Famiglia

Nessuno ha il monopolio dell’impegno

Le quattro sigle sembrano voler monopolizzare l'organizzazione di iniziative a favore del continente africano.

di Riccardo Bonacina

Per favore, se a qualcuno di voi venisse in mente di promuovere una qualche iniziativa per l?Africa, avverta subito questi: Chiama L?Africa, Nigrizia, Emmaus e Missione Oggi. Così eviterete di vedervi sparare addosso accuse, e comunicati preventivi contro il vostro impegno, qualunque esso sia. Succede da qualche settimana, le quattro sigle (due testate missionarie, un?associazione e un cartello di associazioni), sembrano non tollerare iniziative che decollino senza il loro coinvolgimento o permesso, quasi volessero ritagliarsi, da sé medesime, il ruolo di guardiani del vero impegno missionario. è successo per Salvamondo, iniziativa di WWF, Amnesty e Unicef per il Congo che è approdata per la raccolta fondi al Maurizio Costanzo show. Le accuse sono subito fioccate pesanti: “Sciacallaggio”, “Elemosine”. O frasi del tipo: “Oggi nessuno ha il diritto di intervenire in Congo senza passare attraverso la società civile organizzata di questo Paese, senza che essa ne sia protagonista”. A nulla è valsa la replica di WWF, Amnesty e Unicef che in una lettera scrivono: “Le nostre tre organizzazioni lavorano da anni in Congo, a stretto contatto e in ottimi rapporti con altre associazioni (religiose e non) e organizzazioni non governative (spesso finanziandone le attività) e sono costituite da membri della società civile, delle comunità locali”. WWF, Unicef e Amnesty concludono la lettera aperta con queste giuste considerazioni: “Questo modo di ?discutere? fa male soprattutto a chi lavora davvero per cambiare le cose, quindi a tutti noi: a noi, a voi, alle altre centinaia di realtà serie impegnate come noi e voi. Fa male, soprattutto, ai partner locali, che faticosamente stanno ricomponendo i pezzi della loro vita, delle loro esistenze, dei propri riferimenti culturali, religiosi, umani, economici: speriamo possano essere più ?grandi? di noi, prede di teatrini che non hanno alcuna connessione con la loro realtà”. Il secondo comunicato preventivo dei quattro guardiani dell?impegno missionario è arrivato puntuale sull?iniziativa di Italiafrica, la prima grande manifestazione popolare in Europa indetta da tutte le reti della società civile, dai sindacati, dal Comune di Roma con le adesioni di migliaia e migliaia di sigle e di personalità della politica, della cultura e dello spettacolo, per dire che il destino dell?Africa ci riguarda, e riguarda l?impegno di ciascuno di noi. Ebbene, Chiama L?Africa, Nigrizia, Emmaus e Missione Oggi l?8 aprile, senza alcun pudore, emettono questo comunicato: “Non abbiamo visto la trasmissione di Bruno Vespa Porta a Porta dove, ci dicono, Walter Veltroni, Claudia Koll, Raffaella Carrà e padre Giulio Albanese ?porteranno testimonianze dall?Africa che muore?. Tuttavia, soltanto leggendo il titolo della trasmissione e vedendo le persone chiamate a parlarne, capiamo che ancora una volta tutto si fa meno che rispettare il continente africano e i suoi abitanti”. Ragazzi basta, così fate del male a voi stessi. E ciò che più importa all?Africa e agli africani che hanno bisogno dell?impegno di tutti, soprattutto delle tante organizzazioni e reti serie che avete preso il gusto di attaccare, in modo molto yankee, ?preventivamente?. Qual è il vostro problema? Vi manca visibilità? Vi sentite poco considerati? Vorreste essere più protagonisti? Volete un impegno più preciso e più deciso per l?Africa? Volete che la società civile africana sia più protagonista? Carissimi, qualunque sia il vostro problema, la strada che avete scelto per affermarlo è la più sbagliata per gli africani, e la più fallimentare per voi.


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