Mondo

Spetta alla Cina il record di inchieste antidumping

La classifica è stata resa nota oggi a Ginevra dall'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

di Francesco Maggio

La Cina è al primo posto al mondo per le inchieste anti-dumping aperte nei suoi confronti, secondo la classifica del secondo semestre del 2003 resa nota oggi a Ginevra dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). L?India è il Paese che ne ha promosse di più. Il numero totale di procedure anti-dumping è sceso a 115. Nel secondo semestre dell?anno scorso la Cina è stata oggetto da parte di altri paesi di 30 procedure anti-dumping sulle sue esportazioni. Lo stesso numero registrato nello stesso periodo del 200, ha precisato il Wto. Pechino ha invece aperto undici inchieste anti-dumping contro importazioni da altri paesi, cinque di più del secondo semestre del 2002. Dopo la Cina, anche gli Stati Uniti sono stati oggetto di numerose inchieste (12), l?Unione Europea (8), il Giappone (8), l?India (7), la Corea del Sud (7) e Taiwan (6). La classifica dei Paesi che hanno avviato procedure anti- dumping è guidato dall?India con 33 inchieste, in netta diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2002 (56). Seguono gli Stati Uniti – con 21 procedure, in rialzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (13) – la Cina (11), il Canada (9), Messico (8) e Australia (7). Dal primo luglio al 31 dicembre 2003 – riassume il Wto – un totale di 115 le inchieste anti-dumping sono state richieste da 14 Paesi dei 146 membri della Wto, ossia 46 in meno nello stesso semestre del 2002 (161 inchieste aperte da 18 paesi). Infine, un totale di 107 misure anti-dumping sono state imposte da 16 membri del Wto contro le esportazioni di 31 Paesi. Prodotti chimici, metalli di base e la plastica sono i settori più coinvolti in queste inchieste.


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