Mondo

Iraq, ricostruzione a rischio: scappano GE e Siemens

Troppi rischi per i lavoratori, dicono i due colossi. Ferme anche le imprese italiane

di Ida Cappiello

General Electric e Siemens guidano la ritirata dall’Iraq delle aziende straniere coinvolte nella ricostruzione: hanno annunciato la sospensione delle attività. Ma anche granzi aziende americane in prima linea nei grandi appalti hanno cominciato a ridurre la presenza di proprio personale. Troppo alti i rischi, dicono. La ricostruzione dell’era post-Saddam, per la quale gli Usa avevano stanziato 18 miliardi di dollari promettendo di assumere cinquantamila iracheni entro giugno, rimane dunque sulla carta. Anche le aziende italiane (una ventina), che avevano ottenuto solo piccoli subappalti, sono ferme. Nel settore petrolifero, dove si sono concentrati gli appalti, la produzione avrebbe dovuto essere portata a 6 milioni di barili al giorno, ma finora si è riusciti solo a ritornare ai valori anteguerra, circa 2,5 milioni.


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