roma e contemporaneamente davanti ai Consolati di Padova, Napoli e Avezzano. Una delegazione guidata dal presidente nazionale dell’Ente Nazionale Protezione Animali, Paolo Manzi, ha anche incontrato l’ambasciatore in Italia, al quale l’ente ha chiesto di farsi portavoce, presso il suo Governo, dello sdegno degli italiani. Ieri anche la Commissione Esteri della Camera ha finalmente approvato una risoluzione. “Da due mesi – spiega la presidente della Sezione di Roma dell’Enpa e parlamentare della Margherita, Carla Rocchi, che insieme al collega Ermete Realacci ha promosso in Parlamento una raccolta di firme che poi ha portato all’approvazione della risoluzione in Commissione Esteri – il flusso di e-mail di protesta è costante. Segno che gli italiani sono fortemente indignati per la strage autorizzata dal Governo canadese e minacciano di non recarsi nel Paese nordamericano nemmeno per trascorrere le vacanze. Sono arrivate diecimila mail, alle quali l’ambasciata italiana ha risposto utilizzando le stesse motivazioni che l’ambasciatore ci ha illustrato nel corso dell’incontro del 19 febbraio: e cioè che i sistemi di caccia non sono crudeli, che gli animali non vengono spellati vivi, che non vengono uccisi i cuccioli di foca e che le battute vengono effettuate con metodi umanamente accettabili. Quello che risulta essere umanamente inaccettabile è invece il comportamento del Governo canadese, che per tutelare le tradizioni delle popolazioni native del Nord (si tratta di una popolazione di circa ventimila abitanti, la cui economia può essere riconvertita senza sforzi), autorizza un massacro ignobile”. L’Enpa continua a chiedere di fermare la strage e ringrazia tutte le associazioni animaliste che, in queste ultime settimane, hanno condiviso la battaglia che la Protezione Animali porta avanti da oltre due mesi.


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