Sviluppo inclusivo
I giovani che guidano il cambiamento dalla Sicilia
Sono tutti motivati a lasciare il segno i protagonisti di 20 progetti comunitari che loro stessi hanno guidato in Italia, Romania, Spagna, Cipro e Grecia grazie al progetto “BeYou”, promosso da Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani e finanziato dal programma Erasmus+. Accanto a loro 20 operatori giovanili, in campo per sostenere i giovani leaders nella creazione di "incubatori di comunità" in grado di evitare rischi di esclusione sociale nella fase di pianificazione e nello sviluppo delle idee
Ragazzi senza inventiva, senza stimoli e un mondo interiore pieno di sogni? Certo, ce ne sono tanti, ma basta generalizzare. È forse giunto il momento di dare fiducia a quanti, non pochi, non vogliono essere considerati il nostro futuro quanto il presente perché quel futuro lo realizzeranno, ne saranno artefici, ma partendo dalla consapevolezza di essere parte attiva, giovani protagonisti di un oggi da potere cambiare portando tanta bellezza.
Sono, infatti, 20 i leaders, quattro per ogni Paese coinvolto (Spagna, Romania, Grecia, Cipro e Italia), di età compresa tra i 18 ai 25 anni, che, grazie a Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani e al progetto BeYou, finanziato dal programma Erasmus+, hanno preso parte a un percorso che ha puntato al rafforzamento dei meccanismi di partecipazione attiva e di responsabilità sociale in contesti comunitari.
Un’iniziativa, partita dalla Sicilia, il cui obiettivo è stato quello di contribuire allo sviluppo inclusivo e sostenibile delle comunità locali, riconoscendo il potenziale di trasformazione delle giovani generazioni. Anche 20 gli operatori che hanno seguito e preso in carico i giovani leaders, aiutandoli a creare “incubatori giovanili di comunità” in grado di far trovare loro modelli utili a fare evitare ulteriori rischi di esclusione sociale nella pianificazione e nello sviluppo delle idee.
«Un progetto pensato come incubatore giovanile», racconta Alice Maghella, coordinatrice dei progetti euromediterranei ed Erasmus + per Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani , «che ci ha sorpresi in ogni fase per l’enorme entusiasmo di tutti i partecipanti. Se, infatti, si parla con i ragazzi, si può capire cosa ha significato per loro questa esperienza che, alla fine, ha messo in gioco tutti, soprattutto quando c’è stata la fase del confronto con gli altri Paesi. Ogni gruppo si è anche avvalso del supporto di altri giovani che avevano fatto un analogo percorso e sono stati per tutto il tempo la loro guida. Uno scambio continuo di saperi, come del resto dovrebbe essere ogni percorso il cui obiettivo è costruire futuro».
Giovani ai quali è bastata un po’ di fiducia per dimostrare di avere coraggio, impegno e visione, volendo con tutte le loro forze rendere più a loro dimensione la comunità alla quale appartengono. Basta partire, per esempio, dalla lettura che, immaginata in un luogo magico diventa un’avventura e ogni pagina apre le porte a mondi fantastici. Casa delle Storie è, infatti, un progetto dedicato alla promozione della cultura della lettura, che ha portato all’installazione di una stazione di bookcrossing presso i locali di “Scaro Café”, in piazza Ravanusella, nel cuore di Agrigento, grazie anche alla collaborazione dell’associazione “TTT (Tierra, Techo, Trabajo)“. Niente segreti, scheletri, ma sogni nello speciale armadio trasformato in uno spazio dedicato alla scoperta e all’immaginazione, offrendo ai residenti e ai visitatori la possibilità di scambiare libri liberamente. Il tutto, immersi in un ambiente dinamico e inclusivo dove la condivisione di storie diventa un’occasione per connettersi, condividere e celebrare il potere trasformativo delle storie.
«La cosa più bella di tutte è rendersi conto che le persone aspettavano un’occasione del genere», afferma Pietro Durante, young leader del progetto -. «Lo dico perché, dalle poche decine di libri del lancio dell’idea , ormai sono centinaia i libri della nostra casetta. Hanno contribuito anche le organizzazioni del territorio, dalla Caritas alla stessa Fondazione che ci ha coinvolti nel progetto “BeYou”. Nella sala lettura che è subito dopo stata aperta oggi nascono e crescono rapporti che, grazie alla lettura, creano energia e sinergie. Del resto, questo è un progetto di rigenerazione, prima di tutto urbana perché “Scaro Caffè” sorge in una piazzetta recuperata dall’amministrazione locale che, da parcheggio l’ha trasformata in area pedonale, finalmente restituendola alla comunità, poi anche umana perché è diventato centro nevralgico di relazioni anche interculturali che hanno a cuore il loro territorio, la propria casa».
