Cultura

Finanza Etica Ecco chi conta

Lavorano dietro le quinte o sono già volti pubblici. Ma i nomi che pesano nella finanza etica ormai contano in assoluto. Chi sono? Che responsabilità hanno? Impariamo a conoscerli.

di Francesco Maggio

Cominciamo da loro. Evidentemente. Dai padri nobili. Da coloro che hanno contribuito in modo determinante a far nascere la finanza etica in Italia. Come Fabio Salviato, socio fondatore e presidente della Banca popolare etica, un lungo passato nel non profit e nel commercio equo e solidale padovano. Sempre in Veneto hanno visto la luce le prime Mutue di autogestione e ancora oggi Loredana Aldegheri, dal ponte di comando della Mag di Verona, continua a essere artefice lungimirante di buone prassi di microcredito. Sul fronte del credito al non profit, poi, un posto di rilievo spetta a Stefano Zapponini, presidente di Cosis (Compagnia sviluppo imprese sociali), la merchant bank promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio di Roma, polmone finanziario importantissimo per le imprese sociali, in particolar modo di quelle del Mezzogiorno.
Come non includere, poi, nella “categoria” dei più strenui fautori della necessità che l?etica entri (e ci resti) nel sistema finanziario dalla porta principale Marco Vitale, instancabile testimone attraverso la sua attività professionale e pubblicistica di questo assunto?
Ma oggi, si sa, la finanza etica è tante cose e un ruolo sempre più strategico è ricoperto dai fondi di investimento socialmente responsabili. E uno dei padri storici del settore, ancora saldamente in sella alla presidenza del comitato etico del Sistema etico del gruppo San Paolo Imi, è il cardinale Ersilio Tonini. Mentre alla gestione operativa del fondo principale del sistema, l?Azionario internazionale etico, c?è Gianluca Manca, formazione internazionale, alle prese con il difficile compito di rilanciare il più grande fondo etico italiano per asset gestiti e il più conosciuto in Europa. Ma se i fondi etici sono il prodotto più “visibile” della finanza etica, non c?è dubbio che anche l?indotto che essi generano ha il suo peso. Come nel caso delle agenzie di rating etico, le società che danno le pagelle ai titoli nei quali i fondi investono. E in questo campo, uno dei più ascoltati è senza dubbio Matteo Bartolomeo, fondatore di Avanzi, tra i primi a capire che l?unione fa la forza, che solo in una dimensione internazionale il rating acquista massima credibilità. E infatti Avanzi è membro italiano di Siri group, il più autorevole network internazionale di agenzie. Ma c?è anche un?altra realtà, in questo ambito di attività, di cui l?Italia ha più di un motivo per essere orgogliosa: E. Capital Partners, la prima società in Europa a lanciare un benchmark socialmente responsabile. Presieduta fino a qualche settimana fa dal compianto Claudio Demattè, l?agenzia può contare sulla guida salda di Michele Calcaterra (amministratore delegato).
Poi ci sono quelli che la finanza etica la studiano, come Maurizio Dallocchio, presidente della Sda Bocconi e tra i promotori di Finetica, l?osservatorio sulla finanza etica frutto di una partnership tra l?Università Bocconi e la Pontificia università lateranense. E quelli che la insegnano, come Donato Masciandaro, docente di economia monetaria alla Bocconi e di finanza etica all?Università di Lecce. Ci sono quelli che la implementano nella propria attività di banchieri, come Alessandro Profumo e Corrado Passera. E quelli che la promuovono a livello internazionale, per esempio in ambito Onu come Giovanni Moro, presidente della Fondazione per la cittadinanza attiva. Da qualche anno, poi, la finanza etica ha un suo importante presidio anche all?Associazione bancaria italiana grazie a Donata Monti, un prestigioso curriculum nel campo della difesa dei diritti dei consumatori, oggi passata dall?altra parte della barricata a far proseliti tra i banchieri in fatto di trasparenza e responsabilità sociale.
Ma dietro ai “comandanti” c?è una lunga fila di soldati, ciascuno dei quali ha nel proprio zaino, come affermava orgoglioso Napoleone a proposito del suo esercito, il bastone del comandante. è il caso, per esempio, di Paolo Sardi, giovane direttore di E.Capital Partners, sempre più determinante nella definizione delle strategie della società. O di Chiara Serpellon, dell?ufficio marketing di Banca popolare etica, che ricopre con grande passione e determinazione il proprio ruolo. Altro nome emergente è quello di Paola Lanzarini, alla guida della Fondazione Nomisma Terzo settore, laurea in Bocconi e alcuni anni di lavoro a Londra per conoscere da vicino come funziona il socially responsible investing in uno dei mercati finanziari più maturi e qualificati. E quello di Luca Mattiazzi, direttore di Etica Sgr, la società di gestione del risparmio partecipata da Banca popolare etica e Bpm gestioni che ha in portafoglio i tre fondi etici Valori responsabili.Così come tre fondi etici(Gestielle azionario,obbligazionarioe bilanciato)gestisce Lorenzo Campori,di Gestielle Aletti,36 anni,laurea a Bergamo,un passato alle gestioni patrimoniali del credito bergamasco.L’elenco degli argomenti della finanza etica è ancora lungo e chissàche presto non entri a far parte anche Matteo Cordero di Montezemolo,figlio di Luca,alla guida del fondo d’investimento Charme.Laurea in economia a Bologna,esperienza di lavoroin Goldman Sachs a Londra, un suo impegno nel socially responsable investingnon sarebbe niente male.

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