Famiglia
Mario Mauro-Ppe attenti al superstato
Il vicepresidente della commissione Cultura: "Lastrazione rischia di regnare sovrana a Bruxelles. Perciò vince la burocrazia. E sulle radici cristiane dellEuropa...".
L?europarlamentare di Forza Italia, Mario Mauro, nonostante l?aspetto e i toni dell?uomo mite, non è affatto tenero con la nuova Costituzione europea che sta per vedere alla luce né con la piega che ha preso il rapporto Unione europea-società civile. “Burocratica, statalista, prefettizia”: così l?esponente del Ppe, vicepresidente della commissione Cultura al Parlamento, definisce la nuova Europa. Spiega Mario Mauro: “Nella Costituzione europea viene dato grande rilievo ai temi del sociale, ma la valorizzazione del tema della solidarietà non è bilanciata da una sufficiente comprensione del tema della sussidiarietà. Il rilievo dato alle rappresentanze sociali è inerente solo a quelle di tipo verticale (istituzioni, enti locali) e non a quelle di tipo orizzontale, del privato sociale. Manca cioè quasi completamente l?attenzione e il riconoscimento delle forme di espressione della società civile che cercano di dare una risposta autonoma ai propri bisogni e che l?Unione dovrebbe favorire”.
Vita: Che tipo di welfare sarà quello europeo?
Mario Mauro: Un welfare novecentesco dove lo Stato conta tutto e l?uomo poco o nulla. Quello dell?Unione rischia di essere un welfare improntato a una visione statalista e neogiacobina della società. Non si accetta il principio che non è dall?intervento delle istituzioni che nasce la libertà d?azione nel sociale ma che è dalla società che partono e si muovono realtà e interessi che lo Stato deve riconoscere, valorizzare e coordinare. L?Europa soffre di astrazione. La ?burocrazia di Bruxelles? ha sinora distorto tutti gli interventi della Commissione sul sociale: i progetti per i giovani, gli anziani, i disabili sono stati il frutto di una pianificazione che non ha riconosciuto spazio e libertà alla creatività della società civile né si è messa al servizio delle reti sociali presenti sul territorio. Perciò non sono stati efficaci.
Vita: La Costituzione europea però verrà firmata. E dunque?
Mauro: Dopo la svolta del nuovo governo insediatosi in Spagna è probabile che la nuova Costituzione veda la luce ma il testo è pieno di lacune e approssimativo. La grande attesa verso una Costituzione dai valori condivisi e di una reale partecipazione dei cittadini europei alla concezione di bene comune rischia di essere tradita in particolare sui temi del sociale, dei giovani e della cultura. Rischiamo di veder nascere una Costituzione punto d?origine d?una nuova lotta corporativa senza fine.
Vita: Mi faccia un esempio concreto, per esempio sul terreno della cooperazione.
Mauro: L?approccio ai temi della politica agricola è esemplare dell?astrazione con cui si governa: l?agenda europea proclama la necessità di aiutare gli agricoltori europei e i Paesi poveri, ma poi non tiene conto dei bisogni concreti né degli agricoltori europei, stabilendo dei parametri d?igiene impossibili da rispettare; né degli agricoltori dei Paesi poveri, elargendo tali e tante sovvenzioni alle esportazioni dei nostri agricoltori da rendere impossibile l?importazione di prodotti provenienti dal Terzo mondo. In Suriname ho visto che aiutiamo gli agricoltori locali a sviluppare la produzione di riso e banane e poi con il dumping facciamo di tutto per impedire che quegli stessi prodotti vengano venduti nei nostri Paesi.
Vita: Guerra e radici cristiane. Due temi caldi…
Mauro: L?Unione europea nasce proprio dalla necessità della pace dopo due guerre mondiali. “Mai più la guerra” è il suo grido. Ma era un grido alto, virile, che non aveva nulla a che vedere con certo pacifismo ideologico, fine a stesso, che sacrifica in nome della pace i valori della libertà e della giustizia. Il no alla guerra va ribadito con forza ma va anche impostato in modo giusto e corretto un nuovo rapporto tra Ue e Usa, senza sudditanza e nel rispetto di un dialogo tra soggetti sovrani. De Gasperi aveva visto giusto quando propose la Comunità europea di difesa, che poi naufragò. Un errore che ancora paghiamo. Per quanto riguarda il problema delle radici cristiane nel testo della nuova Costituzione sono convinto che avere coscienza delle proprie radici cristiane vuol dire innanzitutto ribadire la distinzione tra religione e politica . Il problema non è una o due citazioni nel testo della Convenzione.
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