Non profit

Imprese: L’antidoto alla depressione

In anteprima l'editoriale del nuovo numero di E&F, Etica & Finanza, il mensile di VITA dedicato alla finanza etica, riservato ai soli nostri abbonati

di Francesco Maggio

Qualche anno fa Alessandro Pizzorno, già docente di sociologia all?Università di Milano e ad Harvard, ricorse a una felice metafora per spiegare l?importanza del capitale sociale: quella dell?automobilista e del benzinaio. Perché un automobilista, si chiedeva Pizzorno, dopo aver fatto il pieno, paga il benzinaio? Eppure potrebbe cogliere l?attimo in cui questi ripone la pompa per scappare.

Decide, invece, di pagare non solo perché ha timore di essere identificato e denunciato, o perché ha convenienza a continuare a servirsi da quel benzinaio, ma anche per una terza ragione: perché quell?automobilista ha fatto sue in gioventù determinate regole di onestà e considera l?osservanza di quelle regole costitutive della propria identità. Riterrebbe, quindi, di non essere più se stesso se commettesse quell?atto disonesto.

L?episodio del benzinaio è un efficace esempio che dimostra come, se i rapporti di scambio sono tali da richiedere un riconoscimento identitario, presuppongono inevitabilmente la presenza di qualche forma di capitale sociale. Cioè condizioni che realizzino la riconoscibilità duratura delle parti nel rapporto.
L?economia funziona allo stesso modo. Esistono sì le clausole contrattuali, ma guai se non ci fosse fiducia reciproca, relazioni condivise. Si bloccherebbe tutto, tutto finirebbe in tribunale e addio circolazione e redistribuzione della ricchezza e del benessere.

Oggi, purtroppo, sembra che questo patto di fiducia si sia spezzato. E non è un caso che l?economia italiana sia fiacca e ripiegata su se stessa.
C?è solo un settore che, al contrario, mostra segni di vitalità straordinaria: il non profit. Non a caso, produttore, ?per definizione?, di capitale sociale. Lo ha capito bene, per esempio, il ministro dell?Economia Tremonti, che di recente, proprio per sottolineare questa peculiarità, l?ha contrapposta ai grossi limiti di misurazione del Pil.

Ma il non profit per produrre capitale sociale ha bisogno di mezzi finanziari. Lo mettono ben in evidenza nelle pagine seguenti Giuseppe Guzzetti e Gian Paolo Barbetta. Se quindi l?automobilista, per le note ragioni, paga il benzinaio, perché il governo non comincia a canalizzare risorse al non profit? Magari con una buona legge sulla deducibilità fiscale delle donazioni?

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