Medio Oriente
Hebron senza farmaci e medici: qui chi si ammala è perduto
Cliniche chiuse, ambulanze attaccate, medicinali carenti. È quanto emerge da "Occupied lives", il rapporto di Medici Senza Frontiere sulla situazione sanitaria a Hebron, in Cisgiordania
di Alessio Nisi
A Hebron in Cisgiordania mancano medicinali nelle farmacie, le cliniche mediche sono state costrette a chiudere e le ambulanze sono ostacolate o attaccate, con un impatto devastante sulla salute fisica e mentale della popolazione. È quanto emerge da Occupied lives: il rischio di sfollamenti forzati dei palestinesi a Hebron, il rapporto di Medici Senza Frontiere – Msf che denuncia le crescenti difficoltà per i palestinesi di Hebron di accedere alle cure mediche a causa delle restrizioni imposte dalle forze israeliane e delle violenze perpetrate da soldati e coloni israeliani.
Una situazione che risulta ancora più complessa nell’area H2, una delle zone più difficilmente accessibili in Cisgiordania, dove 21 posti di blocco permanenti gestiti dalle forze israeliane controllano i movimenti dei residenti palestinesi e ostacolano l’accesso degli operatori sanitari nell’area.
«Non ci si può nemmeno ammalare qui, non ce lo possiamo permettere» le parole di un membro dello staff di Msf residente nell’area. «Attualmente non ci sono cliniche che operano all’interno dell’area H2 e, anche se ci fossero, i residenti vivrebbero nella paura di morire per procurarsi le medicine».
Impatto disastroso sulla salute
Di fronte alle restrizioni di movimento e alla minaccia di violenze, molte persone che avrebbero bisogno di assistenza medica ritardano le visite o sono costrette a interrompere del tutto le cure. Per Frederieke Van Dongen, responsabile degli affari umanitari di Msf, «le restrizioni di movimento, le vessazioni e le violenze da parte delle forze israeliane e dei coloni stanno infliggendo immense e inutili sofferenze ai palestinesi di Hebron. Questo sta avendo un impatto disastroso sulla loro salute mentale e fisica».
Inoltre, si evidenzia, le famiglie di Hebron stanno affrontando gravi difficoltà economiche: hanno perso gran parte dei loro mezzi di sostentamento e si sono trovate costrette a sospendere la propria assicurazione sanitaria, a limitare il consumo di cibo o a rinunciare ai farmaci essenziali perché non possono più permetterselo.
Area H2: gli operatori sanitari non entrano
Il rapporto di Msf fa luce anche sulle condizioni dell’area H2. Per due mesi dopo il 7 ottobre, le cliniche del ministero della Salute all’interno della zona sono rimaste chiuse e solo una struttura è riuscita ad aprire. La maggior parte del personale sanitario non aveva il permesso di attraversare il posto di blocco israeliano in H2. «Nei mesi immediatamente successivi agli attacchi del 7 ottobre, le restrizioni alla circolazione e gli episodi di violenza nell’area H2 della città di Hebron sono stati così intensi che i pazienti si sono visti costretti a scavalcare recinzioni e tetti rischiando la vita, solo per accedere alle cure mediche» continua Van Dongen.
Le incursioni dei soldati nelle case
Secondo il personale di Msf, la continua minaccia di violenza mette a dura prova la salute mentale delle persone. «Quando i soldati fanno incursione di notte nelle case, i miei figli e mia moglie si nascondono dietro di me per proteggersi, ma io non posso proteggerli» il racconto di un paziente palestinese di Masafer Yatta, nella località di South Hebron Hills. «Loro hanno in mano il potere, possono fare tutto quello che vogliono».
Hebron, lo sfollamento forzato
Nello studio si fa il punto sullo sfollamento forzato nel governatorato di Hebron. Politiche e pratiche sempre più coercitive e violente da parte delle autorità israeliane e dei coloni stanno spingendo un numero sempre crescente di famiglie palestinesi a fuggire dalle proprie case: si tratta di un effettivo trasferimento forzato.
Il rapporto descrive come, dall’ottobre 2023, le équipe di Msf hanno risposto ai bisogni urgenti di oltre 1.500 palestinesi di Hebron che sono stati costretti con la forza a lasciare i propri villaggi o che hanno subito la distruzione di case e beni personali.
«Malgrado le loro responsabilità come potenza occupante, le autorità israeliane non hanno rispettato i loro obblighi nei confronti del popolo palestinese» aggiunge ancora Van Dongen. «Le politiche israeliane attuate a Hebron stanno già avendo enormi conseguenze sulla salute fisica e mentale dei palestinesi. MSF chiede alle autorità israeliane di garantire l’accesso senza ostacoli alle cure mediche e ad altri servizi essenziali, di tutelare i palestinesi dai trasferimenti forzati e di facilitare il ritorno sicuro delle comunità sfollate nelle proprie case».
In apertura e nel testo foto di Medici senza frontiere – Msf
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