Decreto carcere

Carcere, mille agenti in più servono a poco

Il Decreto approvato dal Senato è arrivato alla Camera per il via libera definitivo. «Vedo solo una serie di piccoli ritocchi alla normativa esistente», dice Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. «Invece di aumentare gli agenti, che non coprono neanche il numero di quelli che vanno annualmente in pensione, si dovrebbe investire in figure sociali che sono determinanti per cercare di contrastare la situazione attuale: ricordiamo che ci sono 14mila persone detenute in più rispetto alla capienza regolamentare»

di Ilaria Dioguardi

Il ddl C. 2002​ Dl 92/2024 recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del ministero della Giustizia è stato approvato al Senato e arriva alla Camera per il via libera definitivo in settimana. «Le misure previste nel decreto legge del Governo, che è stato già approvato da un ramo del Parlamento, sono piccoli ritocchi alla normativa esistente. Sono del tutto inefficaci rispetto alla tragicità del problema, ai numeri del sovraffollamento, a un tentativo minimale diretto a modernizzare, umanizzare, innovare la vita in carcere», dice Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

Patrizio Gonnella

Gonnella, perché le misure previste nel decreto sono del tutto inefficaci?

Ciò che riguarda la detenzione domiciliare per chi ha più di 70 anni ed è affetto da gravi patologie, l’affidamento in prova ai servizi sociali o la previsione della costruzione di un albo di comunità dove poter ospitare persone in detenzione domiciliare sono misure non sostanziali. Sono piccoli ritocchi alla normativa esistente, così come il tentativo di sburocratizzare la liberazione anticipata: non creano effettivamente le premesse per scendere di migliaia di unità del numero dei detenuti.

Il sovraffollamento nelle carceri italiane è al 130,4% (al netto dei posti conteggiati dal Ministero della Giustizia ma non realmente disponibili). In 56 istituti penitenziari, oltre un quarto di quelli presenti in Italia, il tasso di affollamento è superiore al 150% con punte di oltre il 200% negli istituti di Milano San Vittore maschile e Brescia “Canton Mombello”. I suicidi tra i detenuti dall’inizio dell’anno sono 63 (di cui uno al Cpr di Roma, dati Dossier Morire di carcere di Ristretti, aggiornato al 5 agosto 2024).

Il numero dei detenuti oggi è di 14mila in più rispetto alla capienza regolamentare. Ci vorrebbero misure deflattive che prevedano un aumento nel numero dei giorni di sconti di pena, un aumento delle possibilità di accesso alle misure alternative e una possibilità per i semi liberi di stare fuori anche la notte. Bisognerebbe allargare le maglie dell’affidamento rispetto al residuo pena.

Per quanto riguarda l’assunzione di mille agenti di Polizia penitenziaria, cosa ne pensa?

Sono numeri insufficienti, che non coprono neanche il numero degli agenti che vanno annualmente in pensione. Non si pensa di aumentare le altre figure sociali che sono determinanti per cercare di contrastare la situazione nelle carceri com’è quella di oggi, che non si era mai vista: negli istituti c’è altissima tensione.


Si investono tantissimi soldi per costituire questa nuova unità commissariale (oltre un milione di euro per il prossimo anno e mezzo), che sarebbe potuto servire per alleviare la vita delle persone detenute in questi mesi estivi

Il decreto prevede l’introduzione di un commissario straordinario dell’edilizia penitenziaria.

Questa misura fa sorridere. È la terza o quarta volta che si crea una figura del genere, c’è stato un passato di corruzione o costruzione di carceri dopo 10 o 15 anni, in seguito all’istituzione del relativo commissariato. Non ci sono dei buoni precedenti, soprattutto da parte del Governo delle destre. Inoltre, si investono tantissimi soldi per costituire questa nuova unità commissariale (oltre un milione di euro per il prossimo anno e mezzo), che sarebbe potuto servire per alleviare la vita delle persone detenute in questi mesi estivi.

Nelle carceri il problema caldo si ripresenta ogni anno, senza riuscire a trovare soluzioni.

Mancano l’acqua, i ventilatori, l’aerazione, la refrigerazione. Si sarebbe potuto investire a partire da tutto ciò.

Il numero dei detenuti oggi è di 14mila in più rispetto alla capienza regolamentare

Cosa potrebbe fare l’amministrazione penitenziaria, subito, per migliorare la situazione nelle carceri italiane?

Tornare al sistema delle celle aperte. Le celle chiuse hanno prodotto più suicidi, più tensioni, più morti, più violenze. Bisogna assumersi la responsabilità di tornare indietro: i detenuti con questo caldo non possono stare 20-22 ore su 24 nelle celle. Questa decisione ideologica non ha senso pratico ed è una decisione presa per accontentare alcune sigle sindacali: si torni indietro rispetto a quanto è stato deciso con il modello di sistema a celle chiuse. E si deve anche ridurre ogni forma di isolamento.
(La circolare 3693/6143 del 18/07/2022, a firma dell’allora capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi, prevede per le persone detenute che occupano le sezioni ordinarie del circuito della media sicurezza, la maggior parte della popolazione detenuta, la possibilità di uscire dalle celle solo per tre ragioni: la fruizione della socialità in appositi locali comuni, la permanenza all’aria aperta e la partecipazione ad attività trattamentali, ndr).

Per quanto riguarda l’aumento delle telefonate da quattro a sei al mese per i detenuti, previsto nel decreto?

L’aumento delle telefonate da quattro a sei al mese, in realtà, è qualcosa che già esiste nell’ordinamento penitenziario. Quello che chiedevamo erano telefonate quotidiane, e non sei telefonate mensili. È una misura anche questa del tutto inefficace.

Foto di apertura di Marcello Rabozzi da Pixabay

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