Cronache russe
Dopo Kursk in Russia è in gioco la credibilità di Putin e dell’esercito di Mosca
Cosa rivela l'offensiva russa nella zona di Kursk? Ne abbiamo parlato con l'ex giornalista di guerra russo, capo dell’ufficio baltico del canale televisivo “Current Time" e produttore televisivo per Radio Liberty, Evgeny Erlikh
I combattimenti sul territorio russo sono in corso ormai da più di una settimana e una cosa è certa: il contrattacco delle truppe ucraine è stato una sorpresa per tutti, dentro e fuori la Russia: è diventato chiaro che qualsiasi regime autoritario che sembra avere il controllo completo della situazione è in realtà debole e impreparato. Questo perché l’efficacia e l’efficienza dello Stato risiede nel funzionamento delle istituzioni pubbliche e non nell’essere un simulacro monumentale. In assenza di istituzioni, anche se lo Stato è totalitario, non è totale, e poiché si occupa solo di mantenere il potere, è inefficace. Ne abbiamo ragionato con un ex giornalista di guerra russo, che è stato in molti luoghi di guerra nel mondo, capo dell’ufficio baltico del canale televisivo “Current Time” e produttore televisivo per Radio Liberty, Evgeny Erlikh.
Politologi, analisti militari, politici, sono concordi nel ritenere che l’incursione in Russia da parte delle truppe ucraine sia necessaria per creare una situazione che possa poi essere utilizzata nei negoziati. Mi sembra che ci sia anche un significato meno superficiale. Qual è il suo giudizio?
L’operazione Kursk da parte dell’esercito ucraino è un fatto piuttosto complesso e, come ogni fenomeno complesso, ha molti significati diversi, molte connotazioni diverse e molte interpretazioni diverse. In guerra ci sono operazioni abbastanza semplici. Ad esempio, c’è la città di Mariupol che è stata occupata dalle truppe russe e ci sono gli ucraini che combattano per liberarla. In questo caso è tutto lineare. Non è così per Kursk.
In che senso?
Si tratta di un’operazione non pianificata. Se fosse una partita a scacchi, sarebbe una mossa che non rientra nella logica del gioco. E ora nessuno riesce a capire fino in fondo quale sia il suo significato. Come per ogni fenomeno complesso, stiamo cercando di scomporlo in fenomeni semplici e di dire, per esempio, che se questa operazione avrà successo, influenzerà la posizione negoziale di Zelensky con Putin. Possibile che sia così. Se l’operazione Kursk avrà successo, il numero dei soldati russi catturati da utilizzare come “merce di scambio” sarà importante.
Se questa operazione avrà successo, quanto solleverà il morale dell’esercito ucraino?
Moltissimo. L’esercito ucraino non ha ottenuto successi importanti da molto tempo. Per molto tempo ha svolto solo un ruolo difensivo, con difficoltà e perdendo terreno. Le truppe russe avanzano lentamente ma inesorabilmente, e questo è certamente un trauma psicologico molto profondo per l’Ucraina, per l’esercito ucraino, accompagnato dalla terribile sensazione della propria impotenza, quando non puoi far nulla per cambiare la situazione. Questo colpisce l’intero Paese e in primo luogo l’esercito.
Questa operazione potrebbe anche costringere le truppe russe a ricollocare, ridistribuire e trasferire le unità più pronte al combattimento dalle aree dove l’esercito russo prova a difendere la regione di Kursk. Ma non ci sono solo vantaggi.
Cosa intende dire?
In questa operazione, infatti, oltre ai vantaggi, ci sono anche molti possibili svantaggi. Ad esempio, se alla fine l’esercito russo radunasse con successo le truppe e sconfiggesse gli ucraini, in questo “calderone” di Kursk verrebbero perse le unità ucraine più pronte, indispensabili in altri luoghi, ad esempio per la difesa di Kharkov. Un’ipotesi da non scartare. Può succedere. Però c’è un altro aspetto da considerare.
Ovvero?
Questa operazione punta ad alzare il morale e lo spirito combattivo dell’esercito ucraino, che ora ha urgente bisogno di vittorie. L’esercito ucraino è stato a lungo fermo sulla linea di difesa. Tutto questo è un fattore molto importante a cui guardano l’Ucraina stessa e le autorità ucraine, che, visto lo stallo, sono costrette a effettuare una mobilitazione dopo l’altra. E questo faceva pensare che le cose non andassero bene sul fronte di guerra. E lo facevano pensare anche agli occidentali che forniscono le armi a Kiev. Che ora vedono l’Ucraina portare a termine un’operazione brillante e inaspettata, È un segnale psicologico positivo davvero enorme per tutta l’Ucraina.
Gli ucraini ricordano bene l’estate del 2022, quando l’esercito liberò una parte significativa del territorio ucraino: per loro quella vittoria fu importante, per loro quella vittoria fu la prova del loro valore. Oggi a Kiev possono dire: “Ora sappiamo di avere la forza e le capacità per sconfiggere il nemico. Semplicemente non abbiamo abbastanza armi, ma ora abbiamo la motivazione”. Mi sembra che questo sia il fattore più importante in questa operazione di Kursk, che i politologi sottovalutano.
Quale credi sarà la reazione delle forze armate russe? Cosa faranno adesso?
Per quanto riguarda l’esercito russo è tutto molto semplice. Gli ucraini hanno preso un’iniziativa forte, alla quale le autorità russe ora reagiranno in modo massiccio. Il compito dell’esercito russo è semplice: liberare la propria patria. E ora le unità militari inizieranno a essere trasferite nella regione di Kursk e i coscritti inizieranno a essere trasferiti lì. Oggi il governo russo vuole una vittoria in stile Battaglia di Kursk, per loro è una vergogna, uno schiaffo, perché questa operazione ha colpito nel profondo l’autorità di Putin e quella dell’esercito. E questo a Mosca non lo possono permettere.
Foto La Presse: Vladimir Putin durante una videoconferenza con il governatore della regione di Kursk Alexei Smirnov
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