Non profit
Progetto Laser, il sociale scopre un buon fondo
Laser sta per "lavoratori aziende solidali e responsabili". È unidea lanciata dalla fondazione di comunità della città lombarda. Destinata a fare scuola in materia di fund raising...
«Se la società è stanca», ha affermato il professor Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica di Milano e presidente dell?Agenzia per le onlus, «con il progetto Laser la comunità dimostra di essere viva e pronta a lanciare nuove sfide». «Se c?è spirito costruttivo e volontà di collaborare», ha replicato Carlo Spreafico, segretario generale della Cisl di Lecco, «la solidarietà si può organizzare su scala industriale e si possono imboccare strade nuove che ci mettono al pari dei Paesi più avanzati». Per Mario Romano Negri, presidente della Fondazione comunitaria di Lecco, ci sono le condizioni per ?gemmare? iniziative simili: «La nostra è stata la prima fondazione di comunità a nascere in Italia, abbiamo fatto da apripista a un modello che in Lombardia si è rivelato vincente, lo stesso risultato contiamo di raggiungere con Laser».
«Laser è un?ottima occasione», ha sottolineato Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, «per dimostrare ancora una volta che le fondazioni di origine bancaria appartengono ai cittadini e che possono svolgere un ruolo strategico di aggregazione su grandi temi e grandi iniziative».
Mette tutti d?accordo il progetto Laser (Lavoratori aziende solidali e responsabili) presentato nei giorni scorsi al Circolo della stampa di Milano: profit, non profit, pubblico, università, organizzazioni sindacali. L?iniziativa, infatti, promossa dalla Fondazione comunitaria della provincia di Lecco, è unica nel suo genere e mira a inaugurare una nuova modalità di raccolta fondi, incentrata sul principio di sussidiarietà orizzontale, così congegnata. Il progetto prevede che le associazioni imprenditoriali e quelle sindacali costituiscano, ciascuna, uno speciale fondo di solidarietà presso la fondazione comunitaria di Lecco, che sarà utilizzato per sostenere progetti di particolare rilevanza sociale segnalati dalla fondazione stessa e condivisi dai lavoratori e dagli imprenditori. Le organizzazioni sindacali, quindi, si adopereranno nei confronti dei lavoratori per promuovere una campagna volontaria di raccolta fondi mediante trattenuta in busta paga di una frazione di retribuzione (di norma corrispondente a un?ora) da effettuare con delega attiva dei lavoratori interessati, mentre le organizzazioni imprenditoriali si attiveranno presso le aziende iscritte invitandole ad acconsentire all?operazione di trattenuta e a versare alla fondazione una cifra pari a quella raccolta fra i dipendenti.
Una volta effettuata la raccolta, imprese e sindacati determineranno insieme l?importo da prelevare dai rispettivi fondi per l?obiettivo individuato ed, eventualmente, la parte da accantonare a favore degli enti già beneficiari per successive operazioni di solidarietà.
La fondazione, a sua volta, non solo effettuerà anch?essa un?erogazione, ma si impegnerà anche a gestire i flussi di raccolta fondi e di accreditamento sui due fondi fino alla conclusione dei progetti concordati, garantendo anche un costante monitoraggio della gestione delle risorse, coerentemente con lo stato di avanzamento dei lavori e una puntuale e trasparente rendicontazione sul piano delle erogazioni e sui risultati ottenuti.
Insomma, meglio di così… Sono anni che si discute del fatto che in Italia il fund raising deve fare un salto di qualità, che veri o presunti esperti della materia auspicano un coinvolgimento più diretto nella realizzazione di raccolte fondi di tutti gli stakeholders interessati. Ebbene, nel caso di Laser si è passati dalle parole ai fatti e l?iniziativa è destinata a fare scuola.
«L?agire sociale è un processo economico», ha spiegato Franco Keller, vicepresidente dell?Unione industriali di Lecco, «e progetti come Laser mirano a far emergere nelle imprese una vocazione non solo economica che poi si traduce in iniziative concrete a beneficio della collettività».
«Viviamo un periodo storico», ha aggiunto Ornaghi, «nel quale si fa fatica a guardare avanti, a immaginare percorsi inediti per affrontare grandi questioni emergenziali come l?infanzia, gli anziani, il disagio. Sono problemi di enorme portata che si affrontano e risolvono solo superando le contrapposizioni e sedendosi tutti attorno allo stesso tavolo».
Un tavolo fortemente voluto da Mario Romano Negri che si dichiara convinto del fatto che «questa iniziativa darà impulso ad altre realtà territoriali nel favorire lo sviluppo della sussidiarietà orizzontale».
Info:
Ecco i soggetti che vi partecipano
Di questi tempi, un tavolo di concertazione come quello che fa da sfondo al progetto Laser (Lavoratori aziende solidali e responsabili), è un caso più unico che raro. Ci sono infatti tutti i protagonisti della vita sociale, economica e civile di Lecco attorno a quello promosso dalla Fondazione comunitaria della provincia lombarda per dar vita a questo progetto di raccolta fondi assolutamente inedito nell?esperienza italiana e congenganto in mdodo tale da ?esaltare? il principio di sussidiarietà orizzontale .
All?iniziativa, infatti, aderiscono l?Associazione costruttori edili della provincia di Lecco, l?associazione piccole e medie industrie della provincia di Lecco (Api), l?Unione provinciale artigiani di Lecco (Upal), l?Unione commercianti lecchesi-Confcommercio, l?Unione industriali della provincia di Lecco, la Cgil di Lecco, la Cisl di Lecco, la Uil di Lecco.
Per informazioni:
FONDAZIONE DELLA PROVINCIA DI LECCO
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.