Se, quindi, il cambiamento parte anche dalla rigenerazione urbana, quale occasione migliore per coinvolgere la comunità nella valorizzazione dello spazio attraverso l’arte? Quello che ha fatto “BenchArt“, trasformando le panchine della stessa piazza in opere d’arte ispirate alla mitologia e alle leggende locali. Utilizzando motivi artistici legati al mito dei Dioscuri e alle storie di Acamante e Fillide, infatti, si è resa l’area più accogliente e invitante per i cittadini e i visitatori, valorizzando così non solo il patrimonio culturale della città, ma promuovendo anche l’arte pubblica.
«Un’attività performativa», spiega Sofia Mazza, artefice anche della parte creativa del progetto che ha dato vita alla “Casetta delle Storie”, «che non ha voluto essere fine a se stessa. Abbiamo, infatti, recuperato pallet e materiali di riciclo, per esempio vecchie sedie e, insieme a tutto il quartiere, abbiamo realizzato delle panchine che sono il simbolo della voglia di stare insieme e condividere spazio e tempo. Un progetto al quale credevamo fortemente, ma che è andato oltre tutte le nostre aspettative perché il coinvolgimento è stato grandioso».
Viaggiare, ma anche solo passeggiare o tornare a casa la sera, si sa, non è più così sicuro. Ecco, quindi, che grazie a “Walk with me – Feel safe, Be sound”, progetto che collega un gruppo whatsapp con un sito, si offre a chi chiama una compagnia durante ogni spostamento. Un’iniziativa che ha promosso la cultura della sicurezza collaborativa, consentendo di ridurre i rischi che si corrono in numerose situazioni all’interno dei nostri contesti urbani.
«L’idea è nata da una semplice osservazione di quanto accade nelle nostre città», dice Viktoria Toth, l’ideatrice di uno dei quattro progetti sostenuti dalla Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani nell’ambito del progetto “BeYou”. «C’è un gruppo di volontari, adeguatamente formati allo scopo, che risponde offrendo supporto emotivo, informazioni utili e, se necessario, un contatto con i servizi di emergenza. Le situazioni di pericolo sono tante, camminate notturne, viaggi solitari, situazioni di violenza domestica e tanto altro ancora, quindi crediamo che sia un servizio necessario. Ovviamente vorremmo che potesse uscire dalla dimensione di puro volontariato per diventare un’opportunità di lavoro per tanti giovani».
Le tradizioni, le arti, la cucina e le espressioni culturali di diverse comunità presenti a Favara, sempre in provincia di Agrigento, hanno costituito il fulcro di “One day cultural fest“, evento promosso dall’associazione “Ring – Beyond Borders”, che ha voluto celebrare e promuovere la diversità culturale attraverso una serie di workshop, momenti musicali e conviviali che hanno coinvolto la comunità locale e tante altre persone arrivate da altre parti del territorio favarese.
«Un modo per stare insieme attraverso il cibo e le relazioni», sottolinea Carla Bartoli, presidente dell’associazione che, tra le sue principali attività, ha l’attenzione ai temi dell’immigrazione e dei conflitti mondiali, «consapevoli dell’importanza di attivare reti capace di favorire l’integrazione, la comprensione reciproca e il dialogo interculturale. Il progetto che abbiamo portato avanti è , però, solo l’inizio di un percorso che vuole promuovere la coesione sociale e la convivenza armoniosa tra persone di diverse origini e background culturali. Farlo a partire dalla nostra terra è molto importante per noi giovani».
Idee, progetti, percorsi che, grazie a questi energici e determinati young leaders, hanno lasciato l’impronta di una Sicilia che ha voglia di creare attraverso l’innovazione, ma dando valore alla tradizione e alla cultura appartenente alla comunità locale.
Giovani che esprimono il loro essere inclusivi con tanta voglia di fare
Un progetto, BeYou, il cui valore non è stato certo solo quello di plasmare la crescita personale dei giovani leaders, ma di contribuire in modo significativo allo sviluppo inclusivo e sostenibile della comunità. Comunità cresciuta attorno ai ragazzi coinvolti, ai quali è stata offerta l’opportunità di una visibilità dell’anima che va oltre i confini.
E proprio grazie agli “incubatori giovanili di comunità” che il progetto si è arricchito del confronto con pari residenti ad Atene (Grecia), Alcalá de Henares (Spagna), Craiova (Romania), Nicosia (Cipro). Luoghi caratterizzati dalla loro storia, ma anche in quanto centri nevralgici per la voglia dei più giovani di scambiarsi e mettere a frutto esperienze.
