Sostenibilità
Greenpeace: tossici i vestiti Disney per bambini
Secondo un rapporto dellorganizzazione ambientalista gli indumenti sarebbero composti con elementi nocivi per la salute
Abbigliamento tossico da Walt Disney. Lo denuncia un rapporto di Greenpeace secondo cui negli abiti per bambini della Disney, sono presenti composti chimici che potrebbero presentare un rischio a lungo termine per la salute umana. T-shirt, pigiami e biancheria intima sono stati acquistati in 19 Paesi in tutto il mondo ed analizzati dal laboratorio indipendente danese, Eurofins.
Il rapporto, intitolato “Disney: abiti tossici per bambini “, rivela che la maggior parte dei vestiti contiene sostanze tossiche. I composti pericolosi trovati nei caratteri stampati sono il risultato dell’uso del PVC nella tecnica di stampa, eppure è possibile oggi produrre T-shirt a colori senza usare
composti pericolosi. Le aziende giocano un ruolo importante nel ridurre la
presenza di composti pericolosi nei vestiti: ad esempio, il campione di
canottiera Tigro comprato in Danimarca da H&M e testato da Greenpeace non
ha mostrato tracce di sostanze tossiche, questo perché nel 2002 la catena
scandinava ha deciso di sostituire il PVC e le stampe in PVC in tutti i
suoi prodotti.
Nel 2003, Greenpeace ha chiesto alla Disney di assumersi la
responsabilità di sostituire i composti chimici pericolosi nei suoi
prodotti. La Disney si è limitata a rispondere che i suoi prodotti
rispettavano la legge e non ha preso alcuna misura. “Per il licensing del
logo e l’uso dei suoi personaggi nei prodotti, la Disney pone strette
condizioni ai fornitori, sia per il design che per i colori?, afferma
Vittoria Polidori, campagna inquinamento di Greenpeace, ?dovrebbe però
assicurarsi anche che non vengano impiegate sostanze pericolose”.
Il rapporto di Greenpeace e i test effettuati arrivano in un momento cruciale,
mentre la Ue sta discutendo la proposta di normativa che regolerà
l’industria chimica. Il testo originale della futura legge, chiamato Reach,
era incentrato sul principio di sostituzione, secondo cui se un’azienda
utilizza composti pericolosi in un prodotto, anche quando è disponibile
un’alternativa, deve essere legalmente obbligata a sostituirli. “Purtroppo
le lobby dell’industria chimica e di alcuni governi, tra cui quello
statunitense, sono riusciti ad indebolire questo principio nel Reach. Se i
governi europei non interverranno per rimediare all’escamotage introdotto,
aziende come la Disney potranno continuare a vendere liberamente vestiti
contenenti composti pericolosi che potrebbero danneggiare la salute dei
bambini, anche laddove esistano delle alternative disponibili” conclude
Polidori.
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