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Iraq: attenzione i Kubaysi sono due e ben diversi

Si chiamano Kubaysi e avrebbero un ruolo di primo piano nella gestione della delicata vicenda dei tre ostaggi italiani. Ma sono ben diversi ecco perch

di Riccardo Bonacina

Si chiamano Kubaysi e avrebbero un ruolo di primo piano nella gestione della delicata vicenda dei tre ostaggi italiani ancora prigionieri in Iraq delle ?Falangi verdi di Maometto?. Sono entrambi sunniti e hanno accettato di essere ?canali? della trattativa. Non sono parenti, sono anzi due personaggi che più diversi non potrebbero essere. Il primo, Abdel Salam Kubaysi, è un religioso colto e raffinato e uno dei massimi conoscitori di teologia islamica del suo Paese. E? il signore con la barba che vedete nella foto alla conferenza stampa per la marcia Perugia-Assisi 2003, Abdel Salam al-Kubaisi, ulema sunnita e docente all?università di Bagdad, che ha fatto da mediatore in Iraq durante la crisi degli ostaggi occidentali, ottenendo la liberazione dei giapponesi. Kubaisi sfilò alla Marcia con Jamil Nisan, parroco caldeo, e Safai Abd-Alrahaman Alnsari, membro della scuola sciita Al Hawza. Abdel Salam Kubaysi ? E? un autorevole membro del Consiglio degli Ulema sunniti cui le autorità italiane avrebbero chiesto di intervenire. A Bagdad è considerato uno dei protagonisti della diplomazia che si è messa in moto da quando è esplosa la crisi degli ostaggi. Ha rivendicato un ruolo decisivo nel rilascio di tre ostaggi giapponesi, sette cinesi e un reporter francese. Nega che i sequestratori siano criminali che agiscono per incassare un riscatto. Sostiene al contrario che le loro motivazioni sono solo ?politiche? e che i sequestri sono uno strumento di pressione per liberare l?Iraq dall?occupazione militare. E? però un moderato che non ha esitato a condannare certi eccessi della guerriglia. Nei giorni scorsi ha detto che le autorità italiane ?hanno imboccato la strada giusta? per tentare di ottenere la liberazione di Salvatore Stefio, Umbertino Cupertino e Maurizio Agliana. Ha promesso il suo interessamento ma niente di più. ?Nessuno può prevedere come andrà a finire ? ha detto in una intervista televisiva ? forse però ora si può essere più ottimisti di ieri?. Il secondo, Jabbar al Kubaisi, è uno dei tanti ?baathisti? ad essere stato prima seguace e poi oppositore di Saddam Hussein. Oggi fa parte della sedicente resistenza. Jabbar al Kubaysi è, invece, un ex esponente del Baath, il partito di Saddam Hussein, poi caduto in disgrazia e costretto a fuggire all?estero. Due dei suoi fratelli furono assassinati per ordine del regime. E? rientrato in patria dopo la caduta del rais e oggi è il leader dell?Alleanza nazionale irachena (Ani), movimento che cerca di unificare i vari gruppi in lotta contro la coalizione. E? una vecchia conoscenza dei ?servizi? italiani in quanto la sua organizzazione avrebbe partecipato al Campo anti- imperialista di Assisi. Anche lui vi avrebbe preso parte. Pare abbia accettato di favorire la trattativa ed ha detto che intendeva raggiungere Falluja per prendere contatti diretti con i sequestratori dei tre italiani. Nei giorni scorsi ha però avuto parole molto dure nei loro confronti. ?Fanno parte dei servizi di intelligence, hanno partecipato alle attività di spionaggio contro la resistenza irachena e preso parte all?assedio contro la popolazione di Falluja?, aveva detto in una intervista a Sky. ?Se accerteremo che non hanno partecipato a queste attività li libereremo?, aveva poi aggiunto, accusando il governo italiano di avere inviato truppe in Iraq ?contro la volontà del suo stesso popolo?.


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