Cinque Paesi si incontrano costruendo ponti di relazioni
Bello, infatti, confrontarsi e assistere al frutto di un percorso di formazione che ha portato, per esempi, al progetto “Collective Kitchen”, volto a promuovere l’inclusione sociale e la sostenibilità rivolgendosi a persone con disabilità intellettiva del Centro di formazione professionale “Margarita”, ad Atene. Un percorso che ha coinvolto i partecipanti nella preparazione del cibo, nella cucina e in discussioni su temi legati all’inclusione sociale, alla sostenibilità e ai problemi che affrontano nella loro vita quotidiana.
Con “Creare una comunità colorata (Creating a colorful community)”, invece, un altro gruppo di giovani disabili del “Centro di impiego creativo delle persone con disabilità Nikodimos Graikosha”, in Grecia, ha potuto tirare fuori la sua vena creativa realizzando un grande murale pieno di colori, così come le loro singole e complesse personalità.
Grazie al teatro corporeo, esperienza proposta dal progetto “CreACTiv“, si è potuto potenziare le capacità espressive di adolescenti non-udenti di Craiova, in Romania, fornendo occasioni uniche di accesso a tecniche e processi di recitazione a ragazzi tra i 14 e i 18 anni, spesso emarginati nelle attività culturali ed educative tradizionali.
Dalla cucina all’arte, dalla tutela dell’ambiente all’attenzione per gli anziani
ll progetto “Senzorial“, invece, ha risposto alle necessità di combattere la solitudine dei bambini con disabilità nella regione di Oltenia, sempre in Romania, promuovendo l’attività fisica e l’interazione con la natura come mezzo per favorire la coesione sociale tra bambini con e senza disabilità fisiche.
La cucina unisce ogni cultura, abbattendo barriere e colmando vuoti. Non è stato da meno il progetto “Culture culinarie (Culinary cultures)”, che si è tenuto presso il Centro d’ asilo di Kofinou, a Cipro, e ha celebrato le tradizioni culinarie delle donne del campo profughi, utilizzando il cibo per esprimere l’identità culturale e favorire i legami sociali. Un’iniziativa che ha affrontato lo spostamento e l’isolamento culturale, creando un ricettario che conserva e documenta il patrimonio culinario.
Con “Green Festival” i giovani di Cipro hanno voluto promuovere la consapevolezza ambientale e benessere degli animali, concentrandosi su pratiche sostenibili. Rivolto a studenti universitari, ma anche comunità svantaggiate e bambini, ha informato ed educato i partecipanti in particolare su Fast Fashion, veganismo, riciclo e riutilizzo dei materiali evidenziando pratiche verso uno stile di vita sostenibile che rispondessero alle esigenze della comunità.
Del divario digitale dei cittadini anziani ha voluto occuparsi “Generazioni connesse (Generaciones connectadas)”, intervento che ha fornito competenze digitali essenziali per migliorare la loro indipendenza e connettività. Per due mesi, in collaborazione con l’Università di Alcalá, in Spagna, sono stati condotti laboratori interattivi per insegnare agli anziani come utilizzare smartphone, applicazioni e servizi online, insegnando loro come navigare in sicurezza tra gli strumenti digitali.
Instagram, TikTok e Spotify i canali attraverso i quali diffondere le interviste realizzate dai leaders spagnoli nell’ambito del progetto “Tra i tabù (Entre tabùes)”, il cui obiettivo è stato smantellare gli stigmi associati ai gruppi emarginati – persone affette da HIV, lavoratori del sesso e persone non binarie – condividendo le loro storie per favorire la comprensione e l’ empatia. Interviste che in pochi mesi hanno raggiunto un ampio pubblico: oltre 40mila persone su Instagram, 500mila su TikTok e 1.900 su Spotify. Un feedback che ha superato tutte le aspettative, dimostrando l’ efficacia del progetto nel promuovere l’ empatia e ridurre la discriminazione.
Esempi, scelti tra tutti i 20 progetti che hanno animato le comunità, che danno il senso di percorsi in relazione, non solo con il Paese in cui si sono pensati, ma anche con chi decide di metterli in atto, indicando una strada. Nel caso specifico di “BeYou” il sentiero è quello dell’attenzione e della sensibilità nei confronti di specifiche categorie di persone, di determinati contesti sociali. la maggior parte dei quali contenitori di grandi fragilità. Tutti, però, capaci di dimostrare di avere nell’animo, nel sangue, la voglia di costruire anche insieme a realtà altre, non così lontane, come spesso erroneamente pensiamo, da quelle nostre.
Le foto sono state fornite dall’ufficio stampa di “Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani”
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