Conflitti

In Bangladesh aumentano i feriti di guerra Rohingya in arrivo dal Myanmar 

Un numero sempre maggiore di Rohingya feriti a causa delle violenze ha raggiunto nell’ultima settimana il Bangladesh, indicando un netto peggioramento della crisi umanitaria nello stato di Rakhine, in Myanmar. «È evidente», dice Orla Murphy, rappresentante di Medici Senza Frontiere in Bangladesh, «che le aree sicure per i civili in Myanmar si stanno riducendo ogni giorno di più. Alcune persone sono coinvolte nei combattimenti in corso, altre sono costrette a intraprendere viaggi pericolosi verso il Bangladesh in cerca di zone più sicure»

di Redazione

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Un numero sempre maggiore di Rohingya feriti a causa delle violenze ha raggiunto nell’ultima settimana il Bangladesh, indicando un netto peggioramento della crisi umanitaria nello stato di Rakhine, in Myanmar. È quanto dichiara Medici Senza Frontiere (Msf) che nei quattro giorni precedenti il 7 agosto, ha curato 39 persone con ferite causate dalle violenze a Cox’s Bazar, in Bangladesh. Oltre il 40% dei feriti erano donne e bambini.  

Molti pazienti presentavano ferite provocate da proiettili di mortaio e da colpi d’arma da fuoco. Il numero di persone ferite ha raggiunto l’apice lo scorso 6 agosto, quando i team di MSF hanno assistito 21 persone. Da un anno le strutture di Msf non si trovano di fronte a lesioni così gravi. 

«Considerato l’aumento del numero di pazienti Rohingya feriti che hanno attraversato il confine dal Myanmar negli ultimi giorni e il genere delle ferite che i nostri team stanno curando, siamo sempre più preoccupati per l’impatto del conflitto sulla popolazione Rohingya», afferma Orla Murphy, rappresentante di Msf in Bangladesh.  «È evidente che le aree sicure per i civili in Myanmar si stanno riducendo ogni giorno di più. Alcune persone sono coinvolte nei combattimenti in corso, altre sono costrette a intraprendere viaggi pericolosi verso il Bangladesh in cerca di zone più sicure». 


I pazienti hanno descritto agli operatori di Msf la situazione disperata nello stato di Rakhine. Alcuni hanno assistito ad attacchi contro persone che cercavano delle barche per attraversare il fiume per arrivare in Bangladesh e fuggire così alla violenza, mentre altri hanno descritto centinaia di corpi senza vita riversi sulle sponde dello stesso corso d’acqua. Molti pazienti hanno raccontato di essere stati separati dalle loro famiglie mentre cercavano di raggiungere le zone più sicure, e di aver visto morire i propri cari nella violenza generale. Molte persone temono che i propri familiari rimasti in Myanmar non sopravviveranno. 

Da ottobre 2023 l’intensificarsi del conflitto nello stato di Rakhine ha causato enormi sofferenze alla popolazione Rohingya e ha portato alla progressiva paralizzazione del sistema sanitario. «I nostri pazienti ci raccontano di aver avuto estrema difficoltà nell’accesso alle strutture mediche in Myanmar a causa della situazione altamente instabile», continua Murphy.

Inoltre, il conflitto ha compromesso il lavoro degli operatori di Msf, limitandone le capacità di svolgere le attività mediche in sicurezza. A giugno, Msf è stata costretta a sospendere le proprie attività nel nord dello stato di Rakhine a causa dell’aumento delle violenze, lasciando la popolazione priva di cure mediche essenziali e aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. 

L’organizzazione chiede l’immediata protezione dei civili coinvolti nel conflitto. «Le persone non devono subire attacchi indiscriminati e devono essere messe nelle condizioni di spostarsi verso aree più sicure. Chi necessita di cure mediche salvavita deve poter accedere liberamente e senza interruzioni alle strutture sanitarie», conclude Murphy di Msf.

Foto: rifugiati Rohingya camminano nel campo profughi di Balukhali a Cox\’s Bazar, Bangladesh/AP Photo/Shafiqur Rahman

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