Welfare

Rwanda: Omaggio teatrale alla resistenza di Bisesero

Con un'iniziativa fuori dal comune, il gruppo teatrale belga Groupov conclude la sua tournée rwandese a Bisesero per rendere omaggio ai resistenti del genocidio

di Joshua Massarenti

Bisesero (Rwanda) ? Allorquando sulle colline di Bisesero (ovest del Rwanda) la situazione era senza speranza, in 50.000 sfidarono un genocidio che stava sterminando nel resto del paese altri 800.000 esseri umani. A questi 50.000 resistenti, il gruppo teatrale belga Groupov ha voluto dedicare l?ultima rappresentazione di Rwanda94 chiudendo la sua tournée rwandese sulle stesse colline in cui venne organizzata nel 1994 la più forte resistenza durante il genocidio dei tutsi. ?Per i numerosissimi morti, per i pochi sopravissuti, l?arrivo di uno spettacolo di questo genere in un posto così isolato del Rwanda significa tanto. A dieci anni di distanza, è in qualche modo rassicurante sapere che qualcuno, in Europa, pensa ancora alle sofferenze immense che abbiamo attraversato e che continuiamo ad attarversare?. Con tono sommesso, Eric Nzabahimana tenta di contenere in perfetto stile rwandese le emozioni fortissime che ha provato ?in una giornata non proprio come le altre?. Eric è tra gli oltre 1000 sopravissuti dello sterminio di Bisesero, una catena di colline coperte da foreste dense a cui si alternano campi di bananeti e fagioli coltivati su versanti ripidi da contadini confrontati ad un paesaggio rurale magnifico nell?apparenza quanto ostile nel vissuto quotidiano. ?Presentare Rwanda94 su queste colline è stato un?impresa titanica dal punto di vista tecnico? prova a riassumere il regista Jacques Decuvellerie, ma non solo: ?a differenza delle rappresentazioni che abbiamo realizzato nelle città di Butare e Kigali, qui a Bisesero sapevamo di doverci confrontare con un pubblico prevalentemente contadino?. Per tale motivo, lo spettacolo è stato presentato prima in kinyarwanda, e successivamente in versione francese, ovvero quella originale. Oltre un migliaio di persone hanno assistito ad una pièce teatrale creata nel ?98 e presentata a Bisesero in forma ridotta (tre ore anziché sei). Tra loro, molti contadini, ma anche insegnanti, commercianti, casalinghe, studenti, operai, uomini d?affari, rappresentanti della società civile e qualche ministro. Alla presenza trasversale di tutte le classi sociali rwandesi fa da contrasto l?assenza di Hutu. ?Molti non sono venuti per vergogna? sussurra un contadino in cerca di anonimato. Sul palcoscenico di fortuna montato fino a notte fonda, nessun se ne accorge. Gli attori e i musicisti del Groupov, avvolti in un pudico dolore, eseguono una fra le parti più intense e riuscite dello spettacolo: La cantata di Bisesero. In poco meno di un?ora, Rwanda94 ripercorre le tappe cruciali della resitenza eroica condotta tra aprile e giugno del ?94 dagli ?Abasesero? (i Tutsi di Bisesero) per fermare un genocidio eseguito su scala locale con una violenza simile a quella inaudita riscontrata sulle altre colline del Rwanda. Impassibile, Simeon Karamaga rivive in platea la resistenza che ha condotto dieci anni sulla collina di Muyira. ?E? lì? narra lacrime agli occhi l?attrice Carole Karemera, ?che i resistenti hanno condotto le loro più grandi battaglie. Per difendere la loro vita. Fino all?ultima goccia di sangue?. Per scampare ai colpi di macete e alle pallottole, si viene a sapere che Hutu, Tutsi e Twa erano inizialmente uniti. Ma ben presto, le minacce professate dai carnefici hanno avuto ragione sugli Hutu più impauriti. Nomi e cognomi di chi ha diviso per accelerare l?opera di sterminio vengono scanditi sui ritmi raccolti del compositore Garret List ad una platea immersa nell?inferno del?94. Nei primi ranghi, alcune anziane allo stremo ma sempre composte versano lacrime di disperazione quando il coro rievoca ?i massacri diretti e perpetrati dal genocidiario più implacabile di Cyangugu: Yusufu Munyakazi; dal prefetto di Kibuye, Clément Kayishema; dal dottore Gerard Ntakirutimana, medico presso l?ospedale di Mugonero; e da suo padre, Elizaphan Ntakirutimana, pastore avventista di Kibuye; dal miliziano Obed Ruzindana, tra i principali carnefici di Bisesero?. In poco più di due mesi, furono uccise 49.000 esseri umani, in stragrande maggioranza Tutsi, donne e bambini, ricchi e poveri. Oggi, ?tra boscaglie e foreste, sulla collina di Muyira rimane un pugno di uomini. Un pugno di uomini che ora muoiono di dolore?. Così si chiude la Cantata, con un omaggio funebre reso ai pochi sopravissuti rimasti sulle colline di Bisesero. Al termine dello spettacolo, attori e Abasesero improvvisano una veglia notturna in cui poemi guerrieri e pastorali vengono cantati per ricordare tempi più felici. ?Un Rwanda morto e sepolto un secolo fa? taglia corto un sopravissuto, prima di sparire nel buio inquietante che inghiottisce le colline di Bisesero.


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