Welfare

Servizi sociali, il non profit trova alleati

Via libera all'atto di indirizzo tra enti locali e Terzo settore per applicare la legge sull'assistenza. Premiata la qualit

di Benedetta Verrini

Continua l’attività legislativa del governo per dare piena attuazione alle disposizioni della legge quadro sull’assistenza (L.328/2000). Tra i provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri in queste ultime settimane c’è anche l’Atto di indirizzo e coordinamento sui sistemi di affidamento dei servizi alla persona, previsti proprio dall’articolo 5 della legge 328. Predisposto dal ministro per la Solidarietà sociale Livia Turco, questo Atto rappresenta uno strumento fondamentale per avviare l’applicazione della riforma degli interventi e dei servizi sociali. Vediamo come attraverso l’analisi della stessa ministra Turco. «L’Atto di indirizzo sull’affidamento dei servizi costituisce un anello fondamentale per la definizione del ruolo di enti locali e Terzo settore nella costruzione della rete dei servizi sociali, e va nella direzione di una profonda valorizzazione del non profit», spiega Livia Turco. In effetti, il provvedimento (9 articoli) si apre proprio con la definizione del ruolo dei soggetti del Terzo settore «nella programmazione, progettazione e gestione dei servizi alla persona». In particolare, l’articolo 1 specifica che le Regioni devono adottare politiche di promozione dell’offerta e di miglioramento della qualità dei servizi (attraverso la definizione di specifici requisiti di qualità) e favorire la pluralità dell’offerta attraverso forme di coprogettazione e consultazione con i soggetti del Terzo settore. Quali? La norma li indica con precisione: organizzazioni di volontariato, associazioni ed enti di promozione sociale, organismi della cooperazione, cooperative sociali, fondazioni, enti di patronato e altri soggetti privati non a scopo di lucro (art. 2). «La distinzione tra Terzo settore e volontariato è molto importante», continua Turco, «perché il primo è soggetto attivo della promozione dei servizi e lo sviluppo dell’impresa sociale, il volontariato invece è quel plus straordinario che permette l’umanizzazione dei servizi. Tenendo conto di questa pluralità di soggetti e di vocazioni, il provvedimento traccia le regole generali per selezionare le organizzazioni cui affidare i servizi e definisce le procedure per coinvolgerli nella progettazione». I Comuni dovranno quindi controllare la formazione, la qualificazione e l’esperienza professionale degli operatori coinvolti. «Ma nell’aggiudicazione dei servizi i Comuni non dovranno procedere con il metodo del massimo ribasso», spiega la ministra. «Anzi, dovranno tenere conto prima di tutto della qualità dell’offerta. Per questo provvedimento abbiamo ritenuto che la scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa non potesse comunque sacrificare il diritto dei cittadini a uno standard qualitativo ottimale, cui gli enti locali dovranno attenersi». All’articolo 4 si precisa che i criteri da rispettare nell’affidamento dei servizi dovranno essere le modalità adottate per il contenimento del turnover degli operatori, gli strumenti di organizzazione qualitativa del lavoro, la conoscenza degli specifici problemi del territorio e le risorse della comunità, il rispetto dei trattamenti economici previsti dalla contrattazione collettiva e delle norme in materia di previdenza e assistenza. Di particolare interesse sono anche le disposizioni che prevedono la promozione del non profit nei progetti. L’articolo 7 dispone che i Comuni possono indire istruttorie pubbliche per la coprogettazione di interventi innovativi e sperimentali su cui i soggetti del Terzo settore esprimono disponibilità a collaborare. Le Regioni e i Comuni devono predisporre azioni di promozione e sostegno dei soggetti del Terzo Settore attraverso politiche formative e fiscali, e interventi per l’accesso agevolato al credito e ai fondi europei, avvalendosi anche delle loro competenze. Un’opportunità di sviluppo per le organizzazioni non profit, che dovrebbe avere ricadute positive nella costruzione della rete di servizi sociali prevista dalla legge 328. «Questa nuova disciplina sollecita il Terzo settore a mettersi in gioco», conclude la Turco, «e a sviluppare una rete locale, imparando anche a gestire il pluralismo che lo contraddistingue, che a volte rappresenta una ricchezza, ma in certi casi può rivelarsi un elemento di fragilità». Cosa stabilisce il provvedimento Soggetti coinvolti Organizzazioni di volontariato, associazioni, enti di promozione sociale, organismi della cooperazione, cooperative sociali, fondazioni, patronati, altri soggetti non profit Finalità Regolare i rapporti tra Comuni e loro forme associative con i soggetti del Terzo settore, ai fini dell’affidamento dei servizi previsti dalla L. 328/2000 Criteri di aggiudicazione I Comuni non devono procedere all’affidamento dei servizi con il metodo del massimo ribasso, ma tenere conto della qualità dell’offerta


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