Famiglia

Al via la settimana mondiale della scuola

Inizia oggi, promossa dall'Unicef e dall'Unesco, la settimana per la promozione dell'istruzione in tutto il mondo.

di Carmen Morrone

Una “settimana d’azione” con la quale si vuole ricordare a tutti i governi l’impegno preso con i paesi piu’ poveri, sollecitandoli ad aumentare le risorse da destinare alle nazioni in via di sviluppo e a semplificare la procedure per gli aiuti e la cooperazione. I sindacati della Scuola di Cgil-Cisl-Uil, nell’aderire all’iniziativa, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio perche’ l’Italia si impegni maggiormente sui temi della cooperazione nel campo dell’educazione e invitano i propri iscritti, e tutte le persone interessate, ad inviare messaggi al Capo del Governo e al presidente della Repubblica perche’ “ogni bambino e ogni bambina abbiano l’opportunita’ di andare a scuola”. Il messaggio puo’ essere inviato collegandosi al sito www.campaignforeducation.org. I bambini che non hanno diritto all’istruzione in tutto il mondo sono 121 milioni e altri 140 milioni di adolescenti, soprattutto donne, entreranno nell’eta’ adulta senza saper leggere e scrivere. Nell’Africa subsahariana il tasso di frequenza scolastica dei piccoli e’ pari al 59%. L’accesso all’educazione, ricordano i sindacati, e’ fondamentale in molteplici aspetti della vita: schiavitu’, commercio dei bambini, reclutamento dei piccoli nei conflitti armati, prostituzione, tasso di mortalita’, malattie diminuiscono con l’aumentare dell’istruzione. Ogni anno di istruzione in piu’ delle madri, ad esempio, determina una riduzione dal 5 al 10% di mortalita’ dei bambini al di sotto dei cinque anni. Cgil, Cisl e Uil ricordano al presidente del Consiglio gli impegni presi a Dakar nel marzo del 2000: garantire entro il 2015 l’accesso di tutti alla scuola di base e trasferire lo 0,7% del prodotto nazionale lordo dei paesi Ocse a quelli in via di sviluppo: “l’Italia – concludono i responsabili scuola dei sindacati confederali – destina solo lo 0,2% del proprio Pil ponendosi nelle ultime posizioni tra i ventidue paesi piu’ ricchi del mondo”.


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