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Che cosa si trova spulciando il decreto missioni

Il testo del dl n.9 del 20 gennaio 2004 é stato da poco convertito in legge.

di Benedetta Verrini

Il tormentatissimo voto al decreto di proroga (fino al 30 giugno 2004) delle missioni italiane all?estero ha disposto non solo il prolungamento dell?impiego di forze in Iraq, ma anche in Afghanistan, Albania, Etiopia, Eritrea, Sudan ed Hebron e nella ex Jugoslavia. è possibile conoscere nel dettaglio i contorni di tali missioni leggendo il testo del decreto (dl 20 gennaio 2004, n. 9, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali), appena convertito nella legge 12 marzo 2004, n. 68 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2004. Il decreto si apre proprio con la proroga degli interventi in Iraq e pone una distinzione tra la “missione umanitaria e di ricostruzione in Iraq”, che comporta una spesa di poco più di 11mila euro, dalla missione militare vera e propria, definita “partecipazione militare italiana all?operazione internazionale in Iraq”, per la quale è autorizzata una spesa ben più elevata, pari a oltre 209mila euro. Definita la questione Iraq, il provvedimento passa a regolamentare le altre missioni all?estero di personale militare e civile: si tratta, per la maggior parte dei casi, di interventi in area balcanica. Dalla missione Joint Forge in Bosnia alla missione Joint Guardian in Kosovo e Fyrom, e poi la collaborazione alle missioni Nato (Nato Hqs a Fyrom) e Onu (Unmik), fino agli interventi in Albania (Nato Hqt). Infine, altre missioni autorizzate nelle zone calde del Medioriente, dell?Asia e dell?Africa: a Hebron (Temporary International Presence in Hebron), in Etiopia ed Eritrea (Unmee), in Afghanistan (Enduring Freedom). È stato differito fino al 30 giugno 2004 anche il termine relativo alla partecipazione italiana ai processi di pace in corso per la Somalia e il Sudan. Per queste missioni, nel loro complesso è stata autorizzata una spesa di oltre 292mila euro. Tra le varie modifiche, nella conversione in legge è stato anche inserito un emendamento (proposto dal governo) relativo al monitoraggio delle patologie dei militari legate all?uranio impoverito. A norma dell?art. 13 ter del decreto, infatti, sarà svolto “uno studio epidemiologico di tipo prospettico seriale indirizzato all?accertamento dei livelli di uranio e di altri elementi potenzialmente tossici presenti in campioni biologici di militari impiegati nelle operazioni internazionali, al fine di individuare eventuali situazioni espositive idonee a costituire fattore di rischio per la salute”. Per l?attuazione del decreto, esclusi gli articoli 1-bis (relativo a disposizioni di favore per le famiglie delle vittime di Nassiriya e Istanbul), è stata autorizzata una spesa pari a 531.601.831 euro per l?anno 2004.

Il punto

Fino al prossimo 30 giugno 2004 il personale militare italiano sarà impegnato non solo nella discussa missione in Iraq, ma anche in altre zone ?calde? del mondo come Afghanistan, ex Jugoslavia, Corno d?Africa. Lo ha stabilito il decreto appena convertito in legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Per saperne di più Il decreto ?missioni?. Il decreto legge 20 gennaio 2004, n. 9, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali, è stato convertito nella legge 12 marzo 2004, n. 68, pubblicata nella G.U. n. 65 del 18 marzo 2004. Il voto. Rovente il dibattito sul decreto nel centrosinistra, spaccato su diverse posizioni. Il dl è stato definitivamente convertito il 10 marzo scorso con 281 sì (a favore settanta deputati del centrosinistra), 64 no (Verdi, Comunisti italiani e Rifondazione comunista), 12 astenuti.

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