L'iter attuativo della legge

Oblio oncologico: c’è il secondo decreto

La sua emanazione è un passo necessario alla piena attuazione della norma. Stabilisce come gli ex pazienti che hanno già dei contratti o delle assicurazioni in essere possono chiedere il certificato che consentirà loro di modificarne le clausole peggiorative

di Nicla Panciera

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il secondo decreto del ministero della Salute la cui emanazione si attendeva perché passo necessario alla piena attuazione della norma diritto all’oblio. Il decreto disciplina «modalità forme per la certificazione della sussistenza dei requisiti necessari ai fini della normativa sull’oblio oncologico». Il decreto riguarda solo una minoranza di ex pazienti, quelli che avevano stipulato contratti e assicurazioni prima dell’entrata in vigore della legge e che ora possono richiedere un eventuale adeguamento contrattuale.

L’istanza andrà presentata, come stabilito dal decreto, «ad  una  struttura sanitaria pubblica o privata accreditata o ad  un  medico  dipendente del Servizio sanitario  nazionale o al medico di medicina generale  oppure  al  pediatra  di  libera  scelta» e ancora «è rilasciata entro trenta giorni dalla richiesta se sussistono, a giudizio  della  struttura  o del  medico  certificante,  i  presupposti  temporali  (decennali   o quinquennali) richiesti dalla legge n. 193 del 2023 e quelli previsti nei successivi decreti attuativi della medesima  legge  con  i  quali sono  indicati,  per  specifiche   patologie   oncologiche,  termini inferiori di guarigione» (del decreto relativo alle patologie oncologiche per le quali è previsto un termine ridotto per maturare il diritto all’oblio rispetto al limite dei 10 anni o dei 5 anni ve ne abbiamo parlato qui)

Il decreto «semplifica la vita a tante persone colpite da cancro e guarite che avevano in precedenza, prima dell’entrata in visore della legge, stipulato contratti e assicurazioni e che ora hanno diritto ad un adeguamento contrattuale eliminando le clausole peggiorative», ha detto all’Ansa Elisabetta Iannelli, segretaria della Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo).

Sono attesi ancora un decreto del Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero della Salute, per la promozione di politiche attive per assicurare a chi ha avuto un cancro parità lavorativa, un decreto di concerto per il Ministero della Giustizia per le adozioni e due deliberazioni del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio e dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni Ivass (come avevamo raccontato qui).

Foto del National Cancer Institute su Unsplash


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