Meeting di Rimini 2024

Uganda, cooperazione e partnership aiutano crescita sostenibile e investimenti

Una delle nazioni con più giovani del continente africano è stata protagonista di un incontro promosso da Avsi. I progetti in atto per implementare la formazione e l’imprenditorialità di giovani e donne sono stati illustrati dalla stessa prima ministra ugandese Robinah Nabbanja, presente con una delegazione ufficiale a Rimini

di Antonietta Nembri

Costruire una collaborazione alla pari tra Paesi europei e africani nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e duraturo è un obiettivo non solo auspicabile, ma necessario per il futuro. E proprio un progetto di successo che va in questa direzione è stato il punto di partenza dell’incontro promosso da Fondazione Avsi al Meeting di Rimini al quale sono intervenuti tra gli altri la prima ministra della Repubblica d’Uganda Robinah Nabbanja (nell’immagine in alto) e il direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo del Maeci, Stefano Gatti 

Agricoltura, formati 18mila giovani

Si tratta del Progetto Say che ha curato la formazione in campo agricolo di 18mila giovani in Uganda dando loro l’opportunità di trovare un lavoro dignitoso grazie a partnership nel settore privato. 

Il progetto, finanziato dai Paesi Bassi, è stato implementato da Avsi con l’obiettivo, come ha spiegato John Makoha, rappresentante Paese Avsi in Uganda di formare i giovani per il mercato del lavoro «grazie a una cooperazione pubblico-privato, governo e organizzazioni della società civile e che ha puntato su mentoring e coaching così che i giovani vengano sostenuti passo passo».

L’agroimprenditore di successo

A testimoniare la riuscita del progetto Stephen Tumukugize, giovane agro-imprenditore coinvolto nel progetto Say e che oggi gestisce un’impresa nel settore del caffè che collabora con 415 piccoli produttori e impiega 18 giovani tra cui ben 11 provenienti dal progetto Say con un fatturato di 95mila euro anno. 

«Il progetto mi ha cambiato la vita e il nostro mercato specializzato in qualità arabica è cresciuto molto grazie alle competenze di business che ho acquisito e che mi hanno permesso di accedere ad alcuni finanziamenti», ha precisato ricordando da una parte l’acquisto di una macchina per la torrefazione in Turchia e il fatto che il 40% del caffè ugandese viene esportato proprio in Italia.

L’importante partenariato Italia-Africa

Sull’importante partenariato in Africa dell’Italia è intervenuto Stefano Gatti che ha ricordato le partnership in atto proprio con l’Uganda nel settore del caffé e che mirano ad aiutare la transizione verso produzioni di qualità. E questo viene fatto grazie a un sistema che coinvolge «non solo i governi, ma anche il settore privato e le organizzazioni della società civile».
Organizzazioni come per esempio Avsi il cui segretario generale Giampaolo Silvestri ha sottolineato: «Noi lavoriamo nei Paesi affinché ogni persona possa essere protagonista del proprio sviluppo». 

Uganda, Paese di giovani che guarda al futuro

L’Uganda, 45,9 milioni di abitanti con una crescita annua del 3,7% in cui il 23% della popolazione (10,4 milioni) ha tra 18 e 35 anni e in cui vivono 23 milioni di minori (oltre 50% della popolazione) nel 2050 arriverà a 100 milioni di abitanti guarda con molto interesse ai progetti che implementino formazione e sviluppo, come ha ricordato la prima ministra Robinah Nabbanja, presente con una folta delegazione con il ministro dell’agricoltura ugandese e l’ambasciatore dell’Uganda in Italia. La sfida è quindi quella legata all’occupazione di milione di giovani istruiti che si affacciano al mondo del lavoro.

Da x Giampaolo Silvestri, Avsi, John Makoha, Avsi  in Uganda, Robinah Nabbanja, prima ministra dell’Uganda; Stefano Gatti, dg per la Cooperazione allo sviluppo, Renzo Piraccini, presidente di Macfrut e Stephen Tumukugize, agro-imprenditore coinvolto nel progetto Say

Dopo aver espresso il suo apprezzamento per il ruolo dell’Italia nello sviluppo del suo Paese ha ricordato i 40 anni di attività di Avsi in Uganda «che gestisce ben 29 progetti con un impatto preciso e che con un impegno di 20,7 milioni di euro l’anno contribuisce allo sviluppo degli 80 distretti in cui è presente (sono 146 in totale)».
Nabbanja ha aggiunto: «Vogliamo continuare a collaborare per formare i giovani».

Creare occupazione per donne e giovani

Implementare i progetti che promuovono occupazione, innovazione e imprenditorialità è ‘obiettivo al cuore delle azioni del governo ugandese «con il supporto di partner come Avsi e il governo italiano», ha sottolineato la prima ministra che ha citato gli hub di innovazione per implementare le competenze pratiche dei giovani, ma anche gli otto parchi industriali «che vogliamo portare a 25 per potenziare il settore e sfruttare al meglio anche la trasformazione agricola e creare anche piccole e medie imprese». Non è mancato il riferimento al sostegno a oltre 500 imprese nel settore creativo, dalla moda al design a cinema e alla televisione. 


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Donne, giovani e famiglie sono al centro di una serie di progetti che mirano a incrementare il reddito, creare fonti di autofinanziamento e implementare l’imprenditoria femminile con un il potenziamento delle competenze che aiutino anche a combattere il riscaldamento globale. Il governo, ha ricordato Nabbanja, sta portando avanti un progetto di sviluppo dal basso responsabilizzando le comunità è far sì «che nessuno resti indietro» e questo, ha continuato «creando fonti di autofinanziamento e cooperative di credito in ognuna delle 10mila parrocchie (secondo livello amministrativo locale)».

La prima ministra ha inoltre invitato a continuare la collaborazione con l’Italia, Avsi e il settore privato per promuovere la crescita sostenibile e gli investimenti in Uganda. 

Uganda esempio di buona gestione dei rifugiati

Come ha ricordato Silvestri, chiudendo l’evento non solo l’Uganda è un Paese che sta facendo grandi progressi nello sviluppo sociale con il supporto delle istituzioni, ma può essere anche un modello per la sua capacità di gestione dei rifugiati.
Nel Paese, infatti, aveva ricordato anche la prima ministra sono ospitati 1,6 milioni di persone in fuga dalle guerre.